Mese: Gennaio 2011

"FIOM e CGIL cercano la «quadra» su Mirafiori", di Luigina Venturelli

Ultimo tentativo per affrontare uniti la settimana sindacale più impegnativa degli ultimi mesi e, probabilmente, la più significativa dell’anno appena iniziato. Oggi pomeriggio si riuniscono a Roma le segreterie della Fiom e della Cgil, in cerca di una posizione comune tanto difficile quanto necessaria sulla vertenza Fiat. Maurizio Landini e Susanna Camusso, al momento, condividono il giudizio fortemente negativo sull’accordo separato per Mirafiori, che il 13 e 14 gennaio verrà sottoposto al referendum dei lavoratori: un’intesa dai «contenuti peggiorativi » rispetto a quella per Pomigliano per ciò che riguarda turni, pause e malattie, ed «inaccettabile » sotto il profilo della democrazia, puntando all’esclusione della fabbrica delle sigle non firmatarie. Ma sul che fare a consultazione conclusa, nel caso non scontano ma certo probabile di un responso positivo, le posizioni restano divergenti. La leader confederale propone una firma tecnica dell’accordo che prenda comunque atto della volontà espressa dagli operai e che rimedi all’esclusione dallo stabilimento del sindacato più rappresentativo. Il segretario generale delle tute blu, invece, rifiuta categoricamente l’ipotesi: «Non esistono firme tecniche » ha ribadito …

"Bersani, appello all´unità delle opposizioni", di Giovanna Casadio

“Destra nel caos, chi alza la testa come Fini e Tremonti viene bombardato”. Messaggio alla Lega: pronti a discutere sul federalismo ma basta diversivi. Bersani batte di nuovo sul tasto dell´unità di tutte le opposizioni. «Il centrodestra non ha prospettive, è nella confusione – denuncia il segretario del Pd – Da dieci anni siamo indietro in tutte le classifiche. Le opposizioni si devono organizzare perché è ora di guardare oltre Berlusconi e i progressisti e i moderati devono incontrarsi per aprire una fase nuova». È l´appello a Casini e Fini per un «patto repubblicano», fatto nei giorni scorsi e rilanciato ieri al Tg2. E poi, lo stile del personalismo populista berlusconiano è quello delle campagne contro Fini o Tremonti. Sono vicende che «insegnano un paio di cosucce» sul Pdl – osserva Bersani – prima fra tutte che «chi alza la testa lì muore, viene bombardato». Ancora più indispensabile è quindi che le forze d´opposizione «facciano una riflessione sulle responsabilità che hanno». Parole dure. Provocano un fuoco di fila di reazioni nel centrodestra. Il ministro Bondi …

Un’altra beffa per i professori Tremonti non restituisce i soldi

Il ministro non firma, resta il blocco degli scatti di anzianità La firma era attesa per il 28 dicembre. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti avrebbe dovuto scrivere il suo nome accanto a quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini sotto il decreto interministeriale che restituisce ai professori gli scatti di anzianità e poi partire per le vacanze di fine anno. Invece, a quanto pare, il ministro è partito ma la firma sotto il decreto non c’è ancora. E ora il mondo della scuola è in allarme. Anche perché lo stesso giorno dal ministero dell’Economia partiva una nota che confermava la preoccupazione. Era il messaggio 181 che chiariva: «L’articolo 9, comma 23, stabilisce che per il personale docente, Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario (A.T.A.) della Scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti». Nella nota si precisa che «per gli anni 2011 e 2012 si è proceduto alla proroga per 2 anni delle classi e degli scatti che maturino …

