Dopo Pomigliano e Mirafiori, scoppia il caso Sevel. Nello stabilimento Fiat con sede a Atessa (Chieti), che produce veicoli commerciali leggeri, ieri il 50%degli operai ha aderito allo sciopero proclamato dalla Fiom-Cgil per il turno di straordinario del mattino. E quelle di ieri avrebbero dovuto essere le prime ore di straordinario, secondo un accordo discusso da Fiat con tutti i sindacati che, alla fine, è stato firmato solo da Fismic. L’intesa, resasi necessaria per «sfruttare la ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri» , come ha detto lo stesso ad della Fiat, Sergio Marchionne, prevedeva l’applicazione di un vecchio accordo del 1985 che consentiva di aggiungere due sabati lavorativi straordinari ai 5 previsti dal contratto nazionale. In cambio i sindacati ottenevano l’assunzione di 150 persone e il trasferimento dalla ex-Bertone di Torino a Chieti di altri 150 lavoratori. Il tavolo, per tutti tranne Fismic, è saltato quando i sindacati si sono visti presentare per la firma un testo in cui erano state introdotte da Fiat la clausola di esigibilità e le clausole sanzionatorie previste già negli accordi di Pomigliano e di Mirafiori. «Quello che è successo in Sevel -era stato il commento di Marchionne durante la sua audizione parlamentare martedì scorso -è l’ennesimo esempio di un sistema bloccato, che rifiuta di seguire i ritmi del mercato e rifiuta di assumere le proprie responsabilità» . Ma questa volta a protestare sono anche Fim e Uilm. «Noi non abbiamo firmato – dice il segretario provinciale di Chieti-Pescara della Fim-Cisl, Domenico Bologna a Abruzzo Quotidiano – perché abbiamo ritenuto la posizione di Fiat strumentale: ci sono vecchi accordi che non prevedono clausole di esigibilità e quelli valgono in Sevel. In caso di nuovo accordo avremmo fatto le nostre valutazioni, ma così non è stato» . Nicola Manzi, segretario Uilm in provincia di Chieti rincara la dose: «Se guarda al passato di Sevel, Marchionne si accorgerà che la Uilm ha sempre rispettato gli accordi e siccome gli straordinari richiesti fanno parte di norme contrattuali vigenti, continueremo a rispettarle» . Fiom però è passata alle vie di fatto proclamando due scioperi: uno ieri e l’altro oggi, sempre nel turno di straordinario. «Mi sembra sia stata la Fiat a non volere l’accordo» ha commentato ieri il segretario della Fiom, Maurizio Landini. «Bisogna che si riparta da questo accordo -è la posizione espressa ieri dal leader della Cgil, Susanna Camusso -e si assuma un impegno reciproco sulla sincerità degli accordi che non può essere quella clausola individuale che come è noto scarica sui lavoratori il divieto di fare e di attuare i diritti che sono loro propri» . Intanto ieri la stessa Cgil ha commentato i dati sulla cassintegrazione di gennaio 2011 che segna una discesa sul mese precedente del -30,3%, e del 25,4%su gennaio 2010 . Per il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, «il 2011 si apre con un miglioramento dei dati di cassa, segno di come qualcosa si stia muovendo, ma ciò è limitato al settore delle esportazioni che è un fatto importante ma non risolutivo» .
Il Corriere della Sera 20.02.11