Giorno: 22 Marzo 2011

Economia, il Pd sfida il governo. «Pronti a discutere le riforme», di Simone Collini

«Noi siamo pronti a discutere in Parlamento di riforme economiche, se si vogliono fare sul serio». Pier Luigi Bersani lo dice al termine di un incontro a porte chiuse con i vertici di Confindustria, Confcooperative, Cgil, Cisl, Uil e altre associazioni di imprenditori e di lavoratori. Un appuntamento voluto dal leader del Pd per illustrare alle parti sociali il Piano per la crescita e le riforme messo a punto dal suo partito. Novanta pagine che spaziano dalle proposte di riforma fiscale a quelle per il rilancio della politica industriale, dal lavoro alle pensioni, dalla Green economy al Mezzogiorno, e che sebbene il responsabile Economia del Pd Stefano Fassina definisca «un contributo» al Piano che dovrà presentare a Bruxelles entro metà aprile il nostro governo (così come quelli di tutti gli altri Paesi Ue) è «alternativo» alle politiche del centrodestra e costituisce una sfida lanciata a un esecutivo che, denuncia con «preoccupazione» Bersani, «non si occupa di lavoro, redditi, servizi». Questioni, dice il leader Pd, «rimaste senza presidio» e che andrebbero invece urgentemente affrontate da un …

"Accogliere, si può fare così", di Massimo Livi Bacci

Venerdì scorso le commissioni esteri e difesa dei due rami del parlamento, a larghissima maggioranza, hanno autorizzato il governo – rappresentato da Frattini e La Russa – ad aderire alla risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza ed a prendere le decisioni operative conseguenti. A questo scopo concediamo basi aeree, mobilitiamo mezzi navali, allertiamo gli aerei: in altre parole anche noi siamo “scesi in guerra” con Gheddafi. Il governo è unanime? Non sia mai: Berlusconi fa dichiarazioni che suonano come una presa di distanza dai due ministri; Bossi e Calderoli sono contrari, Maroni spera che il blocco navale serva a respingere i profughi più che a rafforzare l’embargo di armi. Ci aspettiamo che, quanto prima, traducano il dissenso in dimissioni. Lo richiede la coerenza, lo impone la ragion di stato: quale credibilità internazionale ha un governo che prende impegni non condivisi da uno dei due partner della coalizione politica che lo sorregge? Eppure l’Italia potrebbe ricavarsi un ruolo strategico nella coalizione, il cui compito primario è la protezione dei civili libici. Sei milioni e mezzo sono …

"Fine vita, una legge che sa di muffa", di Aldo Schiavone

Non c´è, per gli umani, esperienza più soggettiva e incomunicabile della morte: ma insieme anche più condivisa. Questo doppio statuto – il massimo dell´impenetrabilità per il massimo della diffusione – contribuisce ad avvolgerla in un paradosso d´ombra che sempre si rinnova, e da cui non si esce. Ma non è solo un grumo pietrificato nell´immobilità, la morte. Per attenuare l´impatto emotivo della sua presenza, la fantasia mitico religiosa di molte civiltà ha spesso cercato di distendervi sopra immagini meno dure, che racchiudessero almeno un punto di luce. Fra le più comuni, quelle del viaggio, della partenza: con acque da attraversare e nocchieri da ricompensare, fino alle parole struggenti del Vangelo di Luca – «Ora lascia che il tuo servo vada, Signore… Nunc dimittis servum tuum, Domine», o al congedo misterioso e incantato di Socrate dai suoi giudici, nell´apologia platonica. È anche storia, dunque, la morte. Storia delle emozioni che induce; storia delle pratiche – tecniche e sociali – che l´accompagnano e ne definiscono la condizione. Ebbene, è proprio questo punto capitale – della storicità del …

"Allarme precari, 34 mila a rischio", di Alessandra Ricciardi

Fortuna che ci saranno circa 30 mila pensionamenti. Fortuna, ché così bilanciano i 19 mila tagli e anzi lasciano sul mercato circa 11 mila posti da far coprire con nuove assunzioni, a tempo indeterminato o determinato lo si vedrà nelle prossime settimane. E così il numero dei precari aspiranti a un’assunzione prioritaria dovrebbero calare a 13-14 mila, rispetto ai 25 mila dello scorso anno. Ma il problema vero è che per il prossimo anno non ci sarà nessuna misura speciale per la tutela dei precari che hanno perso il posto a seguito del piano di razionalizzazione del governo avviato con il decreto legge 112/2008. Il cosiddetto salvaprecari, infatti, non è stato rinnovato dal Milleproroghe. Lo scorso anno ci sono state 25 mila domande di accesso dei prof al salvaprecari, la lista regionale per le assunzioni prioritarie, quest’anno è probabile che il numero scenda di 11 mila unità,visti i pensionamenti che hanno sueprato i tagli (il discorso ovviamente non tiene conto delle corrispondenze tra cattedre): si arriverebbe cosi a circa 14 mila docenti. Diverso il discorso …

