Mese: Marzo 2011

"Sul lago di Como il vento della crisi soffia ancora", di Marco Ventimiglia

Per Carlo Sangalli, che ha costruito sull’amicizia con Berlusconi parte importante della sua ascesa sociale, fino alla presidenza di Confcommercio, non deve essere stato facile dare in pasto ai media il rapporto presentato ieri durante il Forum di Cernobbio nella cornice di Villa d’Este. «La centralità dei consumi per il rilancio dell’economia italiana», è infatti un de profundis della politica svolta dall’esecutivo. Comprensibile, dunque, che ad illustrarlo sia stato delegato il direttore dell’Ufficio studi mentre Sangalli ascoltava attonito, memore forse di quell’amicizia con il premier «di lunghissima data che nasce dal Milan e da una vicinanza spirituale », come ebbe a definirla un Gianni Letta persino un po’ geloso. Analisi impietosa, quella di Confcommercio: «I consumi degli italiani sono fermi, ed alla fine del 2014 non saranno tornati ai livelli pre-crisi». Edancora: «Ogni italiano dispone oggi mediamente di 570 euro all’anno in meno rispetto al primo trimestre del 2007». Non va meglio ragionando sull’immediato futuro: «Nel 2011 l’incremento del pil rimarrà all’1% mentre l’inflazione salirà al 2,7%». Non va meglio per disoccupazione giovanile e Mezzogiorno. …

"Rombano i motori dell'armata d'occidente", di Eugenio Scalfari

A Parigi il vertice internazionale dei Paesi interventisti ha deciso l´attacco militare immediato avvertendo Gheddafi che lo stop ai raid è subordinato alla sua resa. Gli aerei delle potenze che agiscono sulla base della risoluzione dell´Onu sono arrivati nelle basi italiane. L´operazione militare è cominciata, ma il dibattito politico in Europa è apertissimo. Aiutare gli insorti, impedire che le milizie del raìs libico occupino Bengasi e Tobruk, soccorrere i profughi e arginare l´ondata dei migranti, sono obiettivi condivisi da tutti. Resta invece una differenza di opinioni molto profonda sui limiti tattici dell´intervento e sulla strategia politica nei confronti di Gheddafi. Bisogna impacchettarlo consegnandolo alla Corte di giustizia internazionale e processarlo per i crimini commessi contro il suo popolo? Oppure munirlo d´un salvacondotto ed esiliarlo? Oppure ancora lasciargli una parvenza di potere in una sorta di libertà vigilata disarmata e commissariata? Infine: bisogna mantenere l´unità della Libia o prendere atto che quell´unità è un´invenzione perché Tripolitania e Cirenaica sono realtà diverse dal punto di vista storico, tribale, religioso e la loro fittizia unità è stata imposta …

"Donne e media: la forza di essere unite. Il documento bipartisan del Senato", di Vittoria Franco*

Quest’anno in Senato la settimana dell’8 marzo qualche risultato positivo per le donne lo ha portato: un ddl sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società pubbliche e private quotate in borsa (che dovrà però essere ancora confermato dalla Camera) e una mozione su donne e media. Per entrambi è stata determinante la trasversalità fra le donne, che ha fatto argine al tentativo di molti uomini (come hanno confermato le numerose dichiarazioni in dissenso) di affossare la legge sulle quote o di arrivare a un voto contrapposto sulle mozioni su donne e media. Siamo riuscite a evitarlo, grazie alla tenacia e alla consapevolezza del valore dell’unità delle donne. Anche questo è l’effetto della grande manifestazione del 13 febbraio. Su donne e media non era affatto scontato arrivare a un risultato condiviso. Dopo un parere non del tutto positivo del Governo sui testi dell’opposizione, abbiamo reagito e denunciato un pregiudizio negativo che avrebbe pesato anche in futuro su altre questioni, consapevoli che le divisioni delle donne servano solo a segnare un vantaggio per gli …

Bologna ricorda Marco Biagi "Da lui una lezione morale"

