Il Segretario Pd conclude la Scuola di politica del PD Veneto e annuncia: il 17 marzo saremo per la prima volta all’Altare della Patria. “Fare attenzione al doppio populismo Lega-Pdl: cocktail pericolosissimo”. Il PD sia il Partito di patrioti e riformatori, il 17 marzo saremo per la prima volta all’Altare della Patria. Giustizia: dialogo fumoso, meglio il ‘toscano’. Doppio populismo Lega-Pdl cocktail pericolosissimo. No a ‘santa alleanza’ ma progetto di responsabilità.
Domenica 13 marzo, Pier Luigi Bersani ha concluso i lavori della Scuola veneta di Politica 2011 ad Abano Terme (Padova). Durante l’incontro, dal titolo: “Le parole della Repubblica”, il Segretario nazionale del PD ha discusso con i giovani partecipanti toccando tutti gli argomenti di politica nazionale ed internazionale che interessano in questo momento l’Italia, dando molto risalto all’importanza della celebrazione dei 150 anni di Unità di Italia, che il Partito Democratico ed il Paese si appresta a celebrare il prossimo 17 marzo. Tanti i temi trattati: catastrofe in Giappone, energie rinnovabili, riforma della giustizia, Costituzione e ovviamente Italia 150.
Bersani ha rivolto immediatamente l’attenzione al dramma che in questi giorni sta colpendo il Giappone, in particolar modo agli uomini che stanno tenendo sotto controllo le centrali nucleari. “In questo momento rivolgo un pensiero a quegli eroi in Oriente –ha detto commosso – che stanno cercando di contenere i danni e di mettere sotto controllo le centrali. Quanto a noi siamo stati, siamo e saremo contro il piano nucleare del governo”. Sullo stop agli incentivi alle energie rinnovabili, effettuato dal governo, Bersani ha replicato: “Quella è un’apocalisse dal punto di vista della prospettiva delle imprese, di famiglie che stavano allestendo i loro impianti, dal punto di vista dello sviluppo di un settore che sta dando occupazione”.
Sempre in riferimento al piano energetico complessivo, Bersani ha invitato ”da subito, a correggere il decreto sulle rinnovabili, a realizzare un meccanismo come quello che il Partito Democratico ha proposto, di risagomatura delle incentivazioni, ma con un orizzonte di certezza e stabilità. Altrimenti – ha detto – le banche non danno i soldi, le imprese mettono in cassa integrazione, le famiglie si trovano con gli interventi a metà, come sta succedendo ora in Italia”. Per Bersani, ”questa destra parla sempre di mercato ma non sa come funziona, fermando e lasciando nell’incertezza un intero settore economico. Qui nel Veneto si sa bene di che cosa parliamo – ha concluso – quando Calderoli sente nominare il sole, pensa che si parli di sud, invece le imprese delle rinnovabili sono quasi tutte al nord: sarà meglio capiscano un po’ come è fatta questa Italia. Vedo pericolosamente il ministro del Tesoro Tremonti fare calcoli sulla situazione sociale ed economica del Paese, distinguendo tra Nord e Sud. Invece noi -ha detto Bersani- siamo una economia intrecciata e quando il Sud si avvicina al Nord questo si avvicina all’Europa. Mentre quando il Sud si allontana dal Nord il nord si allontana dall’Europa”.
E in particolare sulla piaga della disoccupazione giovanile in Italia, ha spiegato: “In dieci anni ci siamo spostati in basso rispetto ai nostri partner di riferimento. Nella crisi però siamo arretrati più di altri e adesso stiamo risalendo meno. Il problema -ha ribadito Bersani- è dare una prospettiva di buona occupazione alle nuove generazioni: serve quindi un pacchetto di riforme, anche scomode”.
Sulla riforma della giustizia proposta dal governo, Bersani ha osservato che “se ne parla tutti i giorni, ma la giustizia è ancora ferma al palo. I cittadini non hanno visto un minimo cambiamento e nessuna riforma in campo sociale ed economico, in una situazione di crisi così seria. Il Presidente Silvio Berlusconi cerca sempre lo scontro per mettersi al centro del ring e non stare all’angolo – ha detto Bersani -. Scontro con l’opposizione, con i magistrati, con i giudici, con la Costituzione, la Corte costituzionale, ma questo Paese non ha più bisogno di ring ma di riforme e sono dieci anni che Berlusconi governa, ma noi di riforme non ne abbiamo”.
