"La potente impotenza dei partiti", di Luigi La Spina
Saranno 30-40 mila persone, oggi, a decidere il nuovo sindaco di Torino. E’ questo il numero dei simpatizzanti del centrosinistra attesi alle primarie e, data la differenza che ha sempre distanziato questo schieramento dal centrodestra, il vincitore dovrebbe conquistare anche l’eredità di Chiamparino. Eredità difficile quella di uno dei sindaci più amati dai torinesi, più stimato dai cittadini del Nord d’Italia e meno gradito sia alla nomenclatura romana del Pd, sia a quella della capitale subalpina. Perché il successo del passato è sempre un pesante fardello per chi è destinato a raccoglierlo, soprattutto quando il futuro non sembra riservare gli stessi buoni auspici che hanno accompagnato Chiamparino nella sua decennale esperienza sulla poltrona di Palazzo di Città. Tra i cinque personaggi che si sono presentati alla competizione delle primarie, i due veri candidati alla vittoria sono entrambi uomini di partito, dello stesso partito, quello democratico. Il primo è un leader di lungo corso, ex ministro ed ex segretario dei Ds, Piero Fassino, designato dai vertici romani del Pd e sostenuto dallo stesso Chiamparino. Il secondo, …