«Il palinsesto della politica», di Giovanni Valentini
C´è sempre lei, Nostra Signora Televisione, al principio e alla fine delle vicende politiche e giudiziarie di Silvio Berlusconi. L´alfa e l´omega del berlusconismo. Una stella polare, nel bene o nel male, per il nostro premier-tycoon colpito dal conflitto di interessi come da una maledizione biblica. Anche la “querelle” sul legittimo impedimento, appena risolta dalla Corte costituzionale con una sentenza pilatesca che ha ridotto lo scudo originario a uno scudetto, inizia e termina nel segno della tv. I tre processi per i quali la legge-ponte era stata concepita dalla distorsione (in)costituzionale del centrodestra, e ancor prima il lodo Schifani e il lodo Alfano, derivano tutti dall´intreccio di affari e malaffari che ruotano intorno all´azienda televisiva del presidente del Consiglio. Corruzione di un testimone, già condannato con sentenza definitiva, per coprire i fondi neri della Fininvest e i finanziamenti illeciti al Psi di Craxi; frode fiscale sui diritti televisivi; appropriazione indebita sui diritti cinematografici destinati alla tv. Sono le accuse della magistratura milanese a cui, tra un escamotage e l´altro, verosimilmente Berlusconi riuscirà a non rispondere …