"Appalto ricco mi ci ficco. Scatole cinesi e parenti l’ultimo assalto alla Rai", di Natalia Lombardo
Operatori tv pagati in nero o sottopagati, offerte al ribasso che corrodono dove è più facile, sul costo del lavoro, con lavoratori iscritti all’Enpals e cancellati il giorno dopo. Sfruttamento e concorrenza sleale, persino con montatori pagati alla «cinese» a 4 euro l’ora, la metà di una baby sitter. Esiste un sottobosco nel quale i diritti dei lavoratori, i compensi dovuti e la legalità, a quanto lamentano con angoscia dall’interno di questo mondo, sono ormai argomenti cancellati. Si tratta della rete di società di produzione alla quale la Rai appalta circa l’80 per cento riprese televisive con troupes attrezzate, impianti luce, montaggio, trasporti. È su questi meccanismi che la Cgil-Slc, in un’alleanza con le imprese virtuose, i lavoratori, i sindacati e l’Enpals, cerca faticosamente di vigilare sulla correttezza delle procedure di appalto e come freno alle gare al ribasso, sollecitando anche la Rai a controllare con maggiore attenzione. Una battaglia portata avanti anche dal «Coordinamento lavoratori Broadcast», Clb: operatori di riprese, montatori, tecnici video-audio, che cercano di sensibilizzare chi deve promuovere i controlli. La tv …