"Perché è possibile rinunciare al nucleare", di Mario Pirani
Ho sempre avuto grandissima stima ed affetto per Umberto Veronesi come uomo e come Maestro delle scienze medico-chirurgiche. La sua competenza oncologica rende altresì, sotto questo aspetto, prezioso il contributo che potrà dare all´Agenzia della sicurezza nucleare che è chiamato a presiedere. Ma, mentre apprezzo la conclusione del suo articolo (Repubblica del 19 marzo) circa l´opportunità di una moratoria per dar tempo a un ripensamento, nutro forti dubbi sulla sua affermazione secondo cui sarebbe «scientificamente vero che senza l´energia nucleare il nostro pianeta, con tutti i suoi abitanti, non sopravviverà, per cui non dobbiamo fare marcia indietro, ma andare avanti, ancora più in là con la conoscenza». Temo che questa convinzione non poggi allo stato dei fatti su basi solide. Oggi resta purtroppo incontestabile che nessuno è ancora in grado di valutare quali possono essere nel tempo e nello spazio i danni di una catastrofe nucleare. È una non misurabilità che si accompagna alla constatazione che non esistono finora difese preventive (ancor meno per i depositi del materiale fissile consumato) tali da garantire il 100% …