La moglie Marina partecipa alla deposizione di corone nella piazzetta, a due passi da casa, intitolata al giuslavorista. Il messaggio del presidente del Senato Renato Schifani: “La sua vicenda continui a essere un monito per tutti”: Sacconi: “Mirafiori e Pomigliano nel suo segno” A nove anni dall’omicidio di Marco Biagi, avvenuto la sera del 19 marzo 2002 in via Valdonica, sotto il portone di casa, per mano delle Nuove Brigate rosse, Bologna ricorda la figura del giuslavorista. Una biciclettata in serata, lungo l’itinerario che il professore era solito compiere dalla stazione quando rientrava da Modena, anticipata nel primo pomeriggio dalla deposizione delle corone in piazzette Biagi, a due passi da via Valdonica. www.bologna.repubblica.it ****** ERRANI: ‘CONFRONTARSI SENZA IDEOLOGIE: E’ LA LEZIONE DI MARCO’ “Il modo migliore per ricordare Marco Biagi e’ confrontarsi sul lavoro seguendo il suo spessore scientifico e la sua capacita’ di modernizzazione: ci ha insegnato a farlo stando sempre fuori dalle ideologie”. Questo il ricordo del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, presente alla commemorazione, ha ricordato così Marco Biagi. Il …

Vittime mafia, il giorno del ricordo Ingroia: "Un grande segnale"

A Potenza la 16esima edizione dell’iniziativa per ricordare le persone uccide dalla criminalità. Don Ciotti: “L’elenco è sempre più lungo, ma il nostro Paese se ne dimentica troppo in fretta”. Ingroia: “Ecco l’talia che crede nella giustizia e nella Costituzione”. Un elenco sempre più lungo, e un Paese dalla memoria corta. Così don Luigi Ciotti alla partenza del corteo con il quale si è aperta a Potenza la 16esima Giornata della Memoria, organizzata dall’associazione Libera 1 per ricordare le vittime della criminalità organizzata. “Il nostro Paese si è dimenticato troppo in fretta di tanti nomi di persone uccise dalle mafie – ha detto il sacerdote, responsabile nazionale dell’associazione – per questo ogni anno vogliamo leggere quello che, purtroppo, è un elenco sempre più lungo. Così come è importante che l’impegno sia di tutti i giorni perché la speranza e la libertà devono essere un impegno quotidiano”. Ad aprire il corteo, partito da piazza Bologna e poi confluito nel piazzale antistante la Regione, c’erano Filomena Iemma e Gildo Claps, ovvero la madre e il fratello di …

"Crisi politica. Ecco perché siamo caduti così in basso", di Vincenzo Visco

Perché ha vinto sempre il Cavaliere? È che con la crisi della prima Repubblica si è aggirato il tema vero: una ristrutturazione profonda del sistema di potere. Molti si chiedono in questi giorni come abbiamo fatto a cadere così in basso, come è possibile che accada ciò che accade. Si tratta di domande cui tutti dovremmo cercare di rispondere. A ben vedere uno degli aspetti singolari delle vicende attuali consiste nel fatto che i protagonisti di oggi sono in buona misura gli stessi che già operavano nei governi della «prima Repubblica» o loro collaboratori e sodali. Ciò è vero per il capo del Governo per alcuni ministri e persino per i faccendieri in attività, alcuni dei quali presenti non solo negli elenchi della P2, ma anche nelle cronache politicogiudiziarie del passato in quanto collegati alle vicende SindonaCalvi, o al riciclaggio di capitali, o alla mafia, alla camorra, alla banda della Magliana… In altre parole la seconda Repubblica appare come una prosecuzione distorta della prima; la vicenda di tangentopoli non è servita né a superare il …

"Dialogare senza temere l'anima integralista dell'Islam", di Miguel Gotor

Le prossime ore potranno segnare l’inizio di un’azione militare dalle imprevedibili conseguenze ed evoluzioni nel Mediterraneo, a poche centinaia di chilometri dall’Italia. Dopo tanto esitare il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato a favore della no-fly zone sulla Libia per impedire agli aerei di Gheddafi di bombardare i civili. Resta il rammarico per una decisione giusta, ma tardiva, che avviene quando il dittatore ha rafforzato le sue postazioni riducendo gli insorti ai minimi termini. Per questa ragione, rendere effettiva la risoluzione dell’Onu si rivelerà più complicato e rischioso di quanto sarebbe potuto avvenire se essa fosse stata presa all’indomani dello scoppio della rivoluzione del 17 febbraio, nei giorni in cui Gheddafi era sulla difensiva. È sempre gravoso adottare simili provvedimenti, ma le coscienze democratiche, come ha ricordato il presidente della Repubblica Napolitano, non potevano continuare a rimanere indifferenti «rispetto alla sistematica repressione di fondamentali libertà e diritti» avvenuta in Libia. Non è possibile pensare che le incertezze che hanno accompagnato la decisione dell’Onu scompaiano all’improvviso così come gli interessi che le hanno motivate ma, sul …