"Ora l'orizzonte della legislatura non può limitarsi al rimpasto", di Stefano Folli
Ora che l’ipotesi di elezioni anticipate è stata congelata, rimane un interrogativo: cosa fare della legislatura? È una domanda che riguarda l’insieme delle forze politiche, l’opposizione non meno della maggioranza, ma che tocca in modo particolare l’area del governo. Ed è un punto decisivo perché due anni sono lunghi e se di deve giungere alla fine naturale della legislatura, nella primavera del 2013, è necessario che l’agenda dell’esecutivo sia ricca e convincente. Per ora sappiamo due cose. Primo, che la stabilità della coalizione garantisce a Berlusconi la permanenza a Palazzo Chigi e questa circostanza, a sua volta, rappresenta una carta irrinunciabile nell’eterno duello con la magistratura, quale che sia la strategia processuale affinata dal presidente del Consiglio con i suoi legali. Secondo, che la coesione della maggioranza ha un prezzo ed è il cosiddetto “rimpasto” di governo, con l’aumento del numero di ministri e sottosegretari. L’operazione è inevitabile, visto che il gruppo dei Responsabili ha diritto di far pesare il proprio contributo. Come ha detto ieri sera Saverio Romano, il leader di questo gruppo, alla …