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La battaglia delle gite scolastiche lo sciopero dei prof divide gli studenti

Gli insegnanti: “Troppe responsabilità e ci hanno anche tolto la diaria Meglio restare in classe”. Una scuola su tre, e dentro le singole scuole una classe su tre, nella stagione 2011 non porterà i ragazzi in gita scolastica. È un diluvio di no.
La riforma (di medie e superiori) è passata, ma la rabbia dei docenti resta alta. Dopo aver fatto saltare la sperimentazione sulla loro valutazione, in queste ore i “prof” registrano un clamoroso successo dell´ultima forma di protesta: 246 scuole, segnala il censimento del sito “controriformadocentiarrabbiati”, hanno firmato delibere che annullano l´impegno degli insegnanti per le gite scolastiche. E senza “prof” non si va da nessuna parte: «Troppe responsabilità, nessun riconoscimento. Per viaggiare così è meglio restare in aula a far lezione». L´adesione è spalmata su tutto il paese, da Aosta ad Acireale, e cresce ogni settimana. Significativo il boicottaggio al Nord. Torino e il suo hinterland si confermano l´area scolasticamente più sindacalizzata – lo sciopero delle gite è appoggiato e aiutato dalla Cgil e dai gruppi di base – con 59 defezioni. Al liceo classico D´Azeglio il blocco si allarga a stage e soggiorni all´estero, al circolo didattico Toscanini si specifica che sono soppresse anche “le uscite didattiche di una mattina”. Quelle al Museo egizio, per esempio. La direttrice del museo, Eleni Vassilika, quest´anno ha registrato un calo dei biglietti per studenti dell´otto per cento e ha scritto una lettera alla Gelmini: «Non potete consentire ai genitori di accompagnare le classi?». Per tentare di arginare le defezioni, il governatore leghista Roberto Cota ha deciso di sostenere con un bonus economico le scuole piemontesi che realizzeranno viaggi d´istruzione e gemellaggi culturali. Ha avuto poca fortuna, fin qui: gli scioperi della gita sono stati proclamati anche a Biella e a Novara.
Trentaquattro scuole ferme ai banchi nella provincia di Venezia, diciannove a Lucca (metà delle superiori nella primavera entrante non partirà). Quattordici a Catania e a Roma. In tredici istituti perugini il dibattito è stato serrato, diversi studenti non volevano rinunciare al viaggio in pullman, la bevuta di gruppo, la serata collettiva in discoteca. Alla fine al classico Mariotti, all´Istituto Tecnico per geometri, alla media Grecchi e alla primaria Cannara lo sciopero ha riguardato tutti. Al liceo Pieralli e all´Orfini di Foligno, invece, vi parteciperà una classe ogni quattro. E ad amplificare il quadro negativo stanno arrivando gli stop alle gite decisi non contro la Gelmini, ma contro le occupazioni studentesche anti-Gelmini. In alcuni casi, di fronte a vandalismi gratuiti i presidi hanno scelto la linea dura con i ragazzi: viaggi sospesi ai licei romani Azzarita ed Evangelista Torricelli. I “prof” d´Italia stanno boicottando tutte le attività extra: gruppi sportivi, feste di fine anno, persino gli approfondimenti pre-universitari. Spesso contro la volontà di una fetta di studenti.
Lo sciopero delle gite si sente, albergatori e agenzie di viaggio alzano l´allarme. I “viaggi scolastici” muovono un milione e 300 mila studenti ogni anno e valgono 370 milioni di euro. Il calo dei fatturati, nel 2011, è valutabile attorno al 35%: centotrenta milioni, un disastro in appendice alla crisi strutturale. Agenzie di viaggio di Milano e Rimini si sono offerte di pagare la diaria ai “prof”: non è bastato. Ezio Moretti, amministratore di Caravantours, racconta: «Oggi contiamo duecento gruppi di studenti in meno e a fine maggio saranno ottocento. Una perdita di 5 milioni di euro, un quinto del nostro fatturato. Abbiamo provato a far capire ai sindacati che così si mette a rischio un settore, niente. Abbiamo chiesto un intervento al ministro Brambilla, neppure ci ha risposto. Lavoro da trent´anni con professori e studenti, così male non è mai andata».

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