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Giustizia: continua il presidio del PD contro il processo breve. Bersani: “Fare insieme fronte comune contro lo sfregio alla Costituzione e alla democrazia italiana.

Bindi: “Siamo in una dittatura della maggioranza”. Oggi la maggioranza è andata di nuovo sotto sulla votazione del processo verbale contenente gli insulti del ministro La Russa. La giornata parlamentare di oggi è ricominciatancora più calda di quella di ieri. Lo scontro tra opposizione e maggioranza è ripreso su questioni procedurali: dal processo verbale della seduta in Aula, ieri erano stati escluse le cordiali parole con cui il ministro La Russa aveva insultato le opposizioni (“conigli”) e il Presidente della Camera (“vaff…”)

Il PD ha chiesto di correggere il processo verbale. Fini ha replicato “che pur con le osservazione fatte, e di cui si prenderà debita nota, il processo verbale si intende approvato”. Dopo una prima sospensione dei lavori in Aula di 5 minuti per la lettura del verbale, alla ripresa, il Pd, Udc e l’Idv sono tornati a ribadire la richiesta di riscrittura del processo verbale con la conseguente rettifica. La votazione che ne è scaturita e il voto di parità ha fatto respingere l’approvazione del processo verbale. Una nuova sconfitta per la maggioranza.

Nonostante i tempi lunghi per la votazione, il governo si è lamentato di avere avuto tempo sufficiente per partecipare al voto.

“Non ho mai visto una votazione così lunga. Il Parlamento non può aspettare i comodi dei ministri che arrivano a uno a uno a votare, lasciando il Consiglio dei ministri. Non si azzardino a lamentarsi”. Così Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, in Transatlantico ha commentato le prime proteste della maggioranza per la votazione sul processo verbale.

“Erano assenti anche alcuni dei nostri” spiegano i deputati Pd. Mentre Dario Franceschini definisce “uno spettacolo indecoroso” la scena dei ministri che “lasciano il consiglio dei ministri per votare il processo verbale. L’opposizione ha il dovere di restare in aula a fare le proprie battaglie, le giornate di ieri e di oggi lo dimostrano chiaramente”.

“Finché io sarò capogruppo – ha affermato Franceschini rispondendo ai tanti che nel Pd chiedono un Aventino – noi staremo qui a fare le nostre battaglie”.

“Quanto sta avvenendo alla Camera, con ministri che abbandonano precipitosamente il CdM in cui si stanno discutendo temi importanti legati alle emergenze sull’immigrazione solo per tappare con il loro voto i vuoti della maggioranza nella discussione su una legge ad personam per il premier, può essere descritto solo con due aggettivi: ridicolo e penoso. Sono inutili gli show a Lampedusa e i comizi a reti unificate se poi la situazione della maggioranza è questa. Speriamo che gli italiani se ne rendano conto al più presto”. Così Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del PD.

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“E’ una vergogna. Faccio appello a tutte le forze dell’opposizione per fare fronte comune contro lo sfregio alla Costituzione italiana e alla democrazia”. In piedi su una scaletta e con un megafono in mano, il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ha parlato oggi pomeriggio alla folla riunitasi di fronte a Montecitorio per protestare contro il tentativo della maggioranza di approvare in fretta e furia la prescrizione breve. Il sit in era stato convocato dallo stesso Pd in mattinata dopo che la maggioranza aveva votato l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori della Camera per imporre l’immediata discussione sul cosiddetto processo breve.

“E’ una vergogna -ha ripetuto ancora Bersani -che quelli della Lega che predicano rigore e moralità poi votino provvedimenti destinati a lasciare in libertà molti delinquenti. Andremo in tutti i luoghi del Nord per denunciare questo comportamento. Combatteremo fino alla fine con tutti gli strumenti parlamentari, faremo opposizione dentro e fuori il Parlamento”.

In piazza vi sono stati anche momenti di tensione. La polizia ha lasciato che i manifestanti si avvicinassero al portone di Montecitorio. Vi sono state polemiche con la sottosegretaria Daniela Santanché e con il ministro Ignazio La Russa. Il leghista Gianluca Bonanno è uscito dal portone e si è recato presso i manifestanti in un moto di sfida. E’ stato accolto con un lancio di monetine. Il presidente del gruppo parlamentare della Camera, Dario Franceschini, ha sollevato il sospetto che “i contestatori siano stati fatti arrivare fino all’ingresso di Montecitorio”. “Di solito chi protesta rimane dietro le transenne. Chi ha disposto questo?”, ha chiesto polemicamente Franceschini.

“È giusto dar vita a mobilitazioni permanenti perché siamo in una dittatura della maggioranza”, ha dichiarato Rosy Bindi arrivando al sit-in di protesta. “In questo momento la situazione ha passato ogni limite – ha detto la presidente del Pd – perciò è giusto che il movimento partito con le donne il 13 febbraio non si fermi”.
“Però – ha avvertito Bindi -dobbiamo dire no al lancio delle monetine, non dobbiamo prestarci a forme di strumentalizzazione. Serve correttezza in questo sit-in permanente, comportamento ineccepibile anche nelle Aule. L’obiettivo è di andare a elezioni per voltare pagina perché, ormai siamo in una dittatura della maggioranza che piega le leggi a favore di Berlusconi. Non è possibile consentire all’imperatore, al tiranno di calpestare la dignità del Paese – ha aggiunto Bindi – noi faremo opposizione dura a questo provvedimento”.

Anche il vicepresidente del Senato e Commissario del Pd Lazio, Vannino Chiti, ha parlato contro “le modifiche al disegno di legge sul processo breve, che rischiano di avere effetti devastanti sulla giustizia italiana e sul territorio di Roma e del Lazio”, come ha evidenziato anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. “A causa di questo provvedimento che manderà in prescrizione migliaia di processi, molti imputati di reati violenti – ha aggiunto Chiti – potrebbero evitare di essere giudicati, tornando liberi di continuare a delinquere. La destra a parole dice di battersi per la sicurezza dei cittadini ma si ha la conferma che non e’ vero. Ciò che le preme salvaguardare, ancora una volta, sono le esigenze di Berlusconi”.
Mentre in piazza si svolgeva la protesta, in Aula alla Camera si è verificato un duro scontro tra il ministro La Russa e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, tanto da indurre il presidente Fini a sospendere fino a domani i lavori dell’Aula.

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