L’anno secondo sta per scadere e l’insopportabile immobilismo nella ricostruzione, l’assenza di un’idea unitaria per restituire la vita a L’Aquila, città d’arte, città capoluogo devastata dal sisma del 6 aprile 2009, impone di rinverdire la voglia di resistere e contrastare il degrado. Sul fronte delle istituzioni il commissario presidente della Regione ostenta un ottimismo che i fatti non confermano e rigetta le responsabilità sul comune e sul sindaco Cialente che deve “per legge fare i piani di ricostruzione”. Replica il sindaco che è incomprensibile una procedura così complessa: “Un piano regolatore esiste e dove si tratta di riparare, senza varianti e modifiche di volumi, i cittadini devono poter operare speditamente, tutto il resto serve a prendere tempo per ritardare il trasferimento dei soldi necessari e dovuti”.
Torna il popolo delle carriole, per resistere, per contrastare il degrado, per ricordare a tutti che la città ferita soffre ancora e il suo cuore, vitale, artistico, amministrativo, commerciale, affettivo, negli antichi palazzi e nelle strade del centro, non pulsa più.
L’appuntamento, domenica prossima, per la seconda volta, è sulla scalinata di San Bernardino. Su quella scalinata affacciano le nicchiette che erano luogo di incontro e di appuntamento degli adolescenti. I primi cinque gradoni sono stati puliti già domenica scorsa, ora si tratta di completare il lavoro. E dopo la fatica fisica ci sarà una mezzora per parlare. Antonio Gasbarrini racconterà il giallo che si nasconde dietro la costruzione della facciata bianca della Chiesa, progettata da Cola dell’Amatrice. Però a quella splendida facciata sono legati anche i nomi di Raffello e di Michelangelo. Come, perché?
Ci sarà anche Franco Fiorillo che, per gli artisti delle “Nevole” racconterà le iniziative d’arte i cui proventi andranno al restauro delle nicchiette. E sarà letto un breve testo de l’Unità.
L’Unità aveva scoperto questo centro sentimentale della geografia dell’Aquila lo scorso anno, quando la redazione si trasferì per due giorni a fare il quotidiano in piazza Duomo. Scoprimmo allora che i “quatrani” e le “quatrane” si davano appuntamento lì per il primo bacio. Concita lanciò l’iniziativa della sottoscrizione per il restauro delle nicchiette. Ci contattò un piccolo imprenditore del restauro marchigiano, Gianfranco Di Dario, che organizzò un sopralluogo con il professor Paolo Foraboschi, ingegnere e docente allo Iuav di Venezia, per la valutazione dei danni e il preventivo dei lavori di consolidamento.
Gianfranco sperava che si riuscisse a costituire un pool con giovani professionisti aquilani, soprattutto per il restauro architettonico che deve “modellare” quello ingegneristico. Noi abbiamo indicato ai nostri lettori un numero di conto corrente che ci è stato indicato dal comune de L’Aquila, chiedendo di indicare nella causale le “nicchiette”. Anche il festival nazionale del teatro di Gioia dei Marsi, diretto da Dacia Maraini, decise di devolvere l’incasso di una serata del Festival che si è tenuto in agosto.
Le nicchiette, quelle più e quelle meno danneggiate, dovrebbero essere tutte restaurate con tecniche antisismiche, perché è solo per caso che alcune si sono rovinate e altre no. Per questo bisogna raccogliere una quantità consistenze di fondi. E non dovrebbe essere difficile trovare degli sponsor per recuperare un luogo così dolce.
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da www.unita.it