Si parla di 35mila posti in meno fra docenti e Ata, ma potrebbero essere anche di più dal momento che nei primi due anni di applicazione del Piano programmatico le riduzioni di organico sono state inferiori a quanto previsto dalla legge. Che il dimensionamento degli organici per il prossimo anno scolastico sarebbe stato pesante era nelle previsioni ma certo è che la conferma dell’entità dei “tagli” arrivata nei giorni scorsi dal Ministero non può essere trascurata.
Nei primi due anni di applicazione del Piano programmatico la riduzione degli organici è stata inferiore alla previsione di legge, sia perché è stato necessario dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale in materia di organici di sostegno sia perché si è dovuto andare cauti sul personale Ata per non mettere a rischio di chiusura le scuole più piccole.
Senza contare che la riduzione del numero di autonomie scolastiche si è realizzata solo in parte a causa della contrarietà delle Regioni che, nelle loro delibere sul dimensionamento, non hanno tenuto molto conto delle previsioni del Piano programmatico del 2008.
Sta di fatto che per il 2011/2012 il Ministero chiederà alle scuole di restituire non meno di 35mila posti (20mila cattedre e 15mila posti di personale non docente).
Per quanto riguarda gli Ata i sacrifici saranno distribuiti su tutti gli ordini di scuola ma metteranno in difficoltà soprattutto i plessi più piccoli di scuola primaria e dell’infanzia che potrebbero non avere collaboratori scolastici a sufficienza per garantire l’apertura per tutto l’orario necessario.
Le 20mila cattedre in meno riguarderanno in particolare la secondaria di secondo grado (nei professionali si passerà da 36 a 32 ore nelle classi prime, seconde e terze) e la scuola primaria dove l’orario a 27 ore sarà esteso anche alle classi terze.
E, sempre nella primaria, si parla anche di un taglio di 4.700 posti di lingua inglese.
Ma potrebbe esserci anche un’altra novità: per recuperare qualche altro migliaio di posti i tecnici del Ministero stanno pensando di eliminare la compresenza oraria fra insegnante di classe e insegnante di religione nella scuola primaria che attualmente ha un “costo” di 2 ore per tutte le classi in cui la religione cattolica viene insegnata da un docente specialista.
Ovviamente c’è da considerare che questa operazione non può essere generalizzata in quanto in molte classi la compresenza dei due docenti (quello curricolare e quello di religione) è indispensabile per garantire la realizzazione delle attività alternative richiesta dagli alunni che non si avvalgono dall’insegnamento della religione cattolica. Una soluzione potrebbe essere però quella di cancellare la compresenza (e quindi “tagliare” diverse migliaia di posti nell’arco dei prossimi 2-3 anni) autorizzando al tempo stesso le scuole a nominare supplenti temporanei per le attività alternative (la spesa complessiva non cambierebbe molto, ma si otterrebbe il risultato di rispettare gli obiettivi di riduzione degli organici previsti dalla legge 133/08).
A partire dalla prossima settimana proseguiranno presso il Ministero gli incontri con i sindacati se non per ricercare soluzioni condivise quanto meno per individuare criteri per distribuire i sacrifici in modo omogeneo fra le diverse aree geografiche
Tecnica della Scuola 06.02.11