Mese: Febbraio 2011

"Le acrobazie di una promessa impossibile", di Massimo Bordignon

Il dibattito sul federalismo fiscale è stato finora viziato da un’ambiguità di fondo, contenuta nel disegno di legge originario, ma anche alimentata dalla propaganda politica. Poiché la legge delega recita che l’attuazione del fisco federale debba avvenire senza oneri per lo Stato e a parità di pressione tributaria, se ne è concluso che tutti avrebbero pagato meno tasse o almeno non più tasse di prima. Questa è anche la promessa con cui il governo ha sostenuto il provvedimento: il federalismo porta meno tasse. Ma come mostrano i servizi pubblicati nelle pagine 2 e 3, questo non è necessariamente vero. Anche a parità di pressione tributaria, se la riforma sposta il carico fiscale dei tributi locali da alcuni cespiti o da alcuni contribuenti ad altri, è ovvio che qualcuno ci può perdere e qualcun altro guadagnare. E nel caso del decreto sul federalismo municipale – che sarà con tutta probabilità approvato dal parlamento dopo il pareggio in commissione bicamerale – i perdenti sono per molti aspetti le imprese. Questo è certamente vero nel caso dell’imposta municipale …

"Attività parlamentare al minimo. Solo una legge dall'inizio dell'anno", di Sergio Rizzo

Sempre più brevi i Consigli dei ministri: l’ultimo è durato cinque minuti, la media supera di poco un’ora. Da gennaio l’unico iter completato riguarda la conversione del decreto sui rifiuti. Sempre più brevi i Consigli dei ministri: l’ultimo è durato cinque minuti, la media supera di poco un’ora. Una sola legge sfornata in quarantaquattro giorni. E non siamo nel bel mezzo della calura estiva o nel pieno della campagna elettorale. Per giunta, non si può certamente dire che sia stato un provvedimento particolarmente impegnativo per il Parlamento: la conversione in legge di un decreto approvato dal governo a novembre dello scorso anno sui rifiuti della Campania. Il bilancio dell’attività legislativa di Camera e Senato dal primo gennaio 2011 è tutto qua. Un vuoto senza precedenti, che difficilmente sarà colmato. Date un’occhiata ai calendari: dopo la sfacchinata dal Milleproroghe, altro provvedimento con targa governativa sul quale i deputati si sono accapigliati nel tentativo di infilarci dentro di tutto, comprese norme maleodoranti come il blocco delle demolizioni delle costruzioni abusive in Campania o l’ennesimo condono edilizio, la …

"Il Colle, Ruby e Bossi gli incubi di Silvio", di Claudio Tito

«Il destino della legislatura si decide questa settimana». C´è un filo invisibile che lega le parole pronunciate nel weekend da Umberto Bossi e gli avvertimenti di Giorgio Napolitano. Un filo che sta scuotendo l´intera maggioranza e che mette in allarme il presidente del Consiglio. «Si decide tutto questa settimana», avverte il Senatur. E il messaggio è arrivato per direttissima anche a Silvio Berlusconi. Perché le riflessioni del suo «miglior alleato» più che una minaccia rappresentano una constatazione. Che in queste ora sta prendendo le forme di una delle norme del codice penale: «L´interdizione dai pubblici uffici». Una pena accessoria che trasforma i sogni del Cavaliere in incubi. Che fa materializzare il fantasma delle elezioni anticipate o «peggio di un governo tecnico». I suoi legali e lo stesso presidente del Consiglio si sono ormai fatti la convinzione che se il processo per il “Rubygate” arriverà a sentenza, allora già in primo grado i magistrati la accompagneranno proprio con l´interdizione dei pubblici uffici. Compresa la presidenza del Consiglio. «È chiaro che l´obiettivo dei magistrati è questo – …

Berlusconi: «Manifestazione faziosa, vergogna» E sul voto "corregge" Napolitano: serve mio parere

