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Milleproroghe, Governo nel caos. La fiducia oggi alla Camera

Da decreto a maxiemendamento, il milleproroghe cambia pelle per evitare la bocciatura da parte di Napolitano che aveva inviato una lettera a Berlusconi e ai Presidenti delle Camere per spiegare che il testo approvato in Senato conteneva elementi di incostituzionalità data l’ampiezza e l’eterogeneità delle modifiche. Il maxiemendamento al decreto Milleproroghe è stato presentato l’altroieri sera e sottoposto all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio in una corsa contro il tempo.
Il provvedimento comprende ora il testo licenziato dal Senato al netto delle modifiche apportate in seguito ai rilievi di costituzionalità del Quirinale. Un governo allo sbando è arrivato a non discutere e non votare il testo in commissione, un “autostruzionismo” della maggioranza che si trovava a non avere i voti necessari per l’approvazione. “Il pasticcio Milleproroghe è la dimostrazione del fatto che la maggioranza non e’ nelle condizioni di governare”. E’ il pensiero di Enrico Letta, vicesegretario del Pd, che ha parlato del decreto legge su cui e’ stata posta la fiducia, a Bologna, a margine del Manifutura Festival. Il motivo dell’affermazione di Letta e’ che la maggioranza, come ha spiegato, “ha usato un provvedimento dove ha buttato dentro tutto, perche’ non e’ piu’ in grado di assicurare una presenza continuativa in aula, come dovrebbe essere, è la dimostrazione che non si puo’ andare avanti così.

Entro oggi il dl emendato sarà votato alla Camera e poidovrà andare a una terza lettura in Senato, dove, con molta probabilità, sarà nuovamente posta la fiducia, visti i tempi ravvicinati di scadenza del provvedimento previsti per domenica 27 febbraio. La votazione finale in Senato dovrebbe svolgersi sabato mattina. Oggi alle 18 verrà esaminato dalle commissioni di Palazzo Madama. Non ci sarà dunque nessuna possibilità di modificare il testo di legge e si procederà in base agli accorgimenti che Tremonti & Co. applicheranno al programma più sconclusionato degli ultimi 10 anni. Intanto nella babele del maxiemendamento del governo al Milleproroghe – denuncia Paolo Gentiloni, responsabile Forum ICT del PD – il divieto di acquisto di giornali da parte di chi ha una posizione dominante nella Tv verrebbe prorogato solo fino al 31 marzo. E’ grave che un limite a tutela del pluralismo, previsto perfino dalla legge Gasparri, sia così destinato a scomparire tra cinque settimane”. Gentiloni fa riferimento al comma che fissava al 31 dicembre prossimo la scadenza del divieto degli “incroci” tra giornali e reti televisive, “saltato” nel maxiemendamento.

COSA C’E’ NEL MILLEPROROGHE

Il decreto Milleproroghe approvato in Senato resta la prova concreta, se ancora ne servisse una, che governo e maggioranza sono arrivati al capolinea. La grave crisi politica di questa maggioranza è evidente nella forzatura costituzionale di affidare ad un decreto ministeriale, il differimento di un termine di legge, calpestando la funzione legislativa e i poteri del Parlamento. Questo uso spasmodico dello strumento del ‘decreto’ è purtroppo una costante, in questi tre anni di governo Berlusconi, che il Partito democratico ha più volte denunciato. Non bastava il record storico raggiunto dalle tasse giunte con questo governo al 43,4%. Non bastava la patrimoniale introdotta surrettiziamente con l’Imu, mancavano alcuni tocchi di fantasia sul sistema tributario italiano come la tassa sul cinema che tutti i giorni pagheremo con un euro a film. C’è poi la possibilità per le Regioni di aumentare alcune tasse in presenza di una catastrofe: a catastrofe si aggiunge un’altra catastrofe con l’aumento dei tributi e delle addizionali. “Anche qui, la fantasia ha oltrepassato ogni limite – spiega la Finocchiaro – con un Parlamento sempre più svilito e svuotato. Lo slogan meno tasse per tutti è rimasto vuoto e la verità è che le tasse aumentano colpendo tutti. Più che Milleproroghe siamo di fronte al ‘Milletasse’, un provvedimento che ha la solennità e la complessità di una manovra finanziaria. Una finanziaria-pasticcio, figlia delle tante pressioni a cui questo governo, che si sta decomponendo è sottoposto, che aumenta le tasse e premia chi non rispetta le regole”.

Ma cosa hanno messo PDL, Lega e altri partitini nel decreto? Per capire che tipo di impatto avrà nella vita reale dei cittadini italiani basta conoscere solo alcune delle norme che contiene.

