L’eclissi del Pdl costringe il Cavaliere ad abbarbicarsi al Carroccio rampante per continuare a tirare a campare.
Il Pdl si svuoterà sempre di più al nord a favore della Lega mentre al meridione farà sempre più spazio a Forza Sud, filiazione del partito di Berlusconi per il tramite di Gianfranco Micciché. Resterà, il Pdl: ma ridotto a sottiletta, simbolico tessuto connettivo tra Carroccio e Forza del Sud, sempre meno partito dotato di vita propria e sempre più simbolo e “partito del presidente”: del presidente Silvio Berlusconi, beninteso, che nel 2012 vuole ricandidarsi premier di una “federazione” di centrodestra.
Una volontaria, ulteriore destrutturazione e miniaturizzazione del Pdl come prezzo in cambio dell’assicurazione di restare a galla fino alla fine dei suoi giorni. Una prospettiva fantasiosa. Eppure c’è chi nel Pdl afferma che sarebbe questo lo schema di gioco dietro il patto stretto da Berlusconi con un robusto pezzo di Lega, quella di Bossi, del suo ristretto clan e di Calderoli che però, all’interno del Carroccio, pare abbia scatenato un putiferio.
Un patto venuto a galla dietro l’annuncio di Calderoli («I tempi sono quelli che dice lui», ha dato l’avallo Bossi), che sotto questo profilo è stato una bomba: con una mossa che ha spiazzato gran parte della Lega, Calderoli mercoledì sera comunicava che avrebbe chiesto al governo una proroga di quattro mesi dei tempi di approvazione del federalismo: dal 21 maggio al 21 settembre. Dire settembre significa dire che le elezioni anticipate a giugno sono un’opzione ormai archiviata.
Un’enormità, visto che da mesi la Lega preme per fare in fretta, che l’accordo con Tremonti era per cercare di chiudere addirittura entro fine marzo l’approvazione del federalismo e che – a quel punto – una parte della Lega, la base e molti dei “maroniani” sul piede di guerra, avrebbero potuto spingere per elezioni anticipate subito.
Ieri sera nuovo colpo di scena e clamorosa retromarcia di Calderoli, che s’è arrampicato così sugli specchi: «In consiglio dei ministri ho dato il…preavviso della richiesta di proroga». Per il pacchetto dei decreti già noti il termine resta quello di maggio, semmai per «eventuali altri decreti» si potrà andare fino a settembre. Un pasticciato dietrofront, segno che nella Lega c’è turbolenza forte. La decisione di concedere un altro anno di vita al governo Berlusconi, una volta che il Carroccio avrà incassato il federalismo (e messe al sicuro le nomine nei grandi enti, entro aprile), non dev’essere così largamente condivisa tra i leghisti. «Bossi è il vero premier», diceva ieri Fini. Ma regge davvero la colla di Bossi per tenere il Cavaliere ancora su per un anno? Per Berlusconi è questione di vita o di morte. A Bossi ha promesso che si potrà andare al voto tra un anno, a primavera, il Senatùr dovrà tenere buoni i suoi per qualche mese ancora. Il tempo di radere al suolo – con l’operazione Forza del Sud – il Terzo polo di Casini, Fini e Rutelli, che in tutti i sondaggi rappresenta la vera minaccia concentrata nel centrosud in grado di far perdere all’attuale asse Pdl-Lega il senato: e perciò le elezioni politiche.
«L’avevamo visto con la bandana, ora col fazzoletto verde ed è una cosa ugualmente comica», diceva ieri il segretario del Pd Bersani a proposito del Berlusconi travestito da leghista nell’aula di Montecitorio. Ma per quanto sia Carnevale, dietro il Cavaliere con la pochette padana c’era qualcosa di più del ridicolo: c’era l’inizio della mutazione del Cavaliere di gomma che dismette gli emblemi del proprio partito e ostenta quelli altrui, che lascia morire il suo partito per dar forza agli altri partiti o crearne altri ancora, purché lui sopravviva.
da Europa Quotidiano 04.03.11