Giorno: 16 Marzo 2011

"L’Unità d’Italia? Oggi è un appello per salvare la nostra cultura", di Valentina Grazzini

Ma qual è, a maggior ragione oggi, il collante di un paese? La cultura: ecco perché stanotte Anna Bonaiuto ed Elisabetta Pozzi leggeranno in contemporanea, a Firenze e a Roma, un appello contro i tagli. Per ironico gioco di retorica le due parole che più ricorrono in questi giorni sono unità e tagli. Mentre viene celebrato il 150esimo della nascita dell’Italia, se ne distrugge a uno dei fondamenti su cui fu costruita, la cultura. Ma forse proprio su questo ossimoro può misurarsi il senso di appartenenza degli italiani. Tante sono le occasioni di pensare all’Unità: a Roma l’evento sarà celebrato con la Notte tricolore che offrirà concerti, spettacoli teatrali, animazioni di strada, mostre, letture, illuminazioni, proiezioni, fuochi pirotecnici e lectio magistralis. E quasi tutte le iniziative saranno gratuite (programma completo su www.italiaunita.it). La fitta agenda romana del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano partirà con la visita all’Altare della Patria, proseguirà al Pantheon per deporre una corona d’alloro sulla tomba di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re d’Italia, per poi toccare il Gianicolo, il complesso …

"Sondaggio Ipr, Berlusconi in calo testa a testa tra le coalizioni", di Matteo Tonelli

La rilevazione mensile vede una costante discesa della fiducia del premier che si ferma al 33%. Tra i ministri bene Maroni e Alfano. Se si votasse oggi sarebbe una gara all’ultimo voto tra centrodestra e centrosinistra. Nonostante le continue manovre di allargamento della maggioranza parlamentare, nonostante l’ottimismo sparso a piene mani sulla tenuta dell’esecutivo, la fiducia in Silvio Berliusconi continua a calare. E a nulla è servito il varo della riforma della giustizia, tema che il Cavaliere ritiene essere prioritario negli interessi del Paese. Paese che però, a giudicare dall’ultimo sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it, sembra poco sensibile all’attivismo in materia del governo. I dati della fiducia sono chiari. Quella di Berlusconi è in calo. Rispetto allo scorso mese sono due i punti percentuali in meno. Un 33% lontanissimo non solo dal 60% del settembre 2008 (punto di massimo gradimento), ma anche dal 40% del gennaio 2011. In tre mesi, insomma, la discesa è stata costante. Otto punti in meno a testimonianza delle difficoltà che vive il Cavaliere. Per quanto riguarda l’esecutivo, la percentuale di …

"I tempi nuovi di Aldo Moro", di Pio Cerocchi

Le date del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, sono incise nella storia dell’Italia. Anzi ne segnano una svolta: in quella primavera, infatti, finì la politica democristiana ed ebbe inizio il cammino che attraverso fasi diverse e apparentemente anche contraddittorie, si è poi compiuto nella forzatura della democrazia in favore del potere personale, oggi giunto al suo apice (e tanto vale per la sua evidenza, non parlarne affatto). Per questo fondamentalmente il ricordo di Aldo Moro non può essere rituale, ma storico e politico. Cominciando dalla discussione sulla periodizzazione della storia italiana recente. Con molti buoni argomenti Roberto Fontolan e Antonio Socci fissarono con un celebre (e per certi aspetti impietoso) saggio, il termine nel quale la storia italiana sarebbe finita e, quindi, ripartita. Quella data era il 1974, l’altra primavera nella quale con il referendum sul divorzio si bruciò la convinzione (un po’ ottusa) di un’Italia a maggioranza “cattolica”. Con la vittoria dei divorzisti l’idea di una cristianità capace di costituire il principale orientamento culturale del paese venne …

Garante per l'infanzia governo battuto due volte

La maggioranza va sotto su emendamenti del Pd alla legge che istituisce il Garante. Decisive le assenze fra i banchi della maggioranza. Il Pd: “Sono 69 volte che battiamo la maggioranza”. Governo battuto due volte nell’Aula della Camera su emendamenti del Pd alla legge che istituisce il Garante per l’Infanzia su cui l’esecutivo aveva espresso parere contrario. In entrambi i casi sono state decisive le assenze nei banchi della maggioranza. Il primo emendamento è passato con 262 no e 271 sì e un astenuto. Il secondo con 268 sì, 262 no e due astenuti. Poco prima il governo ha rischiato di essere battuto su un altro emendamento, questa volta dell’Idv, su cui c’era il parere contrario. In quel caso, però, l’emendamento era risultato bocciato in quanto c’era stata parità tra i favorevoli e i contrari (260 a 260). L’emendamento del Pd conferisce al Garante per l’infanzia il potere di segnalare, in caso di emergenza, alle autorità giudiziarie competenti, la presenza di minori in stato di abbandono al fine di una loro presa in carico. Il …

Intervista a Ibrahim Dabbashi «Il raìs farà di Bengasi una nuova Srebrenica. Il mondo deve fermarlo», di U.D.G.