Norme contro i precari della scuola. Supplenti (e buoi) dei paesi tuoi, La Lega ha deciso che gli insegnanti precari potranno svolgere le supplenze soltanto nella Provincia di residenza dove è stata presentata la domanda. Contemporaneamente sono state congelate le graduatorie fino al 31 agosto 2012. In questo modo gli elenchi non possono essere modificati. Una norma che aggira la Costituzione. Il senatore del Pd Luigi Lusi,nel suo intervento nell’Aula del Senato ha sottolineato come il decreto ‘sia indicativo di come Pdl e Lega non rispettino le istituzioni’. Ma ogni lavoratore di questo Paese non dovrebbe avere il diritto di poter lavorare in ogni luogo, in Italia?”, ha chiesto ironicamente Lusi.

Un regalo padano a chi non paga le multe sul latte. Un regalo da 5 milioni di euro, a spese di tutti gli italiani, firmato Lega, per chi non ha mai voluto pagare le multe delle quote latte. Tutto rimandato al fine giugno. Per trovare le risorse necessarie sono stati tagliati i fondi per la benzina dei carabinieri e della polizia, per elicotteri e Canadair utilizzati per spegnere gli incendi e il Fondo sociale per il sostegno agli indigenti. E’ questa la legalità padana? Agricoltura penalizzata. Così Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd in Commissione Agricoltura, ha motivato il no del Partito al decreto milleproroghe. “Vengono tagliati i finanziamenti alle Associazioni Provinciali di Allevatori onesti, a cui sono demandati i compiti per il miglioramento genetico della zootecnia, la sicurezza alimentare, il benessere alimentare e rilanciare la competitività delle nostre stalle, sempre per finanziare la proroga del pagamento delle multe per le quote latte”. “Insomma a dirla come il ministro Galan: approvare la proroga “non sarebbe né legale, né etico”: il ministro lo ricordi ai suoi colleghi della maggioranza”.

Tagli al sud. Alfonso Andria, senatore del Pd ha aggiunto che con il maxiemendamento al Milleproroghe, “il governo conferma la sua linea di tendenza fortemente discriminatoria verso il Sud. Un esempio: le risorse previste nel maxiemendamento per gli ingenti danni rilevati in provincia di Salerno, ammontanti a circa 400 milioni di euro, di certo non saranno sufficienti se non per le prime necessità e giungono con grandissimo ritardo rispetto alla data dell’evento calamitoso”.

Colpito da catastrofe? Allora ti tasso. Una trovata geniale del governo per risolvere le calamità naturali: rifilare alle popolazioni colpite una stangata fiscale. Le Regioni alluvionate o terremotate potranno infatti aumentare le tasse e le addizionali. Dopo le ombre di corruzione che hanno macchiato la Protezione civile, un’altra vergogna tutta italiana.

Stop alle demolizioni delle case abusive in Campania, anche se costruite in aree protette. Dal centrodestra l’ennesimo condono edilizio, questa volta “ad regionem”: solo per la Campania e vale anche per le aree con vincoli paesaggistici. In particolare, la norma del governo serve a salvare 600 case abusive ad Ischia. Invece di imporre il rispetto delle regole nella Regione con il maggior tasso di illegalità si sceglie di aiutare chi commette i reati. “E’ un fatto vergognoso – è intervenuto Ermete Realacci, responsabile green economy del PD -. E suona ancor più sinistro in una regione dove serpeggiano le infiltrazioni della camorra e sono 64 i clan che operano nel settore dell’edilizia e si arriva al 20 %di tutto l’abusivismo italiano. Evidentemente a questa maggioranza non sono bastati i morti di Ischia e le tragedie come quella di Sarno, per denunciare che l’abusivismo è una piaga di questo Paese, che rende fragile il territorio, inquina l’economia sana, alimenta gli appetiti criminali e fa pagare alla collettività prezzi altissimi in termini di vite umane e di costi. Alla Camera cercheremo di fermare con un emendamento soppressivo questa norma indegna che premia gli abusivi e regala alla Campania un’altra stagione di via libera al cemento illegale”.

Più tempo per gli abusivi “fantasma”. Ovvero altro tempo per i proprietari delle “case fantasma”, quelle cioè mai dichiarate al fisco e al catasto. Ancora uno “schiaffo” ai cittadini onesti.

Al cinema biglietto più caro e tagli alla cultura. Dal 1° luglio il biglietto del cinema costerò un euro in più. Una nuova tassa sulla cultura che durerà fino al 31 dicembre 2013. Un altro balzello del governo che aveva promesso che mai avrebbe messo le mani nelle tasche dei cittadini.

