“Abbiamo deciso oggi – nella settimana dedicata alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e nel giorno in cui il Senato da l’ok per la messa al bando delle bombe a grappolo, che ogni anno colpiscono 11 mila persone di cui un quarto sono bambini – di testimoniare la nostra stima, il nostro rispetto e la nostra vicinanza alle forze armate, i militari vicini ai cittadini”. Così Emanuele Fiano, Presidente del Forum Sicurezza e Difesa del Partito Democratico, ha introdotto la conferenza stampa in cui alla Camera sono stati presentati “Al fianco dei militari – viaggio per le caserme d’Italia” e una parte dei risultati dell’attività svolta dalle commissioni difesa dei due rami del Parlamento. “Il nostro viaggio nasce dall’esigenza di conoscere e far conoscere a fondo il mondo della Difesa, un mondo con peculiarità non facilmente riscontrabili in altri settori della vita del Paese. Crediamo che sia necessario da parte della politica un doveroso riconoscimento da rivolgere agli operatori con le stellette che in silenzio e con professionalità, e purtroppo a volte a costo della vita, svolgono funzioni preziose e delicate. Nonostante il massimo impegno del personale sono emerse difficoltà a migliorare le condizioni di vita di chi opera all’interno delle caserme. I tagli, oltre un miliardo e 800 milioni di euro la maggior parte dei quali dal capitolo dell’esercizio rendono difficile provvedere a un adeguamento degli alloggi e svolgere un’attività addestrativa. Il senatore Del Vecchio ha poi proseguito snocciolando gli imponenti numeri del viaggio per le caserme del Paese: “sono state toccate 16 regioni con la visita di 51 comandi e unità, il coinvolgimento di 60 parlamentari ma soprattutto con l’incontro in questo anno di lavoro di oltre 20.000 militari, davvero un risultato di partecipazione fantastica”. “Quello del governo è un patriottismo solo di facciata” dice la vicepresidente della commissione difesa del Senato Roberta Pinotti: una azione inconcludente che trascurerebbe i veri problemi del settore. La senatrice PD, prima firmataria del progetto di riforma della legge sulla rappresentanza militare, continua: “quella della rappresentanza militare un disegno di legge che intende corrispondere un ruolo di parte sociale del COCER e la piena titolarità dell’organismo rappresentativo nei procedimenti di negoziazione con piena fiducia alla rappresentanza elettiva. Accanto a questa prevediamo nel nostro DDL il diritto di associazione senza più il preventivo assenso del Ministro della difesa. Un quadro, quindi, basato su una concezione nuova, che crediamo più in linea con le aspettative e le giuste istanze del mondo militare”. Tra gli altri progetti di legge che vogliamo ricordare c’è sicuramente quello relativo alla legge quadro sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali la cui funzione è duplice: da un lato, assicurare un quadro legislativo stabile a tutte le missioni umanitarie e internazionali, dall’altro, disporre che l’autorizzazione o la proroga delle missioni – pur in presenza di una disciplina legislativa a regime e di una copertura finanziaria divenuta ormai pluriennale ai sensi della legge 27 dicembre 2006, n. 296 – debba essere comunque periodicamente disposta con un atto normativo di rango primario, in modo da in modo da garantire il sistematico ricorso alla decisione parlamentare su una materia così delicata o ancora il DDL per conferire al Governo sulla delega per l’adozione del nuovo codice penale militare di pace. Dopo la vicepresidente Pinotti è il turno del capogruppo in commissione alla Camera Antonio Rugghia che tra l’altro ha rivendicato il lavoro parlamentare per migliorare Difesa servizi S.p.A.
Il fatto che la nascita della società “Difesa servizi spa” è stata effettuata con un emendamento alla finanziaria e quindi senza che vi sia la Relazione tecnica, solleva molti e gravissimi dubbi, in particolare, in merito al perimetro dei compiti della società. I dubbi principali riguardano, in sintesi, cosa potrà acquistare e cosa potrà vendere del patrimonio dello Stato? Altro punto preoccupante è la connessione con la legge 99/09, che consente al Ministero della difesa di affidare in concessione a soggetti privati aree militari, infrastrutture e beni del demanio militare, per installarvi impianti energetici. Per cui, una società privata si candida ad acquisire sul mercato e/o a realizzare impianti energetici (centrali nucleari o termovalorizzatori, ecc) vendendo l’energia prodotta a terzi. Il tutto sotto le insegne “area militare, limite invalicabile” con la conseguenza cioè di affievolire o annullare qualsiasi possibilità di controllo da parte degli organi amministrativi e delle istituzioni locali. E nel caso di impianti inquinanti e potenzialmente pericolosi questo non è ammissibile”.
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