L’ex diplomatico passato con gli insorti: «All’Onu bisogna battersi per linea dura di Parigi e Londra. All’Italia chiediamo più coraggio, più determinazione. Chiediamo fatti e non parole. Perché sui fatti che sarà valutata dal popolo libico che si è rivoltato contro la dittatura di Muammar Gheddafi. Se il governo italiano non assumerà un atteggiamento più intransigente, ci saranno in futuro serie ripercussioni nelle relazioni tra i due Paesi, perché il popolo libico si libererà di Gheddafi. L’Italia deve cambiare atteggiamento». A sostenerlo è uno dei diplomatici di primo piano che è passato dalla parte degli insorti: l’ambasciatore Ibrahim Dabbashi, numero due della delegazione libica alle Nazioni Unite. «Gli aiuti umanitari sono importanti ma non bastano. All’Italia – afferma Dabbashi – chiediamo di essere dalla parte di Francia e Gran Bretagna nel sostenere l’istituzione di una “no fly zone” sulla Libia. Procrastinare questa decisione, o osteggiarla nei fatti, significa fare il gioco di Gheddafi. Esserne complici». «Non abbiamo bisogno di aiuti militari, non chiediamo l’intervento militare di alcun Paese – ribadisce l’ambasciatore Dabbashi il popolo libico …

"Riformano i magistrati, non la giustizia" di Gian Carlo Caselli

La sedicente riforma della Giustizia ideata dal governo, non è un’operazione indolore per la sicurezza dei cittadini. Le ripercussioni negative sul versante delle indagini saranno tante. Anche per le inchieste di mafia. Chi studia l’evoluzione delle mafie constata che per realizzare i loro affari esse hanno bisogno di commercialisti, immobiliaristi, operatori bancari, amministratori e uomini delle istituzioni (la cosiddetta “borghesia mafiosa”). Sempre più si infittiscono gli intrecci con pezzi del mondo politico e dei colletti bianchi. I transiti di denaro sporco nell’economia illegale si intensificano. Spesso le istituzioni criminali e quelle legali si contrastano, ma senza volontà di annientarsi, nel senso che sono piuttosto alla ricerca di equilibri. Diventa sempre più difficile – allora – stabilire la linea di confine fra lecito e illecito all’interno delle attività economiche, finanziarie e produttive. Per impedire che risuonino ancora oggi le parole di Giovanni Falcone circa il timore che “non si voglia far luce sui troppi, inquietanti misteri di matrice politico-mafiosa per evitare di rimanervi coinvolti”, è necessario allora che le indagini di mafia siano condotte da una …

"Atomo e arroganza ideologica", di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante

La situazione della centrale di Fukushima è in drammatica evoluzione, e i tentativi volti a minimizzare gli effetti del disastro in corso hanno ormai definitivamente lasciato il posto a timori fondati di un incidente atomico che legherà per sempre il nome della città giapponese a quello di Chernobyl e Three Mile Island. Infatti, anche se nelle prossime ore si riuscisse a bloccare il processo di fusione del nocciolo vincendo questa drammatica battaglia contro il tempo, la quantità di radionuclidi rilasciati comporterà comunque gravi effetti nel tempo sulla salute dei giapponesi. Quarantotto ore fa, proprio mentre si consumava questa tragedia umanitaria e industriale, in un’affollata conferenza stampa un governo annunciava la definitiva approvazione di un grande piano per il nucleare civile. No, non era il governo italiano: a discettare di energia atomica senza neanche un accenno alla possibilità che in Giappone stesse per fondere il nocciolo di una centrale nucleare, era il premier cinese Wen Jiabao. Il parallelismo con l’Italia è nelle cose: anche da noi, unico caso in Occidente, il governo ha reagito alla catastrofe …