Matteo Orfini denuncia le incongruenze del governo ed elargisce “consigli patriottici” al nuovo ministro così da evitare l’aumento della benzina. E Galan si dichiara interessato
Il gioco delle tre carte pensavamo fosse orami fuori moda, per la nota dinamica truffaldina che lo caratterizza! Ebbene ci sbagliavamo tutti! E’ diventato un “cult” nel governo, che brancolando nel buio tra fallimenti, avvisi di garanzia, dimissioni, sfiducie, rivisitazioni, l’ha usato per redistribuire poltrone e poteri, al di là di competenze reali dei soggetti interessati, sempre e solo a scapito del Paese.
Il 23 marzo, Giancarlo Galan ha annuciato le dimissioni da Ministro dell’Agricoltura, per guidare il dicastero dei Beni e delle Attività Culturali, lasciato libero dal dimissionario Sandro Bondi, verso cui ricordiamo era stata presentata una mozione di sfiducia da parte dell’opposizione che però non è passata alla Camera, dopo il crollo della Domus dei Gladiatori e altre tre strutture murarie a Pompei. Il Ministero dell’Agricoltura è stato quindi affidato al leader di Iniziativa Responsabile, Francesco Saverio Romano, determinando il passaggio dall’appoggio esterno a quello interno di Iniziativa Responsabile, al Governo Berlusconi. Ministro Romani, sulla cui nomina, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso pubblicamente delle riserve, a causa dei procedimenti giudiziari penali pendenti sulla sua persona.
Insomma come definirlo se non il gioco delle carte? Ma l’esito del gioco si sà è sempre lo stesso, a meno di eccezioni che confermano la regola.
Ebbene, a fronte del nuovo incarico di Giacarlo Galan, il Responsabile nazionale Cultura del Partito democratico, Matteo Orfini, ha voluto elargire dei “consigli patriottici” (a costo zero) al nuovo Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, affinchè non perseveri negli errori del suo fallimentare predecessore.
Si legge nelle pagine de Il Foglio, in un articolo di Orfini, che la prima incoerenza da sanare da chi è chiamato a dirigere il Ministero della cultura, dovrebbe essere quella di “contrastare la rottura della solidarietà tra mondo della cultura e opinione pubblica”, operata dal ministro Tremonti, il quale per coprire un minimo di reintegro delle risorse alla cultura, ha utilizzato una odiosa tassa sulla benzina. “Per evitare l’ennesima tassa –ha proposto Orfini – sarebbe sufficiente cancellare il condono sulle quote latte, piuttosto che prelevare dalle tasche degli italiani”. Insomma un altro giochino: ti do’ , quello che ti tolgo.
Ma le questioni non affrontate o mal gestite in questi anni, nel settore Cultura, sono molte ed urgenti, già evidenziate al precedente ministro Bondi, da parte del Partito democratico, ma mai considerate.
Matteo Orini ha provato a riproporle Galan, fornendo anche delle soluzioni semplici e a costo zero.
Per intervenire sulla drammatica precarietà degli operatori del settore, circa mezzo milione di persone prive di tutele, Orfini propone di: impedire la delocalizzazione delle produzioni, inserendo per le fiction la nazionalità italiana; ritoccare insieme le norme che riguardano i restauratori e i professionisti dei beni culturali, per il riconoscimento della loro professionalità; ridare impulso al percorso parlamentare di due importanti leggi bipartisan, quella sullo spettacolo dal vivo e quella sul welfare del settore, boicottate dal governo.
Infine Orfini ha denunciato una questione più generale: “In questi due anni e passa di governo, al ministero dei beni culturali si è introdotto l’utilizzo di meccanismi di gestione straordinaria, dalle ordinanze di protezione civile ai commissariamenti, dall’uso improprio delle società pubbliche alle nomine di sempre nuove e più costose incompetenze. E si sono fatte scelte penalizzanti –ha evidenziato –come firmare il contratto con Ales, che rischia di trasformare la società in un’agenzia interinale al servizio del ministero, umiliando competenze, non garantendo stabilità per i lavoratori e drogando il mercato”.
Di positivo al momento c’è che il ministro dei beni culturali Galan, sempre attraverso le colonne de Il Foglio pare “abbia considerato con interesse le sollecitazioni indirizzategli da Matteo Orfini, sostenendo in primis che proprio la battaglia da lui condotta contro il condono delle quote latte, ha contribuito al suo spostamento dall’”Agricoltura” alla “Cultura”!
Galan ha anche sinceramente affermato: “Da Presidente della Regione Veneto ho avuto spesso dalla sinistra –non dovrei dirlo, sottolinea il neo ministro – il sostegno che mancava da parte di altri”. Ed inoltre il ministro ha assentito anche su altri fronti rispetto alle proposte del Responsabile Cultura del Pd, dichiarandosi pronto a discutere in Parlamento riguardo i tagli alle risorse e le nuove tasse inerenti, del ministro dell’Economia Tremonti”.
Ci auguriamo che alle aperture di Galan, seguano poi i fatti concreti e soprattutto che abbia la forza necessaria per proporle al governo, per il bene della Cultura in Italia in tutte le sue svariate sfaccettature, e per l’immenso patrimonio monumentale che caratterizza il nostro Paese nella sua unicità.
da www.partitodemocratico.it