"Il Pd chiama, il governo si spacca", di Rudy Francesco Calvo

I democratici non cambiano idea: con l’Onu per cacciare Gheddafi, ma l’esecutivo non c’è. Mentre il governo oscilla tra le posizioni interventiste del ministro La Russa e lo scetticismo della Lega, il Partito democratico prova a tenere ferma la barra sul rispetto assoluto della risoluzione approvata dal consiglio di sicurezza dell’Onu. La quale, ricorda Pier Luigi Bersani, «non prevede un intervento armato per abbattere Gheddafi, ma un intervento per impedire che Gheddafi colpisca la sua gente». È questa la posizione che i dem auspicano che sia assunta dall’Italia. «Da lì in poi – aggiunge il segretario – ci sarà il compito della politica e della diplomazia» per «favorire un processo pacifico di transizione e cambiamento, come è avvenuto negli altri paesi del Nord Africa». Per il momento, comunque, Massimo D’Alema ricorda che «da quando è in azione la missione internazionale il numero dei morti è diminuito, non è aumentato, perché si è impedito a Gheddafi di sparare contro la popolazione». Il Pd chiederà oggi alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio di fissare un voto in …

"Il processo breve di re lanterna", di Franco Cordero

Vanno in scena trucchi berlusconiani. Sui tribunali e corti d´Italia pende la minaccia d´una mutazione mai vista nella monstrorum historia. I processi durano troppo. Vero, e in larga misura dipende da procedure perverse: ormai il capolavoro difensivo sta nello schivare la decisione sul merito (se esista o no un colpevole), finché la prescrizione inghiotta reato, pena, processo; già accorciati pro domino, i termini aspettano un secondo taglio. Gl´intenditori sanno quale sia l´antidoto: tempi stretti, economia verbale, contraddittorio serio, disciplina dell´udienza, ossia garantismo accusatorio; ma bisogna rimettere le mani nel codice estirpando antichi vizi; argomento malvisto dai dulcamara Pdl, nel cui quadro mentale la procedura è arte del perditempo leguleio (ad esempio, togliere al giudice il vaglio d´ammissibilità e rilevanza della prova, sicché l´imputato ricco, astutamente assistito, ingolfi il dibattimento d´oziose messinscene istruttorie allungandolo finché vuole). Ed ecco il rimedio sovrano: imporre termini perentori, correlativi alle varie fasi (dall´imputazione all´accusa o non doversi procedere, dibattimento, appello, procedimento in cassazione, eventuale sèguito); scaduto uno dei quali, voilà, il processo svanisca, anche fossero state emesse condanne all´ergastolo, magari …

"Le lattughe di Cernobyl", di Guido Ceronetti

Chi ha ricordi ricorda. Fummo rassicurati subito. Il prof. Colombo che dirigeva l’Ente nucleare, dichiarò subito che l’Italia, certo per i suoi meriti angelici, non sarebbe stata toccata dalla nube radioattiva. Così annunciavano le testate. Poi sì, sarebbe stata toccata, ma appena con deflorazione evangelica, qualche minima ricaduta in Veneto, guardarsi dai funghi sarebbe stato uno scrupolo sufficiente. La fortunata penisola fu invece trattata con rudezza dalla celebre nube, che generò leucemie e tumori e provocò nella gente una violenta rivolta contro il piano perfettamente delirante del prof. Felice Ippolito, che avrebbe disseminato centrali nucleari come gustose noccioline un po’ dovunque. (L’atomo, in verità, non fu mai popolare in Italia). Le diete subirono variazioni travolgenti. Il nostro ministero di allora della Sanità dettò regole drastiche. Comparvero sui banchi dei piccoli e grandi mercati ortofrutticoli soltanto ortaggi cresciuti sottoterra, indubitabili: non vedevi che mucchi di carote, cipolle, patate, rape. Una barba! Ma lo spettro del reattore quattro di Cernobil era là, guatava ogni nostro movimento e boccone. Il Giappone ufficiale e quello macrobiotico proposero il consumo …