Mese: Gennaio 2011

«Il palinsesto della politica», di Giovanni Valentini

C´è sempre lei, Nostra Signora Televisione, al principio e alla fine delle vicende politiche e giudiziarie di Silvio Berlusconi. L´alfa e l´omega del berlusconismo. Una stella polare, nel bene o nel male, per il nostro premier-tycoon colpito dal conflitto di interessi come da una maledizione biblica. Anche la “querelle” sul legittimo impedimento, appena risolta dalla Corte costituzionale con una sentenza pilatesca che ha ridotto lo scudo originario a uno scudetto, inizia e termina nel segno della tv. I tre processi per i quali la legge-ponte era stata concepita dalla distorsione (in)costituzionale del centrodestra, e ancor prima il lodo Schifani e il lodo Alfano, derivano tutti dall´intreccio di affari e malaffari che ruotano intorno all´azienda televisiva del presidente del Consiglio. Corruzione di un testimone, già condannato con sentenza definitiva, per coprire i fondi neri della Fininvest e i finanziamenti illeciti al Psi di Craxi; frode fiscale sui diritti televisivi; appropriazione indebita sui diritti cinematografici destinati alla tv. Sono le accuse della magistratura milanese a cui, tra un escamotage e l´altro, verosimilmente Berlusconi riuscirà a non rispondere …

«Un premier in fuga dal Paese, l’Italia non può permetterselo», di Umberto De Giovannangeli

Il segretario del Pd Bersani: «Per favore, ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento». Vendola «Sgombri il campo, stiamo marcendo». Di Pietro: «Si assuma le proprie responsabilità». L’Italia non può restare prigioniera di un «premier in fuga da se stesso e dal Paese». È l’allarme lanciato dal segretario del Pd Pierluigi Bersani. Vergogna e preoccupazione per un premier che trascina l’Italia nel fango… Un premier «in fuga da se stesso e dal Paese». Un Paese che non può restare prigioniero delle nuove vicende giudiziarie che hanno investito Silvio Berlusconi. A lanciare l’allarme è Pierluigi Bersani. Il segretario del Pd chiede «rispetto per le indagini» e che «per favore, ci vengano risparmiati ulteriori mesi di avvitamento dell’Italia sui problemi di Berlusconi. Abbiamo un premier in fuga dal Paese e da se stesso. Dal Paese perché il governo cosa sta facendo? E da se stesso perché costretto ad aggirare cose vere o presunte. Non possiamo permettercelo». Sulla stessa lunghezza d’onda si muove Massimo D’Alema: «La notizia non è nuova nel senso che chiunque sia in grado di …

«La madre di tutte le inchieste», di Michele Brambilla

Berlusconi indagato: dov’è la novità? Sono anni che è indagato e sono anni che le inchieste e i processi contro di lui non spostano un voto perché ormai gli italiani sono tutti preventivamente schierati. E non cambiano idea neanche se gli si punta contro una pistola. Chi detesta Berlusconi sostiene che tutti questi processi dimostrano la sua inadeguatezza, per non dire di peggio, a governare. Chi lo ama è convinto che si tratti di una congiura ordita dalle toghe rosse. Insomma l’opinione su Berlusconi è fideistica nel bene e nel male, gli italiani reagiscono «a prescindere» dalla sostanza dei fatti. Dovremmo dunque pensare che anche questa volta la tempesta giudiziaria non porterà nulla di nuovo né a Palazzo, né nell’opinione pubblica. Eppure, eppure. Adesso una novità sembra esserci. Forse addirittura una novità decisiva (in un senso o nell’altro, poi vedremo perché). La novità è la straripante sicurezza ostentata dalla Procura di Milano. Mai si era visto un comunicato, letto dal capo dell’ufficio, così dettagliato. Mai si erano annunciate prove documentali inconfutabili (si parla perfino di …

Mirafiori, Bersani: "FIAT mantenga gli impegni. Ora rispettare l'accordo"

