Oltre a segnare una nuova esplicita occasione di attrito tra il Quirinale e Palazzo Chigi, l’emergenza Lampedusa che ha superato ogni limite di tollerabilità è una chiara conseguenza dell’indebolimento del governo e del centrodestra in versione ridotta, con Bossi che, o detta la linea, o si mette di traverso. La visita di Berlusconi nell’isola annunciata per oggi difficilmente potrà essere risolutiva. Ma il Cavaliere si dev’essere reso conto che l’abbandono in cui è stato lasciato il problema degli sbarchi e le proteste dei cittadini di Trapani e Mineo per lo spostamento massiccio di clandestini dall’isola piccola a quella grande rischiano di compromettere il granaio di voti siciliani che ha sempre rappresentato una certezza per il Pdl.
Se solo si riflette sulla velocità con cui tre anni fa il governo appena insediato aggredì il problema rifiuti di Napoli, o alla capacità di trasformare il terremoto in Abruzzo in un’occasione di solidarietà mondiale con il G8 dell’Aquila, è arduo spiegarsi la confusione, l’approssimazione e le goffaggini con cui è stato gestito il calvario di Lampedusa. A parte la professionalità con cui Guardia costiera, Finanza e Carabinieri hanno affrontato la serie imprevedibile di sbarchi, evitando fin qui affondamenti delle carrette del mare e offrendo i primi soccorsi ai disgraziati che si avventurano a bordo per le traversate, non c’è un intervento, dicasi uno, del governo che abbia funzionato.
La soluzione proposta dai ministri Maroni e Frattini alle autorità tunisine di contribuire con 1500 euro per ogni clandestino rimpatriato s’è rivelata impraticabile e priva di coperture. Il piano di distribuzione degli immigrati nella misura di uno per ogni mille abitanti su tutto il territorio nazionale s’è scontrato con i “no” di molte regioni e s’è rivelato inoltre costruito in modo da evitare alle città del Nord, dove la percentuale prevista è già saturata dagli extracomunitari presenti, di doverne ricevere altri. La minaccia di procedere d’imperio, senza il consenso delle autorità locali, sta sollevando reazioni ingestibili in Sicilia, figuriamoci altrove.
Ma la ragione di tutto ciò non è solo legata alle dimensioni del problema, di per sé imprevedibili. La verità è che il governo fin dal primo momento ha mostrato rispetto agli immigrati il fianco debole di una politica basata solo su interventi di sicurezza e limitata dall’estrema sensibilità leghista alla questione immigrati. Se la linea è quella esposta ieri in una battuta da Bossi – “Fora d’i ball!” -, sarà difficile anche per Berlusconi trovare un rimedio, considerato che lo svuotamento di Lampedusa, se gli sbarchi proseguono a questo ritmo, non basterà certo.
La Stampa 30.03.11