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"Telegiornali, sarà battaglia", di Rudy Francesco Calvo

Il Tg1 perde il primato, il direttore del Tg2 perde la calma: e il Pd chiede le dimissioni di Minzolini. Nuovo allarme per l’informazione targata Rai: l’edizione serale del Tg1 di domenica è stata superata negli ascolti dal Tg5 di Clemente Mimun. Per il Pd è un «punto di non ritorno»: Roberto Giachetti invita i vertici dell’azienda a intervenire con urgenza «perché questa incredibile emorragia di ascolti e di credibilità possa essere tamponata». Il telegiornale guidato da Augusto Minzolini, infatti, ha progressivamente perso ascoltatori e il sorpasso di domenica è solo l’ultimo segnale di crisi.
Nell’ambito di un seminario organizzato dai Democratici a Milano per discutere del futuro del servizio pubblico, il segretario Pier Luigi Bersani si è appellato a tutte le forze di opposizione: «Nelle prossime settimane – ha affermato il leader dem – di fronte all’emergenza che si sta ormai verificando, proporrò che le opposizioni si coordinino e organizzino una funzione di osservazione, denuncia ed eventualmente mobilitazione sulla questione dell’informazione, in particolare del sistema dei tg». L’obiettivo è ribadire «l’assoluta esigenza di terzietà dell’informazione».
Un’esigenza che, nel corso del convegno organizzato dai responsabili del forum dem per la riforma del sistema radiotelevisivo Carlo Rognoni e Gianluca Lioni, è stata ribadita da Luigi Vimercati anche rispetto ai tg regionali.
Critiche «pregiudiziali e faziose» per il capogruppo del Pdl alla camera Fabrizio Cicchitto, mentre il ministro Sandro Bondi parla di «atto di intimidazione della sinistra» a Minzolini. La maggioranza, intanto, è impegnata in un’altra direzione. Resta infatti sul tavolo la bozza della mozione di indirizzo proposta dal capogruppo pdl in commissione di vigilanza Rai, Alessio Butti. Il presidente Sergio Zavoli ha convocato per domani l’ufficio di presidenza della commissione, chiamato a decidere sulla richiesta di audizione dei vertici dell’azienda, che farebbe slittare i tempi di approvazione del documento.
Zavoli lavora per arrivare a un testo condiviso, ma il dialogo tra maggioranza e opposizione in questa fase resta bloccato.
Butti si dice pronto a discutere dei punti più controversi della sua proposta (dal doppio conduttore alla rappresentanza proporzionale ai voti delle singole forze politiche, dal bando settimanale per gli argomenti già discussi in una trasmissione alla norma anti- Santoro) e al contempo lancia un amo ai radicali, che già più volte in passato si sono “smarcati” dall’opposizione proprio sulla rappresentanza dei partiti nei talk show. Se domani il Pdl si opporrà alla richiesta di ulteriori audizioni avanzata da Zavoli, come lo stesso Butti lascia intendere, darà il segnale di voler procedere verso una forzatura, con un voto che spaccherebbe la commissione.
Il Pd, per il momento, sta a guardare, intenzionato a non fornire alcuna sponda alla maggioranza finché il testo Butti, ritenuto «inaccettabile », non verrà ritirato per ridiscutere da zero un nuovo documento.
Aumentano intanto le voci di dissenso sulla proposta Butti. Oggi l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti dell’azienda pubblica, si ritroverà davanti a palazzo san Macuto, sede della commisione, per contestare la bozza di atto di indirizzo del Pdl e protestare contro l’azione del dg Masi, «già ampiamente sfiduciato con un referendum», ricorda il segretario Carlo Verna. Ieri anche il direttore del Tg2 Mario Orfeo, non sospettabile di simpatie per la sinistra, ha definito «molto preoccupante » il documento di Butti: «Impedirà di fatto di fare del giornalismo a molti di noi, a molte trasmissioni. Mi auguro non solo che sia corretto, ma ritirato».

da Europa Quotidiano 15.02.11