Mentre l´Unione europea lancia un´iniziativa per ridurre l´abbandono scolastico, nelle medie di Palermo è record di bocciati e desaparecidos. «I giovani che abbandonano gli studi o la formazione avendo al massimo un diploma di istruzione secondaria inferiore – si legge in una recentissima nota della Commissione europea – hanno grosse difficoltà a trovare un lavoro e sono più spesso disoccupati e dipendenti dall´assistenza sociale». Per questa ragione, a Bruxelles è stata avviata un´iniziativa per aiutare gli Stati membri a ridurre, entro la fine del decennio, a meno del 10 per cento il tasso di abbandono scolastico, che a livello europeo si attesta al 14,4 per cento e in Italia al 19,2. Il calcolo viene effettuato sui giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni con al massimo un diploma di terza media e che non seguono nessun altro percorso di formazione. Ma prima i ragazzini devono arrivarci, al diploma di terza media: e invece una fetta consistente si perde per strada.
In base ai dati dello scorso anno scolastico, Repubblica ha calcolato i bocciati e i “dispersi”: coloro che risultano iscritti ma a giugno “spariscono” e per varie ragioni non vengono scrutinati. Alcuni si trasferiscono in altre scuole, pubbliche o private, altri continuano a studiare a casa, altri si perdono per strada e pochi escono di scena «per raggiunti limiti di età». Ma in tanti cadono per il gran numero di assenze. Dal 2005 chi non frequenta almeno tre quarti dei giorni di lezione non può essere neppure scrutinato. Un passo che sovente è l´anticamera dell´abbandono. A Palermo nove iscritti su cento non sono mai stati scrutinati. Il 3,5 per cento ha marinato la scuola per tanti giorni da fare scattare, prima ancora che si riunisse il Consiglio di classe, la bocciatura automatica: un dato nove volte superiore rispetto a Roma e a Milano (0,4 per cento) e cinque volte maggiore rispetto alla media nazionale.
E il resto? Sommando “dispersi” e bocciati, a Palermo si raggiunge il tasso record del 16 per cento. A Catania non si arriva al 12 per cento e a Messina si supera di poco il 9 per cento. Ma a Milano e Roma si scende ancora: meno del 6 per cento. «Questi dati – dice Giusto Scozzaro, segretario della Flc-Cgil regionale – non mi sorprendono: negli ultimi due anni abbiamo assistito a politiche, nazionali e regionali, di progressivo depauperamento delle risorse scolastiche che non potevano che portare a questi risultati. Gli interventi messi in campo a livello regionale sono falliti platealmente e hanno prodotto un incremento della dispersione scolastica».
La Repubblica 05.02.11