Bersani poi, commentando la pseudo proposta del premier, di aprire ad un dialogo sulla giustizia ha risposto: “Sento parlare di dialogo ma dialogo è una parola fumosa. Se devo fumare, fumo il Toscano. Non siamo d’accordo con i contenuti di questa riforma per un motivo molto semplice: porta in mano della maggioranza e del Governo un pezzo essenziale dell’esercizio della Giustizia. In più non siamo d’accordo nel tirare una palla nel vuoto per due anni e mezzo mentre la Giustizia per i cittadini soffre ed ha bisogno di riforme concrete”. Per Bersani in sostanza è necessario “intervenire sulla giustizia civile, l’organizzazione giudiziaria, la durata dei processi per i cittadini, il codice penale da riformare, le stesse responsabilità dei magistrati, tutte cose sulle quali abbiamo proposte che sono in Parlamento, se si vuol discutere il Partito Democratico è li”.
Spiegando il progetto del Pd il Segretario ha sottolineato: “Noi siamo un Partito di governo, siamo temporaneamente all’opposizione. Io credo che Berlusconi sia al suo tramonto. Purtroppo un tramonto pericoloso perché oggi come oggi non riusciamo ad affrontare nessuno dei problemi di questo Paese e vediamo picconate anche nei presidi democratici. Noi non stiamo lavorando solo contro, ma stiamo lavorando ‘oltre’: stiamo lavorando per un risveglio dell’Italia. Per noi si tratta di fare opposizione ma anche di costruire un progetto per il futuro. Il futuro siamo noi non lui”. Quindi guardare oltre Berlusconi, in una ‘proposta larga’ tesa ad una fase ricostruttiva: questa è la strategia. “Il PD, tra tutte le opposizioni, ha la responsabilità di un progetto in questo Paese: non ho in mente alcuna ‘Santa Alleanza’ -ha detto Bersani alla platea-. Il progetto si rivolge largamente a tutti i soggetti che sono interessati. Serve darsi la mano rivolgendosi a tutte le forze dirompenti, a cominciare dai movimenti: nel rispetto reciproco di ciascun ruolo. I cittadini di buonsenso hanno capito che è ora di mettersi assieme anche con gente che non collima del tutto, per mandare a casa questo governo. Il sistema dei Partiti non funziona senza un rapporto con i movimenti, poi ci sono le forze politiche di centrosinistra, c’è l’incontro tra chi si definisce moderato e i progressisti. Siamo radicalmente italiani in un Paese che in ogni piazza ha una fontana, una campana, un mercato, il nostro pretende di essere un grande Partito nazionale che ha fiducia nel futuro”.
E durante il suo intervento ci ha tenuto a chiarire che tra Pd e Lega non c’è “nessun avvicinamento, semmai una sfida perché prima o poi questo micidiale cocktail tra populismi leghista e berlusconiano dovrà scollegarsi. Si tratta di due tipi di populismo che non collimano. Siamo gli unici in Europa dove tutti i tipi di populismo sono al governo: bisogna che uno di questi vada fuori perchè altrimenti ci sono dei rischi”. Per esemplificare Bersani ha ricordato come “molti ex colleghi furono affascinati dalla Lega che gridava contro Roma ladrona, dalla Lega di Mani pulite, dalla Lega pulita ma, diciamolo, la Lega oggi ha votato le leggi della cricca”. Bersani ha sottolineato che “dobbiamo dirgliela secca, in modo che la loro gente possa capirlo: la questione è il rapporto tra la Lega e il ‘miliardario’ (Berlusconi), quelli della Lega ne sono complici e azionisti di riferimento e quindi anche loro hanno delle responsabilità. Se non ci fossero loro, non ci sarebbe lui – ha dichiarato – inutile dare tutta la colpa a Berlusconi”.
Il Segretario democratico infine, a margine della conclusione della Scuola di politica del PD, ha fatto un annuncio: “Il 17 marzo per la prima volta un Partito, il Partito Democratico, andrà all’Altare della Patria: è il nostro omaggio al nostro Paese. Esporremo le bandiere italiane e ci ricorderemo, lo voglio dire anche ai miei – ha aggiunto Bersani con soddisfazione – che la parola patriota è sempre stata legata ai ribelli, ai riformatori, mai legata ai conservatori, e quindi voglio che il Partito Democratico sia un Partito di patrioti, di autonomisti veri e di riformatori”.
Bersani, esibendo una coccarda tricolore sul risvolto della giacca è poi tornato a parlare di Costituzione e di valori del Paese.”La buona ragione del Pd, per i festeggiamenti dell’Unità e per andare avanti con la proposta politica, si chiama Italia. Un’Italia diversa da quella che vediamo – ha proseguito – credo che possa riprendere la sua strada nella democrazia, nella Costituzione che è la più bella del mondo. Per una società più giusta che riesca a crescere un po’ e dare lavoro ai nostri giovani. Questo è in sintesi – ha concluso – la nostra missione”.
Anto.Pro.