Mese: Gennaio 2011

"Il legittimo impedimento rischia lo stop", di Liana Milella

Consulta, domani l´udienza pubblica. Gli avvocati del premier cercano la mediazione. Incostituzionale, o parzialmente incostituzionale, perché pone gli impegni del premier e dei ministri al di sopra di qualsiasi altro interesse garantito dalla Carta, compreso quello dei giudici a celebrare un processo. Incostituzionale, o parzialmente incostituzionale, perché lega le mani alle toghe e toglie loro il diritto di operare un bilanciamento tra le esigenze del processo e quelle della politica. Diritto che, proprio usando l´espressione «bilanciamento», la Corte aveva già individuato e delineato nel 2005 quando le capitò per le mani il caso di Cesare Previti, l´ex avvocato del premier entrato in rotta di collisione col gip milanese Alessandro Rossatto, per via delle presenze negate a un´infinita udienza preliminare adducendo i contemporanei “doveri” di Montecitorio. Alla vigilia dell´udienza pubblica alla Consulta sul legittimo impedimento – domattina alle 9 e 30 al secondo piano del palazzo che fronteggia il Quirinale – queste sono le ultime indiscrezioni sul destino della legge. O bocciata del tutto. O bocciata in una sua parte fondamentale e sostanziale, quella che sta …

"L'Italia non cresce perché la politica è per gli anziani", di Stefano Lepri

Se l’Italia non è un Paese per giovani, i giovani promettenti vanno all’estero; dopo il richiamo di Napolitano a Capodanno se ne è accorto The Economist. In Germania e altrove, nonostante la crisi già scarseggia il lavoro qualificato. Qui il contrario. E comincia a circolare l’idea che i due disturbi di cui soffre la nostra economia, ovvero leggi norme contratti e usanze che scoraggiano i giovani, e l’anemia mediterranea della produttività che non cresce – condivisa con Grecia, Portogallo e Spagna – siano due aspetti dello stesso male. Un Paese dove i giovani sono pochi e gli anziani sono tanti ragiona, sempre più, con la testa degli anziani. La politica si fa soprattutto per loro. Lo mostra al meglio una vicenda che, all’apparenza, con i giovani non c’entra nulla. La parziale rimonta di Silvio Berlusconi nelle elezioni del 2006 ebbe tra i punti forti la promessa di abolire l’Ici sulla prima casa. Tanto pareva attraente quell’argomento, che nel 2007 il governo Prodi reagì preferendo uno sgravio dell’Ici a un assegno per i figli capace di …

"Piccoli Marchionne crescono", di Bruno Ugolini

Il modello Marchionne di relazioni tra sindacati e imprenditori, basato sul prendere o lasciare, in nome della crisi e della globalizzazione, sta trovando imitatori. È il caso di Giuseppe Bono, a capo della Finmeccanica. Ha deciso di liberarsi dal legame con la Confindustria cominciando col non pagare più le quote dovute all’associazione (340 mila Euro). Un atto che potrebbe avere come conseguenza la liberazione dal contratto nazionale. Lo stesso Bono del resto nei giorni scorsi aveva esaltato “il metodo Marchionne”. Un altro caso interessante coinvolge la stessa presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. Proprio nelle aziende del suo gruppo è in corso un braccio di ferro. Oggetto della controversia sono duecento giovani lavoratori. Costoro dovrebbero essere assunti nelle imprese del gruppo, ma le loro buste paga saranno assottigliate. Non soltanto per i primi anni di apprendistato ma anche per gli anni futuri. Tutto questo violando un accordo aziendale che decideva per gli apprendisti condizioni migliori. Ma non si era forse detto e scritto che il futuro avrebbe dovuto essere dedicato agli accordi aziendali, considerati la stella …

"Fiom e Cgil restano divise ma non rompono", di Roberto Giovannini

«Nessuna spaccatura», dice Maurizio Landini. «Siamo impegnati con la Fiom per la massima riuscita dello sciopero del 28», dice Susanna Camusso. Fatto sta che è durato quasi sei ore l’incontro di ieri tra le segreterie di Cgil e di Fiom. E anche se al termine tutti i protagonisti hanno cercato di sottolineare gli elementi di unità (a cominciare dal giudizio totalmente negativo sull’accordo di Mirafiori), mettendo in secondo piano quelli su cui è palese una divergenza, resta il fatto che la Cgil continua a sostenere la necessità di votare «no» al referendum, e che il punto centrale è garantire libertà sindacale e rappresentanza in Fiat. Mentre per la Fiom il referendum è illegittimo, e l’accordo comunque non sottoscrivibile. «Non c’è nessuna spaccatura tra Cgil e Fiom – ha detto il leader Fiom Landini – c’è stata una discussione. Rimangono delle valutazioni su quello che sarà necessario fare in futuro, ma su questo continueremo a discutere». «Si è confermato», ha proseguito Landini, «che Fiom e Cgil considerano totalmente inaccettabili gli accordi di Pomigliano e di Mirafiori …

