Graduatorie degli insegnanti, l’odissea continua: la Lega, con un emendamento inserito ieri nel Milleproroghe, ne ha imposto il congelamento fino al 31 agosto 2012. Niente più cambi di città o rivalutazione del punteggio per i prof iscritti: chi poteva migliorare la propria posizione potrebbe perdere la possibilità di un contratto a vita o di una supplenza annuale. Ma la Lega vuole portare a casa “la nuova legge sul reclutamento”: c’è già un testo del senatore del Carroccio Mario Pittoni sul tavolo del ministro che prevede albi e concorsi regionali. Il pressing sul Miur è cominciato e ci sarebbe l’ok della Gelmini. Intanto si procede con il blocco delle graduatorie che arriva a tre giorni dalla sentenza della Consulta che aveva bocciato la decisione del ministro (messa nel 2009 nella legge salva-precari) di relegare in coda alle liste il docente che cambia provincia per lavorare. Norma spinta dalla Lega. Per i giudici ogni candidato deve poter conservare il suo punteggio. Il Carroccio corre ai ripari: «I giudici- dice Pittoni- vogliono tutelare chi si sposta in un’altra provincia consentendo che conservi il suo punteggio. Ma chi pensa a chi viene scavalcato dopo essere stato in una graduatoria magari per dieci anni?». Liste congelate, dunque, ma, non potendo ignorare la Consulta, la Lega ha inserito una formula ad hoc nel testo: il blocco fa salvi «gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale». Che non si sa ufficialmente ancora quali siano: al ministero stanno interpretando la sentenza. «L’emendamento- dice Pittoni- regola questa fase transitoria». La Lega ha inserito nel Milleproroghe, per la prima volta, anche un vincolo territoriale per gli spostamenti dei supplenti: dall’anno scolastico che parte a settembre «l’inserimento nella prima fascia delle graduatorie di istituto è consentito solo a coloro che sono inseriti nelle graduatorie a esaurimento della provincia in cui ha sede l’istituzione scolastica». Se un docente si iscrive nella graduatoria di Milano per aspirare all’assunzione poi potrà fare le supplenze brevi solo a Milano e non nella sua città. Insomma, un prof del Sud non potrà spostarsi al Nord per cercare di acchiappare la cattedra e, nell’attesa, fare supplenze brevi (e maturare punteggio) a casa propria. «Per aggirare il pronunciamento della Corte- dicono dal Pd- si sanano le situazioni dei singoli ricorrenti, ma si bloccano a tempo indeterminato le graduatorie aprendo a futuri numerosi ricorsi». Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil l’emendamento è «una violazione della sentenza della Corte Costituzionale».
Il Messaggero 12.02.11
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Supplenti, dopo il danno la beffa. Graduatorie “congelate” due anni, di Salvo Intravaia
Il governo ha aggirato la sentenza della Consulta che fa cadere la legge voluta dalla Lega sull’inserimento dei precari. E per farlo la ha di fatto prolungata di un anno. Un esempio a Milano: la terza in graduatoria sarebbe precipitata, senza entrare in ruolo
Graduatorie dei supplenti: oltre al danno la beffa? Secondo la Cgil, sì. Tre giorni fa, la Consulta dichiara illegittimo, perché contro il principio di uguaglianza tra i cittadini italiani, il provvedimento voluto nel 2009 dalla Lega Nord che impediva a coloro che si trovavano in graduatoria in una certa provincia, di spostarsi col proprio punteggio in un’altra provincia. Con inserimento “a pettine”, come dicono i tecnici. Ma ieri, cioè a poche ore dal pronunciamento dei giudici costituzionali, la stessa Lega ha fatto approvare un emendamento al decreto Milleproroghe che “congela” le graduatorie fino al 31 dicembre 2012, “fatti salvi gli adempimenti conseguenti alla declaratoria di illegittimità costituzionale”.
