Mese: Gennaio 2011

"La legge-bavaglio imbarazza l'Europa", di Andrea Bonanni

Alla fine, nella grande sala delle conferenze del Parlamento ungherese, il primo ministro Viktor Orban perde per un attimo quella baldanza con cui ha tenuto testa ad una cinquantina di giornalisti stranieri: «Sì, è vero, è una brutta partenza. Nessuno potrebbe augurarsi che una presidenza dell’ Unione europea cominciasse a questo modo. Abbiamo approvato una legge che ritenevamo perfettamente regolare, e tutto il mondo ci è saltato addosso». La legge che ha attirato sul governo ungherese di destra le critiche della Commissione, della Francia, della Germania e perfino della Gran Bretagna (ma non dell’ Italia) riguarda «la libertà dei media e le regole fondamentali sui loro contenuti»: un titolo che è già di per sé una contraddizione in termini. In pratica si tratta di una legge-bavaglio che assegna ad una Autorità controllata dalla maggioranza parlamentare il diritto di giudicare il contenuto dell’ informazione e di appioppare multe salatissime in grado di stroncare il pluralismo e di soffocare il dissenso. Difficile ritrovare negli archivi europei una norma così illiberale diretta contro quello che il presidente della …

"Il Sole-24 Ore, manovre e tensioni in Confindustria", di Rinaldo Gianola

Il Sole-24 Ore è il primo giornale economico italiano, quotato in Borsa, di proprietà della Confindustria. Come larga parte della stampa anche questo giornale ha sofferto e soffre la crisi che come ha detto il ministro dell’economia Giulio Tremonti (uomo dell’anno del Sole-24 Ore nel 2009) «non è finita». La crisi preoccupa i piani alti di Confindustria e, nonostante le smentite («Confindustria non venderà il quotidiano ‘Il Sole24Ore’ – dice oggi l’associazione di viale dell’Astronomia, che in qualità di azionista di riferimento del gruppo editoriale ‘Il Sole 24 Ore’ – smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di vendita del quotidiano economico finanziario ‘Il Sole 24 Ore’») iniziano a circolare clamorose ipotesi sul futuro assetto del quotidiano diretto da Gianni Riotta, compresa la scissione della testata e la sua vendita a un gruppo di industriali «fidati» che sarebbero i primi contribuenti della stessa Confindustria: Eni, Enel, Fiat… Se davvero questa opzione fosse perseguita per ripianare le perdite e dotare il gruppo delle risorse necessarie per finanziare i nuovi piani di sviluppo, sarebbe una novità clamorosa per Confindustria, per …

"Veneto, comuni virtuosi colpiti dal governo: allora vendiamo tutto…", di Toni Jop

Stanno pensando di vendere le scuole, i parchi, gli edifici dei municipi. Intanto chiudono i musei, e mercoledì sospenderanno tutti i servizi comunali, perché, come sostengonoi sindaci dei molti comuni in ginocchio, si tratta di «chiudere un giorno per non chiudere per sempre». In Veneto, già 12 comuni tra i primi ad essere colpiti dalla scure del governo sono sull’orlo del fallimento e qualcuno fa notare come da circa mille anni i comuni italiani, i più virtuosi in molti casi, non abbiano mai serrato prima le loro porte. Accadrà all’ombra di un governo che delle virtù delle amministrazioni comunali ha fatto una bandiera, così come del federalismo egoista forgiato dalla Lega. Le storie si intrecciano, eccovene alcune. VIRTÙ E VIZI Loreggia è un comune del  Trevigiano di 7400 abitanti. Governato da una lista civica che tiene assieme sinistra e destra, la Lega è all’opposizione. Nel 2007, la municipalità è stata costretta dalla legge ad acquisire la rete del gas. Sforando «consapevolmente» – ricorda il vicesindaco Fabio Bui – il patto di stabilità, si è comunque …

"Beni alle regioni: dote da 2,3 miliardi", di Eugenio Bruno

Nella lista definitiva scende di 1,3 miliardi il valore degli immobili per avviare il federalismo demaniale. Le Dolomiti, il faro Spignon a Venezia o l`aula bunker di Reggio Calabria: ce l`ho. La caserma Garibaldi a Milano, il parco delle Cascine a Firenze o l`isola dei Conigli in Salento: manca. È il gioco che, alla maniera delle figurine, governatori, sindaci e presidenti di provincia potranno avviare, da qui a qualche mese, per aggiudicarsi i beni messi a disposizione dallo stato in esecuzione del federalismo demaniale. Dopo aver eliminato tutti gli immobili già in uso alle amministrazioni centrali (su cui si veda l`articolo accanto), l`agenzia del demanio ha infatti aggiornato l`elenco delle strutture che potranno essere decentrate. Dalle nuove stime emerge un portafoglio cespiti dal valore «inventariale» di quasi 2,3 miliardi di euro. A fronte dei 3 miliardi stimati nella prima ricognizione (su cui si veda Il Sole 24 Ore del 29 maggio) o dei 3,6 calcolati a fine luglio. E anche se il processo di individuazione non è ufficialmente terminato perché la lista delle esclusioni non …

"Oggi come centocinquanta anni fa un altro Risorgimento è possibile", di Pippo Civati

Così il Risorgimento è uscito dai sussidiari e dai libri di testo un po’ polverosi, per tornare a parlare, attraverso le parole misurate e sensibili alla critica del nostro Presidente, alle italiane e agli italiani. 150 anni sono un’eternità e, però, per altri versi, sono un secolo e mezzo molto breve, in cui molte cose rimangono ancora da fare, nonostante due guerre, una dittatura, e due Repubbliche. Le divisioni e le dicotomie ancora ci accompagnano, come se tutto fosse irriformabile. I ritardi (e gli sprechi) sembrano una traccia che non si perde. In più, se è possibile, l’Italia si è ancora più allontanata dall’Europa, e il suo provincialismo assume, talvolta, i toni dell’autarchia, ancora più paradossale (e dolorosa) ai tempi della globalizzazione. L’estate scorsa ho attraversato il Paese per raccontarlo per conto di questo giornale (che si chiama Unità ed è bello ricordarlo oggi), da Torino a Marsala, passando anche per la Reggio Emilia del Tricolore e dei mille colori, alle prese oggigiorno con la complessa sfida dell’integrazione e della convivenza. Raccontammo di Ippolito Nievo …

Napolitano a Forlì: anche il Nord del paese ricordi come nacque l'Italia

«Mi auguro che l’esempio di Forlì venga seguito anche altrove, in tutte le parti del paese, come Milano, Venezia e Verona, affinché, al pari della Romagna, sappiano come divennero italiane». Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita nella città romagnola per le celebrazioni del 150esimo dell’Unità d’Italia, ha auspicato una riscoperta delle radici storiche locali e della coscienza unitaria in tutte le parti del paese. Il presidente della Repubblica ha preso spunto, elogiandolo, dall’intervento del sindaco di Forlì Roberto Balzani che al teatro Fabbri, dov’era previsto l’incontro con Napolitano, anzichè un rituale intervento ha fatto un racconto, con immagini, musiche e interpretazioni sceniche su “come fu che la Romagna divenne italiana”. «Un modo – ha detto Napolitano – di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al voto unitario» che ha saputo, secondo il presidente, «far rivivere questa sua storia nel modo più efficace. Un esempio che mi auguro venga seguito altrove». Balzani, nella sua rappresentazione, ha ripercorso alcune tappe del Risorgimento romagnolo che sono sfociate poi nel processo che …