"Più rispetto per il corpo, più diritti sul lavoro", di Anais Ginori
Le quote rosa per dare un aiuto all’uguaglianza tra generi. Il Parlamento sta per approvare quelle nei consigli d’amministrazione. Un segnale importante per una festa dell’8 marzo che, quest’anno più che mai, ha il sapore della protesta. “Why not?”. Malvolentieri, turandosi il naso, con un po’ di rabbia dentro. Le quote rosa 1 avanzano, nonostante tutto. Anche le più reticenti hanno dovuto mettere da parte l’orgoglio e ammettere che, sì, oggi serve il fatidico “aiutino” per raggiungere la parità. “Perché no?” chiosa Viviane Reding, vicepresidente della Commissione europea, portavoce della nuova battaglia a livello del continente. I sondaggi parlano chiaro: dopo la violenza, la discriminazione sul lavoro è il tema più sentito dalle donne in Europa. E le quote di genere, come sarebbe giusto chiamarle, sono popolari soprattutto tra le giovani, consapevoli di non avere le stesse opportunità professionali dei loro coetanei. Dopo la Norvegia e l’Islanda, anche la Spagna, la Francia, l’Olanda hanno approvato delle leggi per riequilibrare la componente femminile nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in Borsa. Altri progetti sono al …