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"Che cosa resta della scuola dopo la cura dimagrante" di Franco Buccino

Come si sa, le iscrizioni a scuola si fanno entro il 12 febbraio. Per tutte le scuole: infanzia, primo e secondo ciclo. Secondo il ministero non ci sono i rinvii e le incertezze degli anni scorsi: si sono superate le criticità riguardanti l´applicazione della riforma. Dal suo punto di vista il ministero ha ragione: ha avviato un processo di “semplificazione” per cui a breve le iscrizioni si faranno d´ufficio, perché i genitori non avranno più niente da scegliere. Cominciando dalla scuola dell´infanzia. Con qualche ipocrisia l´Amministrazione scolastica sottolinea proprio qui la “coordinata partecipazione delle scuole statali e delle scuole paritarie al sistema scolastico nel suo complesso”. Ciò vuol dire che poco le interessa che molte private facciano mera assistenza e non attività formative programmate in questa fascia d´età, ritenuta strategica per l´apprendimento da tutti. Non intende investire in questo settore: mette troppe poche risorse per aprire nuove sezioni e un organico ridotto di insegnanti, sufficiente solo per un orario frontale senza spazio per proficue compresenze. E così tanta parte della nostra infanzia continuerà a frequentare scuole private dai nomi accattivanti – girandole, scoiattoli e qui quo qua – con inglese, ginnastica e danza a pagamento.

La scuola primaria offre ben quattro modelli orario: 24, 27, 30 e 40 ore settimanali. I primi due sono sicuri, il terzo e il quarto si realizzano solo se c´è l´organico e se l´ente locale fornisce “adeguati servizi”. Il tempo pieno, dove sopravvive, sarà la somma di due tempi normali, un insegnante la mattina e uno il pomeriggio. A ogni buon fine l´Amministrazione determina l´organico dell´istituto come se tutte le classi funzionassero a 27 ore. E così c´è spazio per ulteriori tagli di personale per il prossimo anno. Di contro, c´è sempre meno spazio per moduli, compresenze e specialisti. L´amministrazione abilita d´ufficio i suoi insegnanti, nel giro di poche settimane, a insegnare di tutto. E non abbandona l´idea di avere anche tra gli insegnanti “normali” quelli che seguono gli alunni handicappati, e di fare così a meno degli insegnanti di sostegno. Tra l´altro, quasi tutti precari.

La scuola media rimarrà quasi così com´è, perché quello che doveva fare, il ministero l´ha fatto tutto in una volta. Rimane solo sulla carta l´orario settimanale di 36 o 40 ore, il vecchio tempo prolungato; per tutti ci sono le trenta ore. Non c´è traccia nella presentazione del ministero di “cittadinanza e costituzione” e dell´inglese potenziato, che dovevano essere le novità del settore. È presumibile che l´impegno principale nella media sarà quello di preparare i ragazzi a superare il test dell´Invalsi. E la chiamano ancora scuola dell´obbligo.

Le superiori saranno scelte dagli studenti secondo le classi sociali di appartenenza e soprattutto secondo il livello di preparazione raggiunto. I migliori al liceo, e a scendere fino al professionale e ai corsi di formazione professionale, ai quali si vuol dare dignità di scuola. Diversamente abili e immigrati, qualunque scuola sceglieranno, saranno sempre marginali. Niente di nuovo sotto il sole. Ma, soprattutto quanti scelgono tecnici e professionali, troveranno scuole più magre, meno ore di lezione, meno ore di laboratorio. Molti indirizzi sono unificati, fino a perdere la loro peculiarità. Tanto chi pensa che un ragazzo può lavorare con un diploma di scuola superiore. Poi c´è l´Università.

In una scuola così “semplificata” si procede per selezione naturale, non è necessario avere insegnanti numerosi e neanche bravi. I genitori non si devono preoccupare tanto dell´iscrizione dei figli nella scuola pubblica, quanto dell´integrazione a cui devono provvedere di tasca propria. Si svilupperanno attività integrative a pagamento nelle scuole e fuori delle scuole. Forse qualche Comune misericordioso riscoprirà anche le vecchie Lac, libere attività complementari, per gli alunni più sfigati. E per gli studenti che voglio bypassare la scuola pubblica o paritaria che sia, che vogliono recuperare anni perduti, raggiungere artificialmente i risultati dei migliori con il portafogli di papà, ci saranno sempre i diplomifici di Poggiomarino e dintorni, che come l´araba fenice risorgeranno dalle proprie ceneri.

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