Bersani all’Assemblea PD: “Noi che rispettiamo le donne saremo in piazza il 13″. “Siamo l’unico partito che si sta occupando di contenuti e alcuni giornali ci accusano di non averne, ma non ci preoccupiamo. Siamo gli unici che si occupano degli italiani che parlano di scuola,fisco,cultura,lavoro. Lavoriamo in parlamento e nel Paese, raccoglieremo 10 milioni di firme, 10 milioni di vai a casa Berlusconi el’8 marzo li porteremo a Palazzo Chigi.
Saremo presenti alle manifestazioni in corso, invito tutti i democratici a sostenere la mobilitazione di . Se non ora quando il 13 mentre domani Franceschini ci rappresenterà alla manifestazione di Libertà e giustizia a Milano.
Pensiamo anche a altre forme di mobilitazione con tutti coloro che sono disposti a muoversi”.
Standing ovation per la difesa delle donne. “Rosy voglio dire che noi maschi saremo con le donne che il 13 saranno in piazza perché conosciamo le nostre mogli,compagne,figlie,amiche e le rispettiamo come persone, non sono merci da comprare e vendere con 1 dominio padronale e maschilista. Non eèaccettabile dare questo messaggio alle giovani generazioni, qui non c’entra la magistratura: non è accettabile per un paese civile, e se non reagiamo non ci lamentiamo per la magistratura”
“Concentriamoci sulla realtà, oltre Arcore: in Egitto si sta lottando per la libertà, un popolo mite e civile sta pagando con i morti la sua battaglia. Chiediamo la pace immediata, un percorso di evoluzione democratica e la fine delle violenze. La stabilità senza partecipazione dei cittadini ha piedi d’argilla. Siamo il secondo partner commerciale del Mediterraneo ma la voce dell’Italia è scomparsa dal mondo e di questo le classi dirigenti dovrebbero preoccuparsi” ha detto Pier Luigi Bersani, nella relazione all’Assemblea nazionale del partito. “L’Italia è uno dei dieci Paesi più ricchi del pianeta – ha proseguito – ma la sua voce è scomparsa dalle cose del mondo. Però noi siamo entrati nelle barzellette del mondo, a Taiwan, in Giappone o al carnevale di Rio, dove si apprestano a ridere di noi e di Berlusconi. In tutto il mondo si discute di come gli italiani possano sopportare tutto questo, ma gli italiani non sono quelli delle barzellette”.
Il segretario si è riferito anche alla proposta del premier di confrontarsi sulle riforme economiche, a cui aveva già risposto sul Corriere della Sera: “Berlusconi si concentra sulla crisi economica come? Tornando ai 5 punti di 2 mesi fa, 5 mesi, 15 anni fa? Adesso parlano dell’articolo 41 della Costituzione, ma io ho memoria….6 mesi fa ne ha dato la colpa a sant’Agostino, il malcapitato di Ippona! Per anni sono stato gomito a gomito con gli imprenditori e mai se ne sono lamentati. Allora se cominciano a dirlo loro riscrivano l’articolo 41 e noi scriviamo 4 articoli di liberazione e semplificazione, parliamo di benzina, assicurazioni, e mettiamo la cosa in rete così gli italiani ci segnaleranno cosa mettere nella megalenzuolata. Guardate che la patrimoniale vera sta nel federalismo, un pasticcio senza capo né coda che non dà autonomia agli enti locali. È l’ora del pago pago pago nel del vedo,voto pago come dice Tremonti. E lo scriveremo sui manifesti.
L’omaggio a Napolitano. Rendiamo omaggio al profilo di garanzia costituzionale del capo dello stato. Sia un motivo di riflessione: cosa succederebbe all’Italia se su quel Colle ci fosse una persona incosapevole della sua funzione istituzionale? Bisogna che tutti riflettano.
Il federalismo possibile solo con il PD. “Alla Lega dico che il federalismo non lo farete mai con Berlusconi, perchè a lui non interessa il federalismo, ma i vostri voti, e li userà per il processo breve o per difendere la ‘cricca di Roma – ha detto Bersani – il federalismo non si fa senza di noi e senza le nostre proposte. La Lega non ci intimorisce mettendo le foto dei parlamentari sulla Padania, ci mettano la mia. Abbiamo respirato l’autonomia da piccoli, non accettiamo lezioni da chi da 8 anni puntella Palazzo Grazioli. Vogliamo un federalismo delle responsabilità: il sistema più efficiente per dare efficienza.
Bersani è tornato a chiedere le dimissioni di Berlusconi («faccia un passo indietro») e ha criticato l’intervista al premier del Tg1: «I problemi in Italia marciscono e per il governo è una farsa propagandistica affidata a tg di regime di cui ci si vergognerebbe nella Corea del nord. Noi siamo in emergenza. Istituzionale, morale, economica, civica. Il parlamento non produce nulla perché dal governo non arriva nulla da mesi, l’impegno parlamentare di Berlusconi è quello della sopravvivenza comprando o corteggiando il singolo deputato. Uno spettacolo vergognoso mentre i problemi marciscono! Ci sono ogni giorno dati su occupazione, lavoro giovanile, redditi, prezzi, imprese che chiudono. Aumenta l’inflazione senza crescita, siamo al livello di guardia. E lo spirito civico del Paese è colpito, fiaccato”.
Stiamo arrivando a un redde rationiem di sistema, come avevamo previsto. C’è l’urgenza di combattere e intanto guardare oltre, ricostruendo i valori costituenti, e regole del gioco democratico, un patto per la crescita e il lavoro. Abbiamo la responsabilità di dirlo al paese, facendo appello a tutte le persone ragionevoli: per il bene dell’Italia sblocchiamo questa situazione. Berlusconi deve dimettersi ma non riguarda solo l’opposizione, le forze responsabili del centrodestra si facciano sentire, la classe dirigente si faccia sentire perché chi tace oggi deve chiedersi come potrà parlare domani. Se ci fosse un passo indietro di Berlusconi tutti dovrebbero garantire responsabilità e un clima diverso, ragionare sui problemi dell’Italia oltre Arcore. Se prevarranno tattiche arroganti di sopravvivenza chiederemo che sia restituito agli elettori il compito di indicare la strada da prendere: serve un programma essenziale di riforme e la proporremo a tutte le opposizioni interessate a rimettere sui binari la democrazia e l’economia. Riconoscendo le diversità ma con un impegno comune: presenteremo il progetto alle forze sociali e agli altri partiti. A cui diremo: pensate che Berlusconi sia condizionabile? Il campione mondiale delle campagne acquisti che ha sbattuto fuori chiunque ha aperto bocca? E chi si ritiene radicale che pensa di essere coerente per poi ritrovarsi con Berlusconi presidente della Repubblica?”
Dobbiamo affrontare anche il tema del partito: cosa pensiamo della democrazia italiana? A chi tocca portare la società civile e i territori alla dimensione statuale e nazionale? A chi tocca dare visioni unificanti e dare stabilità alle maggioranze? Ad un capo? Abbiamo già visto. O come in Europa a partiti che affiancano le istituzioni forti in un contesto aperto ai soggetti sociali? Vogliamo un pd originale nel panorama dei progressisti europei per apertura, trasparenza, pluralismo ma che sia in grado di svolgere una funzione unificante a servizio della Costituzione, della repubblica, dell’Italia. Su questo dobbiamo migliorarci.
Guardiamo oltre, impegniamoci in un progetto per l’Italia.
www.partitodemocratico.it
1 Commento