Fli: non è un golpe. L´Udc chiede “chiarezza subito”. Di Pietro parla di “conflitto che si può risolvere solo con le dimissioni del premier”. L´opposizione con una sola voce: l´imputato Silvio Berlusconi si deve dimettere. Dopo la decisione del gip di Milano di disporre il giudizio immediato per il premier – accusato di concussione e prostituzione minorile – in Parlamento sono tutti d´accordo. Dai democratici ai finiani, passando per Di Pietro. Il Cavaliere faccia un passo indietro per il bene dell´Italia e della sua immagine internazionale. Lo dice chiaro e tondo il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Noi chiediamo le sue dimissioni perché è una situazione insostenibile, se ha minimamente un profilo di statista deve togliere il Paese dall´imbarazzo». E ancora, «non ci occupiamo di reati perché questo è il lavoro della magistratura. Non ci occupiamo di peccati perché se ne occupa la chiesa. Noi ci occupiamo dell´Italia e non vogliamo che l´Italia sia allo sbando». Il leader del primo partito dell´opposizione vede una sola via d´uscita: le elezioni anticipate. E su Berlusconi che esclude la possibilità per Napolitano di sciogliere le Camere senza crisi di governo ironizza: «Si sa, è un fine costituzionalista e ha detto la sua, ma po´ di studio in più della Costituzione e delle sentenze della Corte non guasterebbero».
Per Bersani il premier deve uscire di scena anche per evitare un finale in stile “Caimano”. «Lo scenario più drammatico – spiega – è che Berlusconi resti al suo posto mandando allo sbando il Paese». Per questo il segretario di appella «a chi nel centrodestra possa avere un soprassalto di responsabilità inducendo il premier a fare un passo indietro». Chiosa Rosy Bindi: «Dirgli di lasciare sarebbe anche un consiglio per il suo bene». Per il dopo Berlusconi, Bersani ritiene necessario «uno schieramento largo per una fase ricostruttiva» rivelando di essere al lavoro per un patto trasversale che vada da Vendola a Casini. E intervistato da Oggi Massimo D´Alema dice che il Cavaliere «è un uomo con la morale sotto i tacchi e il voto della Camera sul caso Ruby è stato il punto più basso della storia del Parlamento. Comunque Berlusconi, anche se non vuole uscire di scena, è il passato, ha fallito nei suoi due campi, come imprenditore e come uomo immagine». Alla Camera il capogruppo Dario Franceschini riassume: «Presidente Berlusconi, si dimetta e vada davanti ai giudici a difendersi».
La pensa allo stesso modo, e lo dice in aula, anche l´Italia dei valori. Per Antonio Di Pietro «è in corso un conflitto istituzionale che si può risolvere solo con le dimissioni spontanee del premier» altrimenti «il Parlamento, il capo dello Stato e il popolo italiano devono mandarlo a casa come stanno facendo in questo momento altri popoli nel Mediterraneo». A temere le dimissioni è solo il leader radicale Marco Pannella, perché così si andrebbe a votare con «l´infame» legge elettorale attuale.
Dal Terzo polo anche i finiani con Fabio Granata chiedono il passo indietro, mentre il capogruppo del Fli Benedetto Della Vedova a Montecitorio sottolinea che «quello in corso non è un attentato, non è un golpe, quindi evitiamo che i prossimi mesi diventino un rodeo contro o pro la magistratura». Il vicepresidente futurista Italo Bocchino ricorda che il premier «vuole il tribunale dei ministri perché così si potrebbe sottrarre al giudice con un voto del Parlamento». Chiede «chiarezza» il segretario dell´Udc Lorenzo Cesa «nell´interesse delle istituzioni». Per le dimissioni «immediate» anche la segretaria della Cgil Susanna Camusso: «Siccome siamo un´organizzazione responsabile temo di dover ragionare con tutti voi che i rischi delle code velenose della fine di questa legislatura».
La Repubblica 16.02.11