«Mi è sembrato un pretesto per sostenere il teorema giudiziario che non ha nessun riscontro nella realtà: una mobilitazione di parte, faziosa, contro la mia persona da parte di una sinistra che cavalca qualsiasi mezzo per abbattermi». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, intervistato da Maurizio Belpietro, in collegamento telefonico con ‘Mattino Cinque’, a proposito delle manifestazioni di ieri delle donne e definendo una «vergogna» questo teorema. «Tutte le donne che hanno avuto modo di conoscermi – ha aggiunto – sanno con quanta considerazione e rispetto io mi rapporto con loro». Il premier parla poi anche di scioglimento delle Camere: «No, guardi non credo che» lo sciogliemento delle Camere «sia nei pensieri, assolutamente, del presidente Napolitano. Tra l’altro nell’ultimo colloquio che ho avuto con lui al Quirinale mi ha garantito che finchè c’è un governo che governa e una maggioranza politica che lo sostiene e che lavora non esistono motivi per sciogliere il Parlamento». Dopo aver sostenuto che non è intenzione del capo dello Stato Giorgio Napolitano di sciogliere le Camere, Silvio Berlusconi precisa …

"La tragedia degli immigrati e il fallimento della politica", di Adriano Prosperi

Un barcone sovraccarico di profughi dalla Tunisia è affondato nel porto di Gabes. Un ragazzo è morto affogato: un altro corpo senza nome ingoiato dal cimitero marino. In quel cimitero marino dove sono finite le vittime di una intera stagione politica: quella che ha visto la collaborazione italiana con Gheddafi e l´imbarbarimento del nostro costume civile. Oggi i tirannelli della costa africana del Mediterraneo crollano come birilli davanti ad un immenso sommovimento di masse umane. Gli effetti sono appena cominciati e già si annunciano di portata mondiale. Ma intanto è il nostro Paese che deve registrare i primi effetti del terremoto. E anche se il nuovo panorama è ancora nebbioso un fatto è certo: quella che sta cambiando è la geografia politica su cui ha galleggiato finora il governo italiano. Di questo bisogna tener conto per cogliere il significato dell´appello rivolto al paese e alle forze politiche dal ministro dell´Interno, il leghista Roberto Maroni. Ci sono, dietro quell´appello, ragioni concrete che non si possono ignorare. È ricominciata la mai finita tragedia dei barconi. Migliaia di …

"Un grido al Paese", di Natalia Aspesi

Duecentomila a Roma, centomila a Milano e Torino, 50mila a Napoli, 30mila a Firenze, 20mila a Palermo, persino a Bergamo 2000. In tutte le 230 piazze italiane, più una trentina straniere, almeno un milione, forse di più, non ha importanza. Importa l’immenso, forse inaspettato successo, il risveglio improvviso di chi sembrava rassegnato al silenzio, a subire, ad adeguarsi. Invece il messaggio delle donne, ‘se non ora quando?´, è corso veloce ovunque, e ha riempito le piazze come un richiamo ineludibile, finalmente sorridente, entusiasta, liberatorio. Basta, basta, basta! il basta delle donne al di là di bandiere e partiti, il basta contro questo governo e questo premier, il basta contro la mercificazione delle donne ma anche contro l´avvilimento di tutto il paese. Il basta gridato da tutte, le giovani e meno giovani, le attrici e le disoccupate, le studentesse e le sindacaliste, le suore e le immigrate, le casalinghe e le donne delle istituzioni, facce note ma soprattutto ignote, donne tutte belle finalmente, non per tacchi a spillo o scollature o sguardi seduttivi, ma per la …

"El Pais: «Un milione di no a B. e machismo»", di Maria Zegarelli

Una cifra enorme, quasi duecentonovanta piazze in tutto il mondo, duecentotrenta soltanto in Italia: è qui, in tutti questi luoghi, l’ appuntamento per tantissime donne e- speriamo – tantissimi uomini che hanno risposto all’appello lanciato da un gruppo di donne – tra le quali Francesca Comencini e Gae Aulenti – e poi rimbalzato da un capo all’altro del mondo: «Se non ora quando? ». Se non ora quando (ri)affermare la propria forza, dignità e determinazione? Se non ora quando dire che basta con le donne usate comenella prima Repubblica si usavano le mazzette, «educate» per compiacere il Drago, apprezzate per le misure seno-vita-fianchi altrimenti trasparenti perché se l’ascensore sociale va piano per tutti per le donne è bloccato al primo piano. Proprio ora, dicono queste piazze che azzerano le distanze tra l’Italia, la Francia, l’America, la Spagna, la Svizzera, isole lontane e decine di stati stranieri. Nessun simbolo di partito, di sindacato, di associazione, niente che sia ascrivibile ad «una parte»: sonoinvitate ledonnedi destra, di centro – quelle dell’Udc fanno sapere che non saranno presenti …