"La cultura batte il governo", di Luca Del Fra
È la più poderosa disfatta del governo Berlusconi in tre anni: sulla cultura tutte le richieste urgenti fatte da movimenti, sindacati, associazioni di categoria sono state accettate. Il reintegro a livello già basso dell’anno scorso degli investimenti alle attività culturali; la soppressione della tassa di un euro sui biglietti del cinema per finanziare il tax credit e shelter; le dimissioni di Sandro Bondi, che lascia con la palma di peggior ministro della storia repubblicana, già sostituito da Giancarlo Galan – vedremo se sarà un miglioramento. Si aggiunga un nuovo regolamento per Pompei, 80 milioni di euro per i lavori di restauro e conservazione nei beni culturali, 7 milioni per gli istituti di cultura, lo sblocco delle assunzioni dei tecnici al Mibac: nel complesso erano gli obbiettivi minimi che si era posto il dipartimento cultura del Pd, che con le sue campagne ha colto nel segno. A mani vuote resta Federculture, per l’abrogazione della legge 122 non ottiene ancora nulla. Per presentare in conferenza stampa tutto ciò come una vittoria del Governo serviva lo squisito gesuitismo …