"E la bandiera dei tre colori È sempre stata la più bella", di Eugenio Scalfari

Un secolo e mezzo è trascorso da quando nel cortile di Palazzo Carignano a Torino il Parlamento subalpino proclamò la nascita dello Stato italiano. L´anniversario si presta ad alcune riflessioni, rese ancor più attuali e necessarie dopo il discorso di Giorgio Napolitano a Reggio Emilia, luogo storico del Risorgimento, perché fu lì che la bandiera tricolore sventolò per la prima volta, portatavi dall´armata napoleonica che aveva fondato la repubblica Cisalpina su un territorio strappato all´Austria e ai Savoia, più o meno corrispondente a quello che la Lega usa chiamare Padania. Riflettere sulle condizioni dell´Italia dopo 150 anni di storia unitaria, dei quali 85 di monarchia e 65 di repubblica, si presta anche ad un consuntivo che riguarda al tempo stesso le condizioni economiche e politiche del paese e i suoi valori culturali e morali. Il tema consentirebbe molte citazioni, poiché i protagonisti sono tanti e ancor più quelli che hanno studiato quelle vicende, ma prometto di non farne alcuna e di dire ciò che penso con parole mie salvo una di Ingeborg Bachmann, che traggo …

"Un paese contro la propria storia", di Cesare Martinetti

Il presidente Napolitano ha ragione, l’Italia non sa comunicare la sua storia e il senso di se stessa. Chi ha vissuto anche solo per un breve periodo all’estero, lo sa. Il caso Battisti ne è la dimostrazione. «Non siamo riusciti a farci capire». È vero, perché il nostro Paese – e i giorni del tricolore coincidono simbolicamente con questo caso – non ha una storia condivisa, ognuno la vive a suo modo, possibilmente contro gli altri. È come se sul nostro suolo si giocasse una partita senza fine: guelfi e ghibellini, berlusconiani contro antiberlusconiani. Ma sarebbe sbagliato interpretare le parole pronunciate ieri dal Presidente della Repubblica come un attacco al governo. Piuttosto si tratta di un’amara riflessione, critica e – crediamo – anche autocritica per la porta in faccia presa da un governo definito «amico» come quello brasiliano a causa del nostro pessimo costume. Quando un italiano viene intervistato da giornali o media stranieri, è difficile che sfugga alla denuncia condita da ironia per il proprio Paese. Un atteggiamento diventato ormai caricaturale da quando è …

61° anniversario eccidio Fonderie Riunite Modena. Commemorazione di CGIL CISL UIL

Commemorazione di CGIL CISL UIL domenica 9 gennaio 2011 del 61° anniversario dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, dove il 9 gennaio del 1950 furono uccisi dalla polizia 6 operai durante la manifestazione per la riapertura della fabbrica. L’appuntamento è alle ore 9 presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta. I segretari di CGIL CISL UIL di Modena Pivanti, Falcone e Tollari, unitamente alle Autorità cittadine, deporranno corone di alloro in memoria dei 6 operai – Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti – che morirono sotto i colpi della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, contro la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie. I fatti del 9 gennaio 1950 per la loro drammaticità segnano il culmine di un clima conflittuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in provincia di Modena e in tutto il paese nel primo decennio del dopoguerra. Un decennio caratterizzato dalla ripresa dell’offensiva padronale per …

"Berlusconi l'Intoccabile" di Michele Ainis

In nessun Paese al mondo – nessuno – il capo dell’esecutivo gode di un salvacondotto come quello che martedì prossimo sarà giudicato dalla Corte Costituzionale. E che regala al nostro premier anche la licenza di uccidere. È legittimo il legittimo impedimento? Risponderà, a giorni, la Consulta. E a quanto pare dal suo responso dipende la salute del governo, la prosecuzione della legislatura, la sopravvivenza del pianeta. Ma c’è un’altra domanda che ci risuona in gola ormai da anni: davvero in Italia la politica cammina a capo nudo sotto la grandine giudiziaria? Davvero soltanto alle nostre latitudini manca un ombrello normativo che possa ripararla da indagini capziose, accuse strumentali, processi in mala fede? A mettere in fila le iniziative battezzate dai vari governi Berlusconi, la risposta parrebbe un sì tondo e sonoro. Nell’ordine: la legge sulle rogatorie internazionali (2001); quella sul legittimo sospetto (2002); la sforbiciata ai termini di prescrizione (2005); l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento (2006). Senza dire dei tentativi andati a vuoto, come il processo breve (2009), che per salvare il premier avrebbe lasciato …