Il Pd: sordità istituzionale. L’Udc: così scava un fossato incolmabile. Come è ormai una consuetudine da qualche tempo a questa parte, la domenica Silvio Berlusconi rivolge un videomessaggio con il quale fa un bilancio di quanto fatto nella settimana appena terminata e annuncia le iniziative future. Il Cavaliere insiste che il governo da lui guidato «non si è mai fermato neppure un momento. E ora possiamo e vogliamo andare avanti grazie a un passo che è reso ancora più spedito dall’uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi che avevano sempre da ridire su ogni nostra iniziativa e ritardavano di proposito le riforme, in particolare come sapete quella della giustizia e quella sulle intercettazioni» . Chi passerà ai giornali i contenuti delle conversazioni registrate, sottolinea, «rischierà, come già avviene in tutti i Paesi civili e negli Stati uniti, la galera e ci resterà per anni» . Riforma della giustizia e legge sulle intercettazioni sono in cima ai suoi pensieri e all’agenda delle cose da realizzare, conferma il Cavaliere parlando ai Promotori della Libertà. Dice anche, rispondendo indirettamente alle opposizioni che lo accusano di fomentare lo scontro, che «noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni, ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l’interesse dell’Italia e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale» . Dichiarazioni che scatenano le reazioni di centristi e sinistra. Lorenzo Cesa (Udc) ritiene che così facendo «Berlusconi scava un fossato tra le forze politiche e le istituzioni che rischia di diventare incolmabile» . Anna Finocchiaro (Pd) fa notare che il Cavaliere è affetto da «una senile sordità istituzionale. Se pensa di avere ancora consenso, vada ad elezioni» . Il dipietrista Massimo Donadi definisce i proponimenti berlusconiani «un disegno eversivo di una mente disturbata, animata da sete di vendetta che vuole fare a pezzi la Costituzione per piegarla alle sue esigenze giudiziarie» . Nel videomessaggio Berlusconi enuncia i capisaldi del suo progetto: «Convocherò il Consiglio dei ministri per fargli varare entro pochi giorni e in seduta straordinaria la riforma costituzionale della giustizia» . Una riforma che, aggiunge, conterrà «innovazioni di portata storica nell’ordinamento giudiziario, per fare in modo che anche l’Italia possa avere finalmente una giustizia giusta e anche una giustizia degna di un Paese moderno, cioè senza quelle ingiustizie quelle lentezze e quelle inefficienze che hanno scoraggiato per anni anche gli investitori stranieri a operare da noi» . Tutto questo, insiste il premier, «ha fatto precipitare al minimo la fiducia delle famiglie e delle imprese nella giustizia che è diventata sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto quale invece tutti vorrebbero che fosse» . L’obiettivo dichiarato di Berlusconi è quindi quello di contrastare la funzione di «contropotere politico che esonda dai principi costituzionali» assunta dalle toghe, e in questa cornice si inseriscono i provvedimenti che si appresta a varare. Ipotizza la separazione tra pm e giudici e immagina di creare due Csm, uno per gli «avvocati dell’accusa e uno per i giudici giudicanti» . Accanto questo, sostiene, «accompagneremo queste novità con una riforma elettorale del Csm per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e inaccettabile» . Si tenterà, inoltre, «di introdurre procedure più snelle per invocare la responsabilità civile dei magistrati» .
Il Corriere della Sera 21.02.11