Modena – Manifestazione "Se non ora quando?"
Piazza Matteotti ore 15 Carpi ritrovo Piazzale delle Corriere ore 14
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Centro Polifunzionale Lions Club -Mercato S.Severino
Intervista allo scrittore inserito dall’assessore Speranzon nella lista degli autori “sgraditi”. “La censura è una necessità di ogni regime quando ci sono delle debolezze. Vogliono dare una percezione di solidità all’esterno che non c’è”. “Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del Veneziano perché queste persone siano dichiarate sgradite e chiederò loro, dato anche che le biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro opere vengano ritirate dagli scaffali […] Chiederò di non promuovere la presentazione dei libri scritti da questi autori: ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità”. Queste parole di censura non sono riprese da qualche discorso fatto durante il Ventennio fascista, ma sono state pronunciate dall’assessore alla cultura della provincia di Venezia Raffaele Speranzon, ex missino, oggi Pdl nei confronti di alcuni scrittori che nel 2004 firmarono un appello per la scarcerazione di Cesare Battisti. La messa al bando è stata subito accolta e rigirata ai dirigenti scolastici e professori dall’assessore regionale all’istruzione e alla formazione Elena Donazzan, quota Pdl, famosa per il putiferio scatenato …
Lo slogan della primavera del 2008, quando Berlusconi vinse di nuovo le elezioni, era lo stesso del 2001: «meno tasse per tutti». Il comma 2 del programma presentato allora agli elettori e consultabile su Internet è assai chiaro: totale eliminazione dell´Ici sulla prima casa, introduzione del «quoziente familiare», abolizione delle tasse su successioni e donazioni e – immancabilmente – «graduale e progressiva riduzione della pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo». Delle quattro promesse solo l´Ici sulla prima casa è stata abolita, con costi alti (circa due miliardi ed esiti pesanti sui bilanci comunali). E il resto? Il resto dice che la pressione fiscale in Italia non diminuisce per niente, anzi stando ai recenti dati dell´Ocse, tra il 2008 e il 2009 si è già registrato un aumento di 0,2 punti toccando il tetto del 43,5 (più alto del 1997, anno della biasimata eurotassa di Prodi). Crisi internazionale e l´effetto algebrico della caduta del Pil, si difende il governo: la pressione fiscale è un rapporto – si dice – se cala il denominatore …
Forma e sostanza, norme scritte e regole non scritte. Lo stop di Napolitano al decreto sul federalismo municipale corre lungo questi due binari, ma per una volta le parallele s’incontrano, disegnano un’unica linea nereggiante. Perché nessuna decisione di governo è mai apprezzabile se adottata in disprezzo delle procedure, ecco la morale della favola. E perché offendendo le modalità formali s’offende in realtà la sostanza stessa delle nostre istituzioni. In punto di diritto, la questione è presto detta. C’è una legge (quella sul federalismo fiscale: numero 42 del 2009) che delega l’esecutivo a predisporre una rosa di decreti entro due anni dalla sua entrata in vigore. Volta per volta, lo schema di decreto approvato in Consiglio dei ministri va poi trasmesso al parlamento, per ottenere il parere di varie commissioni, tra cui la Bicamerale (15 deputati e altrettanti senatori). Il parere è obbligatorio per chi lo riceve, non per chi lo esprime: se le commissioni parlamentari non provvedono entro 60 giorni, la macchina governativa tira dritto. Quando tuttavia il parere è negativo, la corsa ritorna al …
Un appello che sanno cadrà inascoltato, ma non vogliono rinunciare al lusso di lanciarlo. Circa diecimila persone hanno affollato il Palasharp di Milano – novemila all’interno, centinaia fuori dai cancelli – per ascoltare il grido di protesta di Roberto Saviano, Umberto Eco, Susanna Camusso e tanti altri, tra politici e intellettuali, scesi in campo per chiedere le «dimissioni» di Silvio Berlusconi, dopo l’inchiesta della Procura di Milano sul caso Ruby e le cene ad Arcore. Lo scrittore campano – applaudito come una star, con due standing ovation – ha parlato di «democrazia in ostaggio», la Camusso ha sostenuto che il premier deve lasciare Palazzo Chigi perchè «ha diviso il Paese» ed Eco ha parlato di un Berlusconi vittima di «eccesso di schizofrenia». Al coro di «Dimettiti. Per un un’Italia libera e giusta», ha replicato in serata il capo del governo. «Non bisogna prenderli sul serio», ha minimizzato. «Ormai gli italiani li hanno capiti – ha aggiunto – Noi adesso siamo nella possibilità di cambiare la situazione, le cose nella giustizia italiana. E gli italiani lo …
Tre giorni fa, mentre la sollevazione del popolo egiziano era arrivata al punto culminante, Silvio Berlusconi fu l´unico tra i dirigenti politici di paesi occidentali a dire che «Mubarak è un uomo saggio e bisogna lasciarlo dove sta. Sarà lui a fare le riforme e solo dopo potrà ritirarsi con onore». Berlusconi e Mubarak risultano dunque strettamente – e inconsapevolmente – legati tra loro in diversi modi. Il primo è Ruby-Rubacuori, pretesa nipote del presidente egiziano secondo quanto Berlusconi dichiarò alla questura di Milano per ottenere la liberazione della minorenne marocchina dalla custodia della polizia. Mubarak non ha mai saputo di questa “birboneria” congegnata dal presidente del Consiglio italiano tirandolo in ballo. Il secondo elemento che li lega è la crisi politica che incombe su entrambi; estremamente drammatica quella che minaccia il leader egiziano che deve fronteggiare un paese in rivolta; molto diversa e pacifica quella in corso in Italia che tuttavia configura anch´essa la decomposizione d´un sistema di potere e sembra preannunciarne la fine. Infine un terzo elemento: sia al Cairo che a Roma, …