"Atti sediziosi", di Massimo Giannini
L´Italia precipita in una rovinosa “democrazia del conflitto”. Come è evidente, si fronteggiano due forze. Da una parte c´è lo Stato, con le sue ragioni e le sue istituzioni. Il simbolo dello Stato, oggi più che mai, è Giorgio Napolitano. Dall´altra parte c´è l´Anti-Stato, con le sue distorsioni e le sue convulsioni. Il paradigma dell´Anti-Stato, ormai, è Silvio Berlusconi. Dall´esito di questa contesa dipenderà l´assetto futuro del nostro sistema politico e costituzionale. La giornata di ieri fotografa con drammatica evidenza questa contrapposizione irriducibile tra due modi diversi di vivere la cosa pubblica e di interpretare il proprio ruolo nella “polis”. Il capo dello Stato, in un´intervista al settimanale tedesco Welt am Sonntag, tenta di ricucire il tessuto lacerato delle istituzioni.Si fa interprete dell´esigenza di responsabilità che si richiede alla politica e del bisogno di normalità che chiede il Paese. Si fa ancora una volta custode della Costituzione. Non per conservarla staticamente, ma per farla agire dinamicamente nella naturale dialettica tra i poteri. Questo vuol dire Napolitano, quando parla dei processi del premier osservando che si …