I parlamentari modenesi del Partito democratico – Manuela Ghizzoni, Ricardo Franco Levi, Ivano Miglioli, Giulio Santagata, Giuliano Barbolini e Mariangela Bastico – intervengono in merito alla vicenda Maserati all’indomani dell’audizione dell’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne davanti alla commissione Attività produttive della Camera. Ecco la loro lettera aperta.
«Continua il silenzio di Sergio Marchionne sul futuro della Maserati. Di molto ha parlato l’amministratore delegato della Fiat nel corso dell’audizione alla Commissione attività produttive della Camera, eppure lo stabilimento Maserati non ha mai avuto l’onore di essere citato.
In quanto rappresentanti del territorio modenese, sul quale Fiat è presente con gli stabilimenti di Maserati, Ferrari e CNH (ora in Fiat Industrial), condividiamo e ci facciamo interpreti della preoccupazione che la mancanza d’informazioni suscita nei lavoratori dello stabilimento Maserati (circa 700) e nelle Istituzioni locali, che nel tempo molto hanno investito per valorizzare la tradizione automobilistica modenese, dal Museo Casa natale Enzo Ferrari alla pista prove di Marzaglia, da Modena Città di Motori alla Motor Valley.
Tale omissione non pare giustificata dal timore di avvantaggiare la concorrenza svelando i piani industriali del colosso automobilistico, poiché nel delineare “il perché e il come” del futuro Fiat, il dott. Marchionne ha fatto riferimento al “piano prodotti” e al “piano per l’Italia”, citando gli stabilimenti di Pomigliano, Mirafiori, Pratola Serra, Cassino, Melfi, Termini Imerese, nonché quelli della Sevel in Abruzzo e della ex-Bertone di Torino.
In particolare, è stato fonte di ulteriore preoccupazione il laconico riferimento al “piano di ripresa della produzione e di rilancio del sito” dell’ex-Bertone, del quale si è dovuto apprendere qualche dettaglio aggiuntivo dal comunicato stampa Fiat rilasciato alla conclusione del primo tavolo di trattativa con le organizzazioni sindacali. Il piano prevederebbe un investimento di 500 milioni per l’industrializzazione, a partire dal secondo semestre 2011, di una nuova Maserati del segmento E (il più basso tra quelli di lusso) destinata ai mercati internazionali.
Prendiamo atto che nel comunicato Fiat si esplicita che “nello stabilimento Maserati di Modena proseguiranno le produzioni attualmente realizzate”. Tuttavia non è più procrastinabile un chiarimento definitivo in merito alle azioni che Fiat vorrà intraprendere per dare seguito alla manifestazione di volontà, anche alla luce dei silenzi della dirigenza locale sul destino dello stabilimento nel quale si lavora soprattutto sull’assemblaggio di pezzi prodotti altrove, in particolare presso Ferrari.
Quattro mesi fa, in occasione del Premio Pico a Mirandola il dott. Marchionne dichiarò: “Il sito di Modena ha dei limiti strutturali, non è proprio uno stabilimento pieno, se vogliamo far crescere Maserati avrà bisogno di un appoggio industriale altrove”. Ora che l’appoggio industriale è stato identificato nell’impianto ex-Bertone di Torino, quali sono le strategie e gli investimenti che Fiat intende mettere in campo per rendere la Maserati di Modena uno “stabilimento pieno”? Insomma, esiste un piano industriale Fiat per Maserati? È una domanda che l’AD di Fiat non può più eludere».
On. Manuela Ghizzoni
On. Ricardo Franco Levi
On. Ivano Miglioli
On. Giulio Santagata
Sen. Giuliano Barbolini
Sen. Mariangela Bastico