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Bersani: «In piazza una riscossa etica e civile», di Simone Collini

«È una piazza straordinaria. Questa voglia di partecipazione, di protagonismo, è una forza positiva che ci aiuterà ad andare oltre Berlusconi. Ma ora non aspettiamoci giorni facili. Ci saranno pericolosi colpi di coda e noi dobbiamo farci trovare preparati». Pier Luigi Bersani arriva in Piazza del Popolo insieme alla moglie Daniela. Gli uomini della sicurezza gli indicano in lontananza il punto in cui c’è l’apertura tra le transenne per accedere alla zona del palco. Il segretario del Pd scuote la testa e va invece verso il centro della piazza, rovinando i piani di giornalisti, fotografi e cameramen. «Ma è giusto che stia qui», dice mentre avanza a fatica tra persone che sventolano cartelli fatti in casa e nessuna bandiera di partito. Qualcuno gli urla «tieni duro», in molti vogliono stringergli la mano e c’è anche la giovane segretaria di un circolo Pd di Roma che lo accoglie con un perentorio «fatti baciare, segretario». Bersani sorride col mezzo Toscano che gli balla tra le labbra, anche quando gli viene chiesto perché stia in mezzo a questa calca e non nel più agibile retropalco: «Perché sto accompagnando mia moglie no?». Ma anche se vuole muoversi in punta di piedi in questa piazza in cui protagoniste sono le donne e la società civile, sottolinea l’importanza che può avere una «saldatura» tra questa mobilitazione femminile e «la buona politica». «Se riflettiamo sulla storia d’Italia, spesso sono state le donne a interpretare il risveglio delle coscienze civili, a guidare una riscossa civica prima ancora che politica. Oggi la parte migliore del Paese non si sente rispettata da questo governo. C’è un popolo che vuole essere serio, sobrio, che rispetta le donne come persone e che vorrebbe che anche chi lo rappresenta facesse lo stesso».

Dal palco comunicano quante persone stanno manifestando in questo momento nelle altre città italiane ma anche a Parigi, Atene, Berlino, Tokyo. La piazza applaude entusiasta, Bersani si rabbuia pensando ai nostri «ambasciatori in lacrime» e alle «barzellette che raccontano in giro per il mondo su di noi»: «Berlusconi si sarebbe dovuto fare da parte già da tempo. Tutte queste piazze glielo stanno ribadendo. Oltre al fatto che non sta governando, che costringe tutti a discutere dei problemi suoi e non di quelli degli italiani, ora si sono aggiunte le altre questioni. Non si tratta di essere puritani o moralisti, come dice qualcuno. È scritto nella Costituzione che chi ricopre incarichi istituzionali deve svolgerli con disciplina e onore. Altrimenti il danno provocato al volto dell’Italia nel mondo è enorme».

Bersani trae ragioni di ottimismo da questa mobilitazione, ma confessa di essere anche preoccupato per quel che potrà succedere nelle prossime settimane. Perché se in queste piazze ha trovato sfogo una «rabbia repressa» che se correttamente incanalata può far compiere «un passo avanti» verso l’apertura di una «nuova fase», per il segretario del Pd ora «la situazione si radicalizzerà ancora di più». Un segnale sono gli «attacchi vergognosi al Presidente della Repubblica» portati ieri dai quotidiani vicini al premier. Ma sono gli stessi «colpi di coda» di cui sarà capace Berlusconi a preoccuparlo. «Non aspettiamoci giorni facili. L’ultima fase del berlusconismo porterà a una stretta micidiale su temi di fondo della convivenza democratica. E questa non sarà l’ultima manifestazione di piazza per chiedere dignità e rispetto, per le persone e per le istituzioni, per i problemi degli italiani che devono trovare soluzioni e per le regole democratiche che non possono essere calpestate per risolvere i problemi di uno solo». Un discorso che chiama in causa le forze oggi all’opposizione. «Già un anno fa dicemmo che saremmo arrivati a un punto d’allarme, e che sarebbe stato necessario dar vita a un largo schieramento in grado di guidare una stagione di ricostruzione democratica. Allora non ci fu tanta comprensione, neanche nel nostro partito, mentre adesso è stato capito che non ci sono alternative. Non si tratta di antiberlusconismo. Il punto è come andiamo oltre Berlusconi, come evitiamo il rischio di un vuoto democratico e come contribuiamo tutti insieme alla ricostruzione».

Un lavoro che per Bersani devono compiere tutte le forze politiche («fuori da gelosie personalistiche o di partito») e sociali che oggi combattono questo governo. Insieme, partiti e società civile. «Queste espressioni di civismo diffuso e la buona politica devono darsi la mano. Se c’è una saldatura è più facile giungere a una svolta. Se c’è una spaccatura si aprono spazi perché il berlusconismo vada avanti». Sicuro che questa piazza non sia percorsa anche da un sentimento di antipolitica? «Non direi. Rispetto a qualche anno fa c’è una maggiore consapevolezza che la politica costituisce un elemento di unificazione. Sta poi alla politica avere l’orecchio attento e non chiudersi nel Palazzo. Se tutti hanno senso di responsabilità, si potrà aprire una nuova stagione».

L’Unità 14.02.11

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Manifestazioni donne, Bindi: “Berlusconi più denigra più sarà isolato”
La mobilitazione nazionale per la dignità delle donne continua. Bersani: “Il mondo ha visto cosa è l’Italia”. Finocchiaro: “Invece di dire stucchevoli banalità e stupidaggini Berlusconi apra gli occhi e si renda conto di quello che sta avvenendo nel Paese”

La polemica innescata dalla mobilitazione nazionale per la dignità delle donne e contro Silvio Berlusconi prosegue. Di seguito alcuni commenti dei leader democratici a seguito delle nuove dichiarazioni del premier che, senza alcuna giustificazione, ha giudicato come “faziose” le splendide manifestazioni di piazza che hanno coinvolto oltre un milioni di persone.