54% dei voti per il sì all’accordo contrattuale. Il segretario PD: “Ora nuove regole per rappresentanza e partecipazione. Mirafiori non esaurisce il problema auto in Italia, il governo deve intervenire con una politica industriale”. Fassina: “Aprire il confronto, il governo convochi le parti”. I commenti degli esponenti PD La lunga notte del referendum sull’accordo contrattuale si chiude con la vittoria del sì: dopo uno scrutinio durato circa 9 ore, con un vero e proprio testa a testa, l’accordo su Mirafiori è stato approvato con il 54% di voti favorevoli. Decisivo il voto degli impiegati. Al voto, iniziato con il turno delle 22 di giovedì, hanno partecipato 5.119 lavoratori, oltre il 94,2% degli aventi diritto. Il sì ha ottenuto 2.735 voti, pari al 54,05%. A votare no sono stati invece in 2.325 (45,95%), 59 le schede nulle e bianche. Nei primi seggi scrutinati, quattro del reparto montaggio e uno della lastratura, dove la Fiom è tradizionalmente forte, ha prevalso il no. Poi la situazione si è rovesciata: al seggio 5, quello degli impiegati, su 449 iscritti …

«Scuola: Class action dei precari. Già 17 mila adesioni», di A.Mig.

I precari della scuola si preparano a portare in tribunale lo Stato, aiutati dalla Cgil, che sta promuovendo una apposita vertenza, e dal Codacons, che prepara una vera e propria class action ROMA – I precari della scuola si preparano a portare in tribunale lo Stato, aiutati dalla Cgil, che sta promuovendo una apposita vertenza, e dal Codacons, che prepara una vera e propria class action. Obiettivo: garantire un contratto a tempo indeterminato dopo anni di supplenze e sostituzioni a termine. Una recente sentenza del tribunale di Siena ha imposto la trasformazione di un contratto a tempo determinato di un’insegnante in servizio da più anni sullo stesso posto in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. E questo non è stato l’unico caso in cui i giudici hanno dato ragione ai precari Ora potrebbero scattare una valanga di ricorsi. Il Codacons ha dato tempo ai docenti di aderire (gratuitamente) alla propria class action entro il 22 gennaio, termine entro il quale, in base al Collegato lavoro, è possibile impugnare l’ultimo contratto di lavoro per chi …

A Mirafiori vince il sì con il 54,1% dei voti. La lunga notte dello stabilimento Fiat»*

L’accordo tra Fiat e sindacati per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori è stato approvato con il 54% dei sì. Lo rivela l’Ansa citando fonti sindacali. L’accordo era stato firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl mentre non hanno firmato l’intesa la Fiom e i Cobas. I voti favorevoli all’accordo – riferiscono fonti sindacali – sono stati 2.736 (il 54,05%) mentre i voti contrari all’intesa sono stati 2.326 (il 45,95%). Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi intervistato al Gr2 ha commentato: «L’esito del referendum apre un’evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e effettiva crescita dei salari». Affluenza record alle urne delle carrozzerie di Mirafiori: ha votato il 96% degli aventi diritto. La percentuale è più alta di quella che fu registrata nel referendum per Pomigliano (95%). La Commissione elettorale ha precisato che il numero di votanti è stato di 5213 sui 5431. Lo spoglio è iniziato poco prima delle 21.30. Il referendum è passato sul filo di lana. Dopo quasi 10 ore di scrutinio, nei …

«Il patto diseguale», di Massimo Giannini

La vera sfida di Mirafiori comincia adesso. Sapremo solo a notte fonda l´esito del referendum . Ma quando il nuovo paradigma della modernità impone una riscrittura così radicale del patto tra Capitale e Lavoro, rifondandolo sullo scambio disuguale e asimmetrico tra un salario e il nulla, l´esito sembra scontato. «Vinceranno i sì, anche se in molti avrebbero preferito votare no», era la previsione della vigilia. I primi voti scrutinati danno un risultato diverso, con i sì e i no in bilico intorno al 50%. Già questo sarebbe un risultato clamoroso, che potrebbe far saltare tutti gli scenari. Con la sua consueta, lapidaria schiettezza, l´amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne aveva spiegato la sua linea: se prevalgono i sì andiamo avanti con l´investimento e diamo una scossa all´Italia, se prevalgono i no ce ne torniamo a festeggiare a Detroit e ce ne andiamo a fare auto in Canada. Una posizione «win-win»: io vinco comunque. La realtà è assai più complessa. In attesa di capire l´esito della consultazione, qualcosa si può dire subito. Su due punti fondamentali: …