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Vittime mafia, il giorno del ricordo Ingroia: "Un grande segnale"

A Potenza la 16esima edizione dell’iniziativa per ricordare le persone uccide dalla criminalità. Don Ciotti: “L’elenco è sempre più lungo, ma il nostro Paese se ne dimentica troppo in fretta”. Ingroia: “Ecco l’talia che crede nella giustizia e nella Costituzione”. Un elenco sempre più lungo, e un Paese dalla memoria corta. Così don Luigi Ciotti alla partenza del corteo con il quale si è aperta a Potenza la 16esima Giornata della Memoria, organizzata dall’associazione Libera 1 per ricordare le vittime della criminalità organizzata. “Il nostro Paese si è dimenticato troppo in fretta di tanti nomi di persone uccise dalle mafie – ha detto il sacerdote, responsabile nazionale dell’associazione – per questo ogni anno vogliamo leggere quello che, purtroppo, è un elenco sempre più lungo. Così come è importante che l’impegno sia di tutti i giorni perché la speranza e la libertà devono essere un impegno quotidiano”.

Ad aprire il corteo, partito da piazza Bologna e poi confluito nel piazzale antistante la Regione, c’erano Filomena Iemma e Gildo Claps, ovvero la madre e il fratello di Elisa, la 16enne di Potenza scomparsa il 12 settembre 1993 e il cui cadavere è stato rinvenuto un anno fa nel sottotetto di una chiesa. Migliaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione, 80 mila secondo gli organizzatori, la metà secondo la Questura. Oltre a don Ciotti, anche l’animatore dell’organizzazione in Basilicata, don Marcello Cozzi. In corteo i parenti delle 900 vittime delle mafie i cui nomi sono stati elencati ieri sera in una veglia di preghiera e che sono stati ricordati anche oggi, al termine del corteo, prima degli interventi
finali. “Qui c’è gran parte dell’Italia buona – ha detto il presidente della giunta regionale della Basilicata, Vito De Filippo, in corteo con la moglie – e non possiamo non esserci anche perché, soprattutto nel Mezzogiorno, le infiltrazioni malavitose sono un freno straordinario alla crescita e allo sviluppo. Una nuova Italia non si può costruire senza l’impegno di tutti, ciascuno con le proprie responsabilità”.

Fra gli interventi che si sono avvicendati sul palco, anche quello del procuratore aggiunto di Palermo, Antonino Ingroia, già nei giorni scorsi vittima di un attacco da parte della maggioranza dopo il suo intervento sul palco di piazza del Popolo, a Roma, nel corso della manifestazione del 12 marzo in difesa di scuola pubblica e Costituzione. “Quello di oggi è un grandissimo segnale di un’Italia che crede nella lotta alla mafia, nei valori della Costituzione, della libertà e della giustizia”, ha detto Ingroia, che poi, incalzato dai cronisti, ha ribadito la sua posizione in merito alla riforma della giustizia varata dal governo: “Quando ci ritroveremo con una magistratura indifesa e inefficiente non si dica che noi non lo avevamo detto”.

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