Giorno: 24 Marzo 2011

"Esami spostati, lauree in forse, più tasse. L'effetto-Gelmini è il caos negli atenei", di Manuel Massimo

Non solo il blocco per l’organizzazione di didattica e ricerca. La riforma sta producendo disagi e ostacoli enormi per gli studenti che vedono cambiare all’improvviso i loro percorsi di studio. O, soprattutto, si trovano in assenza di certezze. Segnalate casi e disfunzioni. Allarmi e proteste ormai non si contano: le funzioni della ricerca (tutte), la chiamate di progettisti, associati e docenti sono bloccate. La legge – e si sapeva – ha bisogno di molteplici decreti che il governo dimentica. La Legge Gelmini, varata con l’intento di “mettere ordine” negli atenei, sta producendo situazioni caotiche fin dalla sua entrata in vigore, ormai due mesi fa. Sono gli effetti macroscopici che abbiamo raccontato nella prima puntata di questa inchiesta. Ma non si tratta di fisiologici “effetti collaterali”: l’Effetto-Gelmini sta colpendo i gangli del sistema universitario omettendo di dare risposte certe, coperture di spesa e soluzioni pratiche per i mille problemi con cui devono confrontarsi ogni giorno studenti, docenti e tutte le altre figure che animano il variegato microcosmo universitario. Le disfunzioni riguardano molteplici aspetti della vita tra …

"Perché l'Italia non cresce", di Fabrizio Galimberti

«Giudica un uomo dalle sue domande piuttosto che dalle sue risposte», disse Voltaire. E oggi non c’è domanda più importante di questa: perché l’Italia non cresce? Perché quando le cose vanno male da noi vanno peggio e quando vanno bene da noi vanno meno bene? Perché negli ultimi quarant’anni siamo cresciuti meno delle altre aree del mondo, sia quelle lontane che quelle vicine? Perché questo divario di crescita si è ancora allargato negli ultimi anni? Non c’è domanda più importante, si è detto. Ed è una domanda che dobbiamo porci, insistentemente e ossessivamente, anche se non avessimo le risposte. Perché è la domanda giusta da fare, perché la crescita è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per risolvere i problemi: con la crescita possiamo affrontarli, senza crescita tutto si aggrava. Di fronte a questa domanda sono possibili diverse risposte. Sbarazziamo dapprima il campo dalle risposte sbagliate: alcuni mettono la testa nella sabbia, o dicendo che le cifre non sono vere, o rifugiandosi in uno sterile “moralismo economico”: noi siamo formiche e gli altri crescono …

"I conti del raìs. La lista segreta", di Federico Fubini

Esiste presso il Consiglio di sicurezza dell’Onu una notifica che intende risparmiare ai libici il destino toccato, fra gli altri, ai cittadini di Panama, della Nigeria o di Haiti. Una costante tiene insieme questi popoli così diversi: al termine di paurose dittature, hanno perso il filo di certi conti bancari in precedenza controllati dal regime. In quei casi erano fondi depredati da tiranni come Sani Abacha, Manuel Noriega o François Duvalier. Stavolta in gioco c’è il patrimonio della Banca di Libia: oltre cento miliardi di dollari da tutelare perché restino ai libici se e quando Muammar Gheddafi non sarà più il leader di quel che resta della Jamahiria. La lista è depositata al Palazzo di Vetro da prima che il Consiglio di sicurezza desse il via ai bombardamenti. Da tempo era chiaro che i dettagli in quel pezzo di carta un giorno potrebbero tornare utili: in futuro nessuno in Libia o fuori potrà dire che le cose stavano diversamente, che quei soldi non sono libici, o non sono mai esistiti. Si tratta di una precauzione …

"Grandi manovre sull’università La disfida per la guida dei rettori", di Lorenzo Salvia

