"Il fattore coalizione che stana gli astenuti", di Ilvo Diamanti
Da qualche tempo il dibattito politico ha preso in considerazione le coalizioni, oltre ai partiti. O meglio: più ancora dei partiti. Soprattutto in prospettiva elettorale. Visto che le elezioni anticipate, anche se non appaiono probabili, restano, almeno, possibili. Tuttavia, in una competizione tra coalizioni, la maggioranza di centrodestra perderebbe voti, mentre le aggregazioni alternative ne guadagnerebbero. Se utilizziamo, come base-dati di riferimento, il sondaggio dell’Atlante Politico di Demos di due settimane fa, in una competizione di tipo maggioritario a tre, il Centrodestra otterrebbe il 37% dei voti validi (circa 3 punti in meno rispetto alla somma dei partiti), il Centro salirebbe, invece, al 20% (oltre 6 punti in più) mentre il Centrosinistra raccoglierebbe quasi il 43% (4 punti in più). Diverso il risultato di una competizione a due. La “grande coalizione” tra il Centro con il Centrosinistra e la Sinistra si attesterebbe al 56%, mentre il Centrodestra salirebbe al 43%. L’attuale maggioranza, cioè, guadagnerebbe voti (rispetto alla somma dei partiti) ma perderebbe largamente lo stesso. Vincerebbe solo in caso di alleanza del Pd (da solo) …