Mese: Marzo 2011

Il «dolore» del premier per il Colonnello E si torna al «sì, però» di Pierluigi Battista

«Addolorato» per Gheddafi. Lo dice il premier di una nazione alleata di nazioni che tuttavia, anziché dispiacersene, vorrebbero procurare al dittatore libico talmente tanto dolore da bombardarne insistentemente la residenza tripolina. Sono le contraddizioni emotive di questa strana guerra condotta dall’Italia «malvolentieri» . Una guerra che non si voleva fare. Un’alleanza subita. Una risoluzione Onu appoggiata «obtorto collo» . Ora il «dolore» per l’ex amico diventato nemico. Siamo alla vigilia del pentimento più fulmineo nella tormentata storia bellica dell’Italia unita? Cambi di alleanze. Giri di valzer. Cambi in corsa di casacche. Brucia sulla pelle di Berlusconi l’oltraggioso epiteto lanciato addosso dal Raìs non domato: «Traditore» . Ora la tentazione del freno. La nostalgia. Le campagne di stampa dei giornali governativi contro Sarkozy «l’anti-italiano» . Le alleanze che vacillano un’altra volta. I distinguo. I malumori. Le impuntature sulla titolarità del comando Nato. Gli aerei che volano ma non sparano. La guerra che non è la guerra. L’intervento, ma «malvolentieri» . Con gli insorti, ma anche contro gli insorti. Contro Gheddafi, ma anche con Gheddafi. I missili …

Nei dipartimenti il futuro dell'università", di Paolo Bertinetti*

Caro direttore, la riforma dell’università prevede che i Dipartimenti, luogo della ricerca, siano anche il luogo della didattica; e che i corsi di laurea facciano capo ai Dipartimenti e non alle Facoltà. Ma queste ultime, magari chiamandole Scuole, potranno (in certi casi dovranno) continuare ad esserci per coordinare la didattica. In alcuni atenei (a Roma in primis, a quanto pare), di fatto i cardini della macchina universitaria continueranno ad essere le Facoltà. Per gattopardismo? Forse. Ma soprattutto perché i corsi di laurea, così come sono previsti dal Ministero, sono stati costruiti (per caratteristiche e per requisiti) con riferimento alle Facoltà. In altre sedi, invece, si vuole cambiare. Le prime vittime del cambiamento rischiano di essere le Facoltà di Lingue. Ci sono voluti decenni perché l’accademia italiana accettasse l’idea che l’insegnamento delle lingue e letterature straniere è cosa di grande importanza. Gli studenti (e le loro famiglie), avendo un punto di riferimento chiaro e dichiarato, cioè le Facoltà di Lingue, hanno risposto in modo massiccio e convinto. Perché veniva proposto un tipo di studio che interessava …

"Se i giovani fuggono dalle università", di Tito Boeri

Il ministro dell´Istruzione, Università e Ricerca è intervenuta più volte nelle ultime settimane sui mass media. In nessuna di queste occasioni ha ritenuto di commentare i dati sul forte calo delle immatricolazioni alle università italiane nel 2011-12. È un silenzio molto eloquente. Assieme ai suoi colleghi di governo, sembra intenzionata ad assecondare il disinvestimento in capitale umano che il nostro Paese sta inconsapevolmente compiendo. Il governo ne è però consapevole: nel Piano nazionale di riforma, predisposto nell´ambito della nuova programmazione economica europea, si pone l´obiettivo di tenere saldamente i livelli di istruzione terziaria da qui al 2020 al di sotto di quelli della Romania, candidandosi ad essere il fanalino di coda dell´Unione in quanto a percentuale di laureati sulla popolazione. È un disinvestimento, dunque, voluto, posto come obiettivo strategico per i prossimi dieci anni. Nei periodi di crisi le iscrizioni ai corsi universitari aumentano perché il tempo dedicato allo studio non viene sottratto ad attività remunerative, dato che non si trova comunque lavoro. È avvenuto anche nella Grande Recessione. Ovunque, tranne che da noi. Negli …

