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"La Cina supera gli Stati Uniti e diventa (anche) il primo produttore manifatturiero mondiale", di Stefano Natoli

Cina, un sorpasso tira l’altro: ora Pechino è anche il primo produttore manifatturiero mondiale (Corbis). Dopo il sorpasso sul Giappone, che le ha ceduto il secondo posto nell’economia mondiale, nel 2010 la Cina ha strappato agli Stati Uniti il titolo di maggiore produttore manifatturiero mondiale. A certificarlo è un’analisi di Global Insight, che incorona Pechino leader con una produzione manifatturiera pari al 19,8% di quella mondiale a fronte del 19,4% di quella americana. La produzione manifatturiera cinese è salita da 1.690 miliardi di dollari nel 2009 a 1.995 miliardi di dollari nel 2010, risultando «più grande dei 1.952 miliardi di dollari degli Usa, la cui economia è quasi tre volte quella cinese».

I settori manifatturieri americano e cinese sono ognuno circa il doppio di quello giapponese, il terzo maggior produttore al mondo, e tre volte la Germania. In termini di produttività, però, gli Usa continuano a primeggiare sulla Cina: «con 11,5 milioni di addetti il settore manifatturiero americano produce circa lo stesso valore di quello cinese, che vanta 100 milioni di addetti».

A febbraio, tuttavia, l’attività manifatturiera cinese ha proseguito nel suo movimento di rallentamento iniziato nel mese di dicembre: l’indice Pmi dei manager agli acquisti pubblicato dalla banca Hsbc é sceso da 54,5 a quota 51,7. Questo dato «ha confermato che la crescita del settore manifatturiero si sta placando», ha detto il capo economista presso la banca britannica, Qu Hongbin. Che ha aggiunto: «Questa però é una buona notizia dal momento che una crescita più lenta é utile per controllare l’inflazione».

La lotta all’inflazione fra le priorità del governo
Inflazione che rimane una preoccupazione costante per le autorità di Pechino. Chiudendo l’Assemblea Nazionale del Popolo, assise durante la quale è stato approvato il dodicesimo piano quinquennale di sviluppo economico e sociale, il premier Wen Jiabao, ha infatti inserito il controllo dei prezzi nelle priorità di politica economica del governo per il 2011. Wen ha paragonato l’inflazione a una tigre: «una volta che scappa, è difficile catturarla di nuovo». Considerando anche il potenziale impatto degli sviluppi in Asia occidentale e nel Nord Africa, che sta mettendo sotto pressione i prezzi del greggio: «L’inflazione importata – ha detto il premier – è qualcosa che non possiamo controllare facilmente. Al tempo stesso stiamo affrontando un’inflazione strutturale a causa della crescita del costo del lavoro e dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. Dobbiamo prestare la massima attenzione a questi problemi e cercare di risolverli».
A febbraio, comunque, l’inflazione è rimasta stabile al 4,9%, anche se l’indice dei prezzi alla produzione – che segna un +7,2% – segnala una tendenza al rialzo che potrebbe determinare un’ulteriore pressione inflazionistica nei prossimi mesi rendendo necessaria una stretta di politica monetaria.

Il Sole 24 Ore 19.03.11