Le graduatorie “protette” sarebbero scadute quest’anno e a settembre si sarebbe dovuto “liberalizzare” l’inserimento nelle liste dei supplenti. Secondo la Flc Cgil, l’emendamento approvato ieri, “è un atto razzista nei confronti del Mezzogiorno e intende violare la sentenza della Corte Costituzionale”. La Gilda degli insegnanti per il momento si limita a darne notizia sul proprio sito, mentre le altre sigle tacciono. “L’emendamento della Lega Nord al milleproroghe – incalza Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil – approvato dalla commissione Bilancio, sul blocco delle graduatorie e l’impossibilità d’iscriversi nelle graduatorie d’istituto, in una provincia diversa da quella della permanente è un atto razzista: non si
può giustificare quell’emendamento con la necessità di nuove norme sul reclutamento”. In realtà – conclude il sindacalista – s’intende stravolgere il sistema nazionale di reclutamento, violando le leggi”. E chiede al Parlamento di non approvare quell’emendamento che rompe l’unità del Paese.
Ma l’emendamento che ha fatto saltare dalla sedia Pantaleo sembra introdurre un altro steccato: “l’impossibilità d’iscriversi nelle graduatorie d’istituto, in una provincia diversa da quella della permanente”. Una possibilità finora ammessa. Per comprendere bene i termini della questione occorre fare un piccolo passo indietro. Nella scuola, per i supplenti, ci sono due tipi di graduatorie: quelle “ad esaurimento” e le graduatorie “d’istituto”. Le prime, a livello provinciale, vengono utilizzate per nominare i supplenti annuali (fino al 31 agosto) e fino al termine delle lezioni (il 30 giugno), ma anche per reclutare metà degli immessi in ruolo. Alle seconde ricorrono le scuole per le cosiddette supplenze “brevi”, qualche giorno o qualche settimana.
In occasione dell’aggiornamento delle graduatorie “ad esaurimento”, nel 2009, venne introdotto il divieto di spostarsi da una provincia all’altra: si poteva soltanto aggiornare il punteggio. Consentendo l’inserimento, ma soltanto “in coda”, in altre tre province, diverse da quella di origine. Il meccanismo funziona in questo modo: se c’è una supplenza o un posto per le immissioni in ruolo in provincia di Milano, prima si scorre la graduatoria dei “locali” ed, esaurita questa, si ricorre alle graduatorie di coda.
Un piccolo esempio chiarirà tutto. Sempre in provincia di Milano, al terzo posto della graduatoria ad esaurimento c’è la milanese Claudia Fratesi, con 119 punti, nel frattempo entrata di ruolo perché nel capoluogo lombardo nel 2009 furono assegnati 119 posti. La prima della graduatoria “di coda”, sempre all’elementare, è invece Soccorsa Mesiano di Vibo Valentia, con 185 punti, e subito dopo c’è Graziella Casella di Palermo con 183 punti. Se non ci fosse stato lo sbarramento chiesto dalla Lega, in provincia di Milano, l’insegnante meneghina non avrebbe avuto molte possibilità. Perché inserendo “a pettine” anche gli insegnanti “di coda” la Fratesi sarebbe scivolata al 550° posto. E addio assunzione. Una situazione che, dati alla mano, si verifica nella maggior parte delle graduatorie del Nord. La legge dichiarata illegittima dall’Alta corte non fa ovviamente riferimento ad ambiti territoriali specifici, come il Nord o il Sud. Ma nei fatti penalizza i tanti docenti meridionali “in cerca di fortuna nella Padania”.
In questi ultimi due anni, anche con le graduatorie “protette”, diversi insegnanti meridionali sono riusciti a sbarcare il lunario nel settentrione: con le graduatorie d’istituto. Ma pare che l’emendamento bloccherà anche questa strada. Al momento, nessuno sa come intenda muoversi il ministero dell’Istruzione per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale. Come ricordano da viale Trastevere, il comma abrogato “prevedeva non solo l’inserimento in coda per il biennio 2009/2010 e 2010/2011 in tre province oltre quella di appartenenza, ma anche l’inserimento a pettine in una sola provincia per il biennio 2011/2012 e 2012/2013”. Il ministero promette di “adottare i provvedimenti necessari per garantire l’ordinario funzionamento della scuola e per offrire in ogni caso le maggiori occasioni di impiego ai docenti”: Ma di liberalizzare le graduatorie, come chiede la consulta, non se ne parla.
La Repubblica 13.02.11
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