«Troppi ostacoli. Serve un piano per l’occupazione femminile», di Simone Collini
Quello di domani «sarà l’8 marzo più difficile degli ultimi anni per le donne italiane, che in questa fase di crisi devono fare i conti con un precariato e una disoccupazione che fanno spavento». Ma, forse proprio per questo, e sicuramente pure per la «scossa » arrivata con le manifestazioni del 13 febbraio, sarà anche l’8 marzo in cui «invece della festa commerciale, delle mimose regalate, delle cene fuori da sole, si tornerà a dare a questa data il valore originario di giornata internazionale del lavoro delle donne». Valeria Fedeli è del comitato promotore “Se non ora quando”, che dopo il successo della mobilitazione del mese scorso sta organizzando per domani una serie di appuntamenti in tutta Italia. Sarà che è presidente della Federazione sindacale europea del tessile, ma a più riprese fa il confronto tra la condizione femminile nel nostro paese e negli altri Stati comunitari. E le conclusioni non sono rosee. C’è poco da festeggiare? «Diciamo che l’8 marzo torna ad essere un momento celebrativo per fare il punto su diritti, autonomia, libertà …