Davanti alla Camera ci sono stati momenti di tensione. Soprattutto quando è arrivato La Russa: slogan da manifestanti contro il ministro. Che poi in aula ha attaccato l’opposizione. Ma Franceschini ribatte: ministro sceso apposta tra manifestanti. E, guarda caso, il servizio d’ordine non era quello standard per Montecitorio.
FRANCESCHINI: PROVVEDIMENTI PER “AFFANCULO” DI LA RUSSA
«Un ministro della Difesa che ad un normale intervento manda ‘affanculò il presidente della Camera o, come ha chiarito dopo, il capogruppo dell’opposizione richiede provvedimenti importanti». Così, al termine della seduta sospesa per la bagarre in Aula, il capogruppo del Pd Dario Franceschini condanna il comportamento del ministro, aggiungendo che «almeno La Russa è riuscito nell’intento di far rinviare la seduta, facendo inconsapevolmente ostruzionismo».
RAINEWS: SERVIZIO D’ORDINE INFERIORE STANDARD MONTECITORIO
Rainews: servizio d’ordine inferiore agli standard di Montecitorio. Probabilmente dare queste notizie attirerà strali (oppure offensive dietro le quinte) contro la testata diretta da Mineo.
SOSPETTO DI FRANCESCHINI: LA RUSSA NON PER CASO TRA MANIFESTANTI
Franceschini avanza il sospetto che i manifestanti siano fatti lasciare arrivare davanti a Montecitorio non per caso e non per caso ma per provocare sia passato di lì (e non da un portone laterale) La Russa. Il ministro della Difesa parla di contestazione premeditata e organizzata. Lo scambio di battute è al calor bianco. Scappa un “vaffa” rivolto al presidente della Camera.
BAGARRE IN AULA, SEDUTA SOSPESA
Bagarre alla Camera in aula. Fini alle 18.40 interrompe la seduta. La Russa dà di violenti all’opposizione e attacca con toni pesanti. Si è sentito qualcuno urlare “fascista”. Fini ha dovuto sospendere la seduta.
BERSANI ALLA PIAZZA: CI OPPONIAMO IN TUTTI I MODI, UNITI CE LA FAREMO
Con l’aiuto di una scaletta, Pier Luigi Bersani prende il microfono in piazza Montecitorio all’altezza delle transenne che delimitano lo spazio antistante la Camera dei deputati. Davanti a lui circa mille persone, che sventolano bandiere del Pd, dell’Idv, degli altri partiti della sinistra e del Popolo viola. «Grazie di essere qui – attacca il segretario democratico- a manifestare contro un colpo di mano del governo messo in piedi per salvare Berlusconi». I manifestanti applaudono. Il segretario del Pd spiega: «non è accettabile che il ministro della Difesa, quello degli Esteri, con tutto quello che accade a livello internazionale, oggi siano presenti in Parlamento con la maggioranza. E martedì prossimo porteranno anche il conflitto di attribuzione per far dire al Parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak». La gente in piazza apprezza e quando Bersani ribadisce che il Pd «sarà presente in Aula per opporsi in tutti i modi» alle forzature della maggioranza, un singolo manifestante grida: «E speriamo che ci sarete tutti questa volta», ma viene sommerso dai fischi della piazza. Bersani rivolge un appello «a non diffondere solo rabbia ma anche fiducia e speranza. Bisogna avere tenuta, unità – conclude – e ce la faremo».
ROSY BINDI: TOGLIETE ASSEDIO A MONTECITORIO
“Togliete l’assedio a Montecitorio” chiede il presidente del Pd Rosy Bindi mentre dei manifestanti contro la prescrizione breve – Popolo Viola insieme a militanti del Pd e Idv – continuano a gridare: «Buffoni, buffoni, fuori, fuori». Rosy Bindi ha chiesto – garbatamente – ai manifestanti di “togliere l’assedio” a Montecitorio, per tenere alta la bandiera della battaglia contro il processo breve. E definisce “molto grave” che la maggioranza cerchi di far passare questa “ennesima legge ad personam”. Secondo la parlamentare – lo dice tramite un microfono ai manifestanti, “dobbiamo mantenere un comportamento corretto, fare sit in permanenti, proposte serie con un comprotamento ineccepibile, no a monetine. Contro questa che è la dittatura della maggioranza”.