Più assessori per Alemanno. S’ingrassa la giunta per salvare Alemanno: gli assessori passano da 12 a 15. Artefice del colpo di mano il senatore – nonchè vicesindaco – Cutrufo. Aumento dei costi per cittadini stimato in 2 milioni di euro all’anno. Stessa strada potrà essere seguita da tutte le città sopra un milione di abitanti. Così viene cancellata la norma che consentiva di diminuire i costi delle amministrazioni comunali. Gravi effetti economici per gli atenei italiani.

Il governo si dimentica del blocco turn over nelle università. Ha dichiarato la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni: “Il governo non ha inserito la proroga dello sconto nel calcolo delle spese di personale degli Atenei rispetto alle risorse trasferite dallo Stato. Si tratta questa di una grave omissione che farà sì che quasi la metà degli Atenei supereranno la soglia del 90% del fondo di finanziamento ordinario utilizzato per spese di personale e subiranno pertanto il blocco del turn-over con conseguenze gravi per l’offerta formativa e per l’attività di ricerca. L’alto numero degli atenei che ‘splafonano’ non é dovuto a incapacità programmatoria, bensì alla forbice che si allarga sempre di più tra spese fisse obbligatorie (quali gli stipendi) e stanziamenti dello Stato che progressivamente diminuiscono: il fondo di finanziamento ordinario é stato tagliato in due anni di circa 500 milioni di euro. Davanti a queste norme il governo e il ministro Gelmini abbiano almeno il buon gusto di risparmiarci la vuota retorica dell’impegno in favore del merito e delle opportunità per i giovani”.

Vuoi un figlio? Ti schedo. Secondo il Milleproroghe, coloro che ricorreranno alla fecondazione assistita verranno schedati dal Ministero della Salute. La politica entra pesantemente nelle scelte più private e faticose degli italiani. Lo ha denunciato nel corso del suo intervento nel dibattito, la senatrice Fiorenza Bassoli, capogruppo Pd in Commissione Sanità. “Una decisione – precisa la senatrice – che fa pensare più a una valutazione politica che a una volontà di affidare agli istituti competenti i dati raccolti”.

Taglio dei finanziamenti destinati ai malati di Sla. La senatrice Bassoli ha poi rilevato un ulteriore emendamento del governo peggiorativo dei finanziamenti destinati ai malati di Sla e alle loro famiglie: “E’ peggiorativo in quanto si è passati da un finanziamento di 100 milioni per i malati di SLA, previsto in commissione Bilancio, ad un provvedimento una sla tantum e non di un fondo destinato. Significa che se non verranno utilizzati tutti i finanziamenti la parte restante rimarrà al fondo del 5xmille da dove sono stati prelevati. Inoltre, data l’occasionalità dei finanziamenti non sono previste le modalità di come verranno distribuiti a grande svantaggio della continuità assistenziale e di cura ai malati di SLA e del necessario sostegno alle famiglie”.

Nessuno spazio nel Milleproroghe per i lavoratori somministrati, gli ex-interinali, dell’INPS. “I 1200 giovani, donne e uomini, sopravvissuti al taglio di 600 unità già effettuato, che fino ad ora hanno consentito all’Istituto di Previdenza di funzionare, da oggi, per effetto della legge di stabilità che non si è voluto modificare, rischiano di essere ‘sbattuti fuori’ andando ad alimentare così il già cospicuo bacino di lavoratori precari italiani”. Lo ha dichiarato Teresa Bellanova, deputato Pd della commissione Lavoro della Camera. “Nessuno della maggioranza si è preoccupato di prorogare i contratti di questi lavoratori, per i quali il PD aveva presentato un apposito emendamento. Per Pdl e Lega – conclude Bellanova – giovani, pensionati, invalidi non contano quanto gli allevatori padani morosi”. Non è certo la frustata all’economia annunciata da Berlusconi pochi giorni fa, anzi il cosiddetto decreto milleproroghe può essere sintetizzato come un’accozzaglia di norme eterogenee e spesso contraddittorie, molte delle quali dettate da interessi particolari. Nel provvedimento manca completamente un filo conduttore a dimostrazione dell’assenza di un organico progetto industriale per affrontare la grave crisi che attanaglia il Paese. Nonostante la propaganda governativa, non è certo questo lo strumento per rilanciare i consumi, innescare le leve dello sviluppo e favorire l’occupazione.
Anto.Pro.

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