"La Bocconiana", di Massimo Gramellini

La notizia è piccola ma saporita. Il sottosegretario Daniela Garnero, in arte Santanchè, si sarebbe inventata un master alla Bocconi per impreziosire il suo curriculum sul sito del governo. Interpellata dal settimanale «Oggi», la celebre università milanese non ha trovato tracce della signora nella propria banca dati. La Santanchè ci è rimasta male: sostiene di essersi masterizzata per un anno. Se in tutto quel tempo alla Bocconi non si sono accorti di lei, dipenderà dalla sua ben nota riservatezza. Prima che la situazione degeneri e «Il Giornale» accusi il rettore della Bocconi di aver preso 4 in aritmetica all’esame di quinta elementare, vorrei spezzare una lancia, o almeno un’unghia, a favore dell’accusata. Ammettiamo che abbia un po’ esagerato, dilatando a master uno dei tanti seminari che le università organizzano nei fine settimana. Ma non vi sfuggirà l’assoluta gratuità del gesto. L’opposizione invoca le sue dimissioni, ricordando quelle del ministro tedesco che aveva copiato la tesi di laurea. Ma gli elettori tedeschi danno importanza alla preparazione culturale di un politico e quindi non accettano di essere …

"Quando la scuola non aiuta a vincere", di Gian Antonio Stella

La laurea in lettere conquistata a Palermo dalla dottoressa Giusi Spagnolo, affetta da sindrome di Down, raccontata ieri da Laura Anello sulla Stampa, è una sconfitta per tutta la scuola italiana. La straordinaria vittoria di questa ragazza di 26 anni, piccolina e sorridente, che ha discusso la tesi in Beni demoetnoantropologici, non è dovuta infatti a uno sforzo della pubblica istruzione, che pure spende una enormità (spesso in modo discutibile) per gli insegnanti di sostegno. È dovuta a una certa disponibilità economica, indispensabile, della famiglia. All’amore e alla preziosa cocciutaggine di un padre docente di fisica già presidente dell’associazione famiglie persone Down e di una madre assistente sociale alle prese quotidianamente con le adolescenze difficili nel carcere minorile. All’appoggio quotidiano di una insegnante privata, Maria Pia Caputo, che ha accompagnato Giusi dalle materne fino all’università. Per dirla chiaramente: se avesse potuto contare soltanto sull’assistenza pubblica, che in linea con la carta costituzionale dovrebbe garantire a tutti (tutti!) le pari opportunità, la nostra dottoressa Spagnolo sarebbe stata condannata a restare una disabile semianalfabeta emarginata. O peggio, …

"Il crimine dell´indifferenza", di Barbara Spinelli

Non è mai cosa semplice giustificare una guerra, per chi è mandato al fronte ma anche per chi ha l´incarico di iniziarla, di deciderne i fini e la fine. Non è facile neanche per chi, sui giornali, cerca di dire la verità della guerra, le sue insidie. La più grande tentazione è di rifugiarsi nei luoghi comuni, nelle frasi fatte, nelle menzogne. Frasi del tipo: nessuna guerra è buona; nessun politico ragionevole s´impantana in paesi lontani; nessuna guerra, infine, va chiamata guerra. Il governo italiano è specialista di quest´ultima menzogna: la più ipocrita. Né si limita a mentire: un presidente del Consiglio che si dice «addolorato per Gheddafi» senza sentir dolore per le sue vittime non sa la storia che fa, né perché la fa. A questi luoghi comuni sono affezionati sia gli avversari incondizionati delle guerre, sia i governi che le guerre le fanno senza pensarle, o pensandone i moventi (petrolio e gas libici) senza dirli. I luoghi comuni sempre rispondono al primo istinto, più facile. Memorabile fu quel che disse il premier Chamberlain, …

Malè (TN) – Partito Democratico del Trentino Circolo dell’Alta Val di Sole – Iniziativa sulla scuola pubblica

sede Comunità di Valle Sala Assemblee I° Piano Prof.ssa Alessandra Pasini Dirigente Istituto ITCG Pilati – Cles- Prof.ssa Sara Ferrari Consigliere Provinciale PD On. Manuela Ghizzoni Capogruppo Comm.ne istruzione e cultura Camera Deputati Sen. Mariangela Bastico Ex V. Ministro Istruzione e membro Comm.ne Affari Istituzionali Senato