Per Rosy Bindi, presidente dell’Assemblea nazionale del PD, “Berlusconi ha paura della forza e della determinazione delle donne. Ed è per questo che non trova di meglio che denigrare una straordinaria giornata, davvero unica, di mobilitazione popolare realizzata dalle donne. Non vuole capire quanto si sta muovendo nel Paese, grazie all’indignazione femminile e alla difesa della nostra dignità di persone. Ma più insulta e denigra quel milione e oltre di donne e uomini che ieri in centinaia di piazze hanno detto come una sola voce: ‘Se non ora quando?’ Più crescerà il suo isolamento. L’Italia – ha concluso l’esponente democratica – non è berlusconiana, nella sua maggioranza, nei suoi valori condivisi e nelle sue aspirazioni più profonde. E ieri lo ha mostrato a tutto il mondo”.

Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori PD, ”dalle televisioni di sua proprietà oggi il Presidente del Consiglio è tornato a proferire il suo verbo. Ovviamente senza contradditorio il premier ha fornito i suoi giudizi, sempre ‘oggettivi’, sulla politica e sulle manifestazioni di ieri. Su questo mi dispiace contraddirlo ma la vergogna è lui. Lui, che ha tanto a cuore il consenso popolare, deve portare rispetto alle centinaia di migliaia di persone, donne, tante, ma anche molti uomini che ieri hanno riempito le piazze italiane per difendere la loro dignità e quella del Paese”. ”Conosciamo bene – ha ricordato Finocchiaro – quale sia la considerazione che delle donne ha il premier e quale sia il tipo di ‘rispetto’ che lui ha per loro. E sappiamo bene come lui le faccia sentire ‘speciali’ . Invece di dire stucchevoli banalità e stupidaggini Berlusconi apra gli occhi e si renda conto di quello che sta avvenendo nel Paese”. ”Ieri in piazza – ha concluso Finocchiaro – c’era un pezzo importante del popolo italiano. Finalmente sta crescendo in modo civile, pacifico e consapevole un sentimento di indignazione forte nei confronti di un governo e di un premier che disonorano l’Italia e la isolano nel mondo, incapaci come sono di guidarla fuori dalla crisi. Berlusconi ascolti quel popolo e si dimetta per il bene del Paese”.

“Il premier ha perso ogni lucidità e straparla. Se non fosse drammatico direi che è patetico”. Così Barbara Pollastrini ha commentato le dichiarazioni di Berlusconi sulle manifestazioni di ieri e il suo rapporto con le donne. ”Crede che il suo racconto possa avere ancora presa ma ormai persino tra i suoi fans serpeggiano preoccupazioni e dubbi. Le piazze di domenica hanno segnato uno spartiacque fra il suo racconto e la realtà. Una mobilitazione popolare fiera e serena, con buona pace delle ministre del governo. Io – ha concluso l’ex ministro per le Pari opportunità – sono convinta che col voto le donne faranno la differenza e chiuderanno un ventennio che ci ha lasciato profonde diseguaglianze e miseria culturale”.

La manifestazione delle donne nelle piazze italiane ha avuto un riscontro importantissimo che porterà altri frutti. Ne è convinto il leader del Pd, Pierluigi Bersani (VIDEO), che ha parlato di una “giornata di semina non solo di raccolto”. ”Spero si sia colta la voce che è arrivata ieri. Credo che le manifestazioni per la loro spontaneità, perchè stiamo parlando di centinaia di migliaia di persone che sono andate in piazza senza nessuno sforzo organizzativo, sia una cosa da segnalare”.
‘Stiamo parlando di una presenza femminile che come in tanti passaggi della storia nazionale è un elemento capace di suscitare una reazione etica, civica, morale che viene prima della politica. Stiamo parlando – ha proseguito Bersani – di una giornata che ci ha riabilitato davanti al mondo dove stava passando l’idea che l’Italia fosse tutta così. Ieri il mondo ha visto che l’Italia non è tutta così. Da ieri è partito un segnale molto forte”. All’osservazione della Maggioranza, che con l’indignazione il governo non cade, il segretario del PD ha replicato: ”Se fosse più corale, se cioè ci fosse anche un pezzo della cosiddetta classe dirigente che dicesse basta, ma non perché siamo puritani, non perché ci occupiamo di peccati, perché per quello c’è la Chiesa, o di reati, perché c’è la Magistratura, ma perché vediamo tutti che l’Italia va allo sbando e non può affrontare i problemi”. ”Più coralmente – ha concluso il Segretario- anche pezzi di classe dirigente che sino ad ora hanno taciuto, parlassero, credo che il risultato ci sarebbe”.

Gente stanca che non ne può più di vedere cose incredibili. ”In piazza ieri c’era il popolo italiano, un’Italia tranquilla, normale e interamente positiva” che esprime “un’esigenza di dignità e un desiderio di serenità”. Questa l’analisi di Romano Prodi. L’ex premier si trovava a Milano e, a causa della tanta gente in strada ha tentato di raggiungere piazza Castello senza successo. “Una muraglia umana incredibile – ha detto Prodi – alla fine sono dovuto tornare indietro per la calca”. Il Professore parla di una “folla impressionante” e di aver visto in strada “persone di tutti i generi”. “Altro che raduno di femministe – ha esplicitato – una piazza non partitica e non partigiana”. “Credo proprio che le donne abbiano dato un grande segnale al risveglio dell’Italia”.

da www.partitodemocratico.it