Continuità o alternativa? I due fronti dopo le dimissioni di Decleva. «È come quando si sceglie la città che si prende le prossime Olimpiadi» , dice il rettore di una grande università italiana, quasi sussurrando al telefonino. E il paragone non è un complimento: «Per le Olimpiadi, il voto del Gabon vale come quello degli Stati Uniti. Per il presidente della conferenza dei rettori il voto di una piccola universitucola fondata cinque anni fa ha l’identico peso di quello un ateneo grande e con una storia secolare» . Una testa, un voto: e allora? «Il rischio è tutti vadano a caccia del voto del Gabon e dei suoi fratelli» . Proprio quello che sta già accadendo. Fra due settimane i rettori italiani sceglieranno il loro nuovo presidente. Enrico Decleva, Magnifico della Statale di Milano, lascia con qualche mese di anticipo la poltrona che occupa dal 2008. Come in ogni elezione che si rispetti il bivio è quello di sempre: continuità o cambiamento? Non si tratta di una discussione filosofica, però. La Crui, così si chiama …

"Un premier sotto ricatto", di Massimo Giannini

Un presidente del Consiglio sotto ricatto. Un governo a responsabilità e a sovranità limitata. Da qualunque parte la si osservi, l´Italia offre di sé un´immagine da fine Impero. Sul palcoscenico vediamo la tragedia della guerra e i grandi orrori della dittatura gheddafiana. Nel retropalco, al riparo dagli sguardi di un´opinione pubblica confusa e disinformata, non vediamo la commedia della destra e i piccoli orrori della «democratura» berlusconiana. La «promozione» di Saverio Romano a ministro è l´ultimo insulto al buon senso politico e alla dignità istituzionale. L´emendamento sulla prescrizione breve per gli incensurati è l´ennesimo schiaffo allo Stato di diritto.Ciò che è accaduto ieri al Quirinale è la prova, insieme, della debolezza e della sfrontatezza del presidente del Consiglio. Berlusconi paga a caro prezzo la vergognosa «campagna acquisti» che in questi mesi gli ha consentito prima di evitare il tracollo al voto di sfiducia del 14 dicembre, poi di puntellare la maggioranza dopo la fuoriuscita dei futuristi di Gianfranco Fini. La sparuta pattuglia dei cosiddetti «responsabili», assoldati tra le anime perse dei «disponibili» di Transatlantico, gli …

Scuola, 917 docenti in meno e 4300 alunni in più in Toscana

Allarme cattedre confermato dai dati ufficiali. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Angela Palamone ha comunicato che saranno 917 i posti del personale docente in menoper il prossimo anno scolastico in Toscana. Secondo le indicazioni ministeriali la ripartizione prevede 3 posti in meno nella scuola dell’infanzia, 498 nella primaria, 24 nella media e 392 sulle superiori. Ma il direttore frena. «È ancora tutto in fase di elaborazione – dice Palamone-ho riunito gli uffici lunedì, stanno facendo la mappa delle scuole, poi riunirò i sindacati e parlerò con gli enti locali». Prima sarà definito l’organico delle scuole primarie, in seguito quello degli istituti di secondo grado. «Cerchiamo di confermare il più possibile il tempo pieno», assicura Palamone. Non sarà facile, già lo scorso anno i tagli hanno inciso in modo drastico sul tempo scuola costringendo molte famiglie a optare per moduli di 27 o 30 ore perché non c’era personale sufficiente a garantire il tempo pieno. Il sindacato è sul piede di guerra. Per la Cgil la situazione è ancora più drammatica di quanto già non appaia. …

"Una nomina in cambio di due voti", di Marcello Sorgi

Fino a un po’ di tempo fa (e verrebbe da dire fino a qualche giorno fa) fare ministro un indagato era considerato inopportuno, se non proprio impossibile. Per dire: Bettino Craxi, che nel 1992 doveva addirittura essere nominato primo ministro, non lo fu perché sulla sua testa stava per abbattersi la tempesta di Tangentopoli, e al suo posto fu chiamato Giuliano Amato. Aldo Brancher, che era entrato nel governo in fretta e furia e senza compiti chiari, per salvarsi da un processo in cui di lì a poco sarebbe stato condannato, dovette uscirne dopo tre giorni non appena emerse chiaramente qual era la vera ragione che lo aveva spinto così in alto. Inoltre a Claudio Scajola, dimessosi da ministro per la storia ormai arcinota della casa al Colosseo in parte regalatagli dalla «cricca» delle Opere pubbliche, e deciso a rientrare in gioco dopo aver sistemato alla meno peggio lo scandalo, era stato opposto un deciso rifiuto motivato puntualmente con sondaggi commissionati da Palazzo Chigi. Sondaggi che avrebbero dimostrato come Scajola, malgrado il «mea culpa», non …