MONETINE CONTRO LA RUSSA
Momenti di tensione davanti Montecitorio dove il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato duramente contestato da un gruppo di manifestanti del popolo Viola e del Pd che si erano radunati davanti a Montecitorio per un sit in contro la legge sul processo breve. La Russa è uscito dalla Camera e si è avvicinato ai manifestanti che l’hanno raggiunto gridandogli: «Vergogna, mafiosi, fascista» e gli hanno tirato delle monetine. La Russa è stato protetto da un cordone di carabinieri che lo hanno fatto rientrare a Montecitorio. Duramente contestato anche il sottosegretario Daniela Santanchè apostrofata con «bugiarda».
BLITZ DELLA MAGGIORANZA ALLA CAMERA
Blitz della maggioranza alla camera dei Deputati sul processo breve. Il Pdl ha chiesto l’inversione dell’ordine dei lavori alla Camera per portare già oggi all’esame dell’Aula il provvedimento sul processo breve e il Pd ha protestato, parlando di «pagina nera per la storia della Repubblica». Ma l’Aula ha votato sì alla richiesta di Pdl e Lega. Le opposizioni hanno votato contro. Il sì alla richiesta di inversione dell’ordine del giorno è passato per 15 voti di scarto. Slitta quindi l’esame, previsto oggi, della legge Comunitaria nella quale è stato inserito il contestato emendamento che amplia la responsabilità civile dei magistrati. Norma che proprio in queste ore è oggetto di ‘ripensamenti’ che potrebbero portare ad una riformulazione del testo, e sulla quale il Csm si prepara ad intervenire con un parere decisamente critico.
È stato Simone Baldelli, Pdl, in apertura di seduta a chiedere l’inversione dell’ordine del giorno. Subito dopo, ha preso la parola il capogruppo Pd Dario Franceschini, lamentando la violazione dell’articolo del regolamento della Camera che riserva all’opposizione uno spazio dei lavori dell’Aula per le proprie proposte di legge. «Vergognatevi», ha detto il capogruppo Pd. «La proposta del Pdl su cui esprimiamo parere contrario è un’altra pagina inedita di violenza parlamentare e abuso della maggioranza», ha continuato Franceschini denunciando la richiesta del Pdl. «Voi- attacca- volete fare subito, perchè volete questo provvedimento vergognoso che ha l’unica motivazione di fermare il processo Mills» di Silvio Berlusconi. Per l’ex segretario democratico «questo provvedimento ha come conseguenza immediata la prescrizione per migliaia di processi: un imputato di violenza carnale, se incensurato- dice- avrà la prescrizione breve grazie alla vostra norma». Poi, si rivolge al ministro Bossi, seduto in Aula, e con toni alti accompagnati dalle proteste dei deputati di maggioranza, dice: «Cosa andrete a dire ai popoli padani a cui parlate di sicurezza? Che quando riguarda il presidente del Consiglio non contano violenze e rapine? Siete pronti, come dei servitori fedeli, a votare a favore del presidente del Consiglio». Franceschini, poi, conclude: «Oggi il presidente del Consiglio è corso a Lampedusa con a seguito giornalisti e tv: quella visita non è per aiutare la popolazione, ma perchè volete coprire il processo breve, è l’ultima delle vergogne. Almeno provate vergogna per un’altra pagina nera nella storia della Repubblica». La risposta dai banchi della maggioranza è stata: «Buffoni, buffoni!».
Gianfranco Fini replica al Pd che denuncia che non si può invertire l’ordine del giorno dei lavori dell’assemblea se questo pregiudica l’esame di un provvedimento in quota opposizione. Prendendo la parola in aula dopo la richiesta del Pdl di accelerare sul processo breve con dentro la prescrizione breve, il presidente della Camera spiega che ci sono deliberazioni della Giunta del regolamento che fin dal 1998 precisano che le richieste di inversione di ordine del giorno, così come le richieste di rinvio in commissione di un ddl, «non incidono» sul provvedimento in discussione ma sulla «procedura» dell’esame. La decisione di far votare l’aula, aggiunge Fini, «spetta al presidente della Camera che chiama l’assemblea a pronunciarsi». Le richieste di inversione dell’odg, quindi, «non possono essere contestate» e non sono «connesse ad alcuna conseguenza definitiva sul merito». A Erminio Quartiani (Pd), che interviene anche dopo le parole di Fini, la terza Carica dello Stato replica: «Io non ho il potere di verificare ciò che è più opportuno» sul merito di un ddl «ma solo di far mettere in votazione» le richieste di invertire l’ordine dei lavori.