Il «dolore» del premier per il Colonnello E si torna al «sì, però» di Pierluigi Battista
«Addolorato» per Gheddafi. Lo dice il premier di una nazione alleata di nazioni che tuttavia, anziché dispiacersene, vorrebbero procurare al dittatore libico talmente tanto dolore da bombardarne insistentemente la residenza tripolina. Sono le contraddizioni emotive di questa strana guerra condotta dall’Italia «malvolentieri» . Una guerra che non si voleva fare. Un’alleanza subita. Una risoluzione Onu appoggiata «obtorto collo» . Ora il «dolore» per l’ex amico diventato nemico. Siamo alla vigilia del pentimento più fulmineo nella tormentata storia bellica dell’Italia unita? Cambi di alleanze. Giri di valzer. Cambi in corsa di casacche. Brucia sulla pelle di Berlusconi l’oltraggioso epiteto lanciato addosso dal Raìs non domato: «Traditore» . Ora la tentazione del freno. La nostalgia. Le campagne di stampa dei giornali governativi contro Sarkozy «l’anti-italiano» . Le alleanze che vacillano un’altra volta. I distinguo. I malumori. Le impuntature sulla titolarità del comando Nato. Gli aerei che volano ma non sparano. La guerra che non è la guerra. L’intervento, ma «malvolentieri» . Con gli insorti, ma anche contro gli insorti. Contro Gheddafi, ma anche con Gheddafi. I missili …