"Quando c'era il PCI", di Nello Ajello e Michele Smargiassi

Livorno 1921 – Rimini 1991. Nel doppio anniversario cronache dal primo e dall´ultimo congresso del più grande partito comunista d´Occidente. Livorno, 15 gennaio 1921, teatro Goldoni. La destinazione del XVII Congresso del Partito socialista è un ripiego: Firenze, destinata in origine a ospitarlo, è a serio rischio di assalti fascisti. Una foto di Carlo Marx invade il fondo del palcoscenico. Fiori e piante adornano platea e palchi. Millecinquecento soldati e duemila fra guardie regie e carabinieri proteggono (o sorvegliano?) i tremila delegati. «In città l´animazione è grandissima», scrive il Corriere della sera. «I comunisti “puri” non hanno ancora designato i loro candidati, ma saranno l´avv. Terracini, relatore, l´on. Bombacci, l´ing. Bordiga e il prof. Gramsci, direttore dell´Ordine nuovo». L´esito del congresso appare segnato: scissione. Non a caso il quotidiano milanese ha citato per prima, tra le frazioni convenute a Livorno, quella comunista “pura”. È questa a richiamare l´attenzione. L´ingegnere Amadeo Bordiga, un napoletano di trentadue anni, direttore della rivista Il Soviet, animato da una «logica rigorosa fino all´eccesso» – così lo descriverà Togliatti – ha …

Scuola: Ghizzoni (Pd), nostra interrogazione su mancata restituzione scatti di anzianità a docenti

“Mentre Tremonti si preoccupa del menù della cena degli ossi, agli insegnanti non lascia nemmeno l’osso”. “Desta preoccupazione la notizia che il ministro Tremonti non abbia firmato insieme al ministro Gelmini il Decreto interministeriale per restituire ai docenti gli scatti di anzianità – afferma l’on. Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera dei Deputati –. Ma non stupisce che il Ministro sia partito per le vacanze senza preoccuparsi del mondo della scuola e degli insegnanti: è semmai una conferma del suo pregiudizio nei confronti della filiera della conoscenza e della cultura”. “Tremonti si è preoccupato molto della famigerata ‘cena degli ossi’ con gli amici della Lega, ma ai professori non ha lasciato nemmeno l’osso”, commenta la deputata Pd, che ricorda l’impegno assunto dal governo di superare il blocco triennale degli scatti automatici di anzianità determinato dalla manovra estiva “ai danni degli insegnanti, che guadagnano il 5 per cento in meno degli altri statali italiani e, più in generale, hanno retribuzioni ben inferiori alla media europea e Ocse”. “Presenteremo un’interrogazione urgente alla Camera …

"La rabbia dei giovani senza futuro", di Vittorio Emanuele Parsi

Egitto, Tunisia, Algeria: sembra che il Nord Africa rischi di saltare in aria in una miscela esplosiva di regimi più o meno brutalmente autoritari e insieme sempre più deboli. Un composto di crescenti difficoltà economiche con tassi di disoccupazione impressionanti, e di un Islam radicale che soffia sul fuoco. Per chi ha memoria della sporca guerra degli Anni 90, costata oltre 150 mila morti, il timore che il più grande dei Paesi del Maghreb possa nuovamente imboccare la via della violenza settaria rappresenta un vero e proprio incubo. Ed è un rischio reale, visto che gli epigoni del Fis sembrano godere nuovamente di un consenso crescente tra la popolazione algerina. La legittima enfasi sugli sciacalli sempre pronti ad azzannare le società arabe nel nome della loro visione distorta e fanatica dell’Islam rischia però di farci percepire ciò che sta avvenendo sulle coste meridionali del Mediterraneo come qualcosa di eccessivamente «distante», e quindi più facilmente esorcizzabile. In realtà, i giovani disperati che ad Algeri e a Tunisi distruggono e assaltano tutto ricordano molto di più i …