Mese: Gennaio 2011

"Rivolta tunisina. Il mondo arabo aspetta l’effetto domino", di Umberto De Giovannangeli

Dal Cairo ad Algeri, da Amman a Tripoli c’è chi teme e chi auspica la rivoluzione dei gelsomini Gli analisti: una grande lezione per i regimi. C’è chi parla di una «Danzica araba». Chi evoca una nuova «Primavera di libertà». C’è chi lo spera. E chi lo teme: l’effetto domino della rivolta tunisina. Da Algeri al Cairo, da Tripoli ad Amman, da Beirut a Rabat… Una dialettica che emerge dalle analisi che occupano le prime pagine dei più autorevoli quotidiani arabi e internazionali. «Ben Ali e il suo clan sono stati cacciati. La formidabile rivoluzione democratica del popolo tunisino ha spazzato via la sanguinaria dittatura di Ben Ali. I tunisini si sono liberati della paura, hanno affrontato a mani nude le forze della repressione». Esordisce così un editoriale del giornale algerino El Watan, uno dei principali quotidiani del Paese maghrebino, noto per dare ampio spazio alle voci dell’opposizione nella regione. «Ben Ali è la storia di un potere assoluto in Tunisia da 23 anni. Ma è anche una storia che si può riscontrare in quasi …

" Sei mesi per riscrivere gli statuti. Università: la riforma Gelmini entra in vigore il 29 gennaio", di Ro.Ci.

La riforma Gelmini dell’università è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 14 gennaio (supplemento ordinario n°11) ed entrerà in vigore il 29 gennaio 2011. Entro un anno il governo dovrà predisporre tutti i 49 decreti attuativi previsti dal testo, mentre gli atenei avranno sei mesi per riscrivere i loro statuti. È anche previsto un periodo di tolleranza di altri tre mesi, quindi ottobre, dopo il quale se i Senati Accademici e i Consigli di amministrazione non avranno predisposto lo statuto, il ministero dell’università procederà con i suoi esperti alla sua scrittura. Dopo le vacanze natalizie, tutti gli atenei stanno predisponendo le procedure con le quali eleggere le commissioni composte da 12 docenti e ricercatori più due studenti e il rettore. Il movimento No-Gelmini sta cercando di trasferire la sua opposizione in queste commissioni. Si è mossa in questa direzione l’assemblea di ateneo di Palermo che ha chiesto di sottoscrivere una petizione in cui si chiede di eleggere i membri della commissione per non lasciarli scegliere al rettore. Nella stessa direzione sembra andare la proposta di …

"La classe operaia deve tornare in Paradiso", di Eugenion Scalfari

Anzitutto l’aritmetica. A Mirafiori ha votato il 94 per cento dei dipendenti, 5.136, tra i quali 441 impiegati, capireparto e capisquadra. Le tute blu, cioè gli operai veri e propri, erano dunque 4.660 in cifra tonda. I «sì» all’accordo sono stati il 54 per cento e i «no» il 46 per cento. Al netto del voto impiegatizio i «sì» hanno vinto per 9 voti, due dei quali contestati. Marchionne aveva dichiarato che per andare avanti doveva avere almeno il 51 per cento. Con il voto dei colletti bianchi lo ha avuto, ma senza quel voto no: ha avuto il 50 più nove voti (o sette), per arrivare al 51 gli mancano 41 voti. Questa è l’aritmetica, che ovviamente non dice tutto ma dice già abbastanza. Dice cioè che la situazione di Mirafiori che esce da questa votazione sarà assai difficilmente governabile tenendo soprattutto presente che una parte notevole dei «sì» ha votato di assai malavoglia e molti l’hanno esplicitamente dichiarato. Ed ora una prima domanda alla quale, oltre che Marchionne, dovrebbero rispondere i dirigenti Cisl, …

“Fiom discuta con noi su come restare dentro la fabbrica”, intervista a Susanna Camusso di Roberto Giovannini

Una fabbrica non è una partita di pallone, non vince chi fa più gol. Hanno prevalso i sì, ma credo vada valutato che per gestire Mirafiori è stata scelta la strada del comando autoritario. E nessuno mi convincerà mai che l’autoritarismo sia più efficace, in termini di qualità, di condizioni decise in modo consensuale». Susanna Camusso, la Cgil riconosce il risultato del referendum? «Certo: avevo chiesto di votare, indicando il no. Ma riconoscere il risultato significa capire che il progetto della Fiat non ha raccolto il consenso degli operai. Nel voto operaio la distanza tra i sì e i no è di nove voti, e se si osserva il voto al montaggio e alla lastratura, la cui vita è direttamente cambiata dall’accordo ad excludendum, il no prevale nettamente». Eppure, hanno prevalso i sì. E’ una sconfitta della Fiom? «Continuo a pensare che quando si perde c’è una quota di responsabilità propria: è la lezione di Di Vittorio. Bisogna però riconoscere alla Fiom di aver fatto un straordinario lavoro a sostegno del no, mettendoci faccia, iniziativa …

Adulterare gli alimenti non è più reato Legge cancellata dal 'semplificatore' Calderoli

Il provvedimento ‘taglialeggi’ abroga la l.263 del 1962, che puniva le sofisticazioni dannose alla salute. La denuncia del pm Guariniello: “Bloccati i processi sulla mozzarella blu e su altri casi simili”. Il Pd: “Presenteremo un emendamento al decreto milleproroghe”. Più che semplificare, il ‘taglialeggi’ varato dal ministro Roberto Calderoli rischia di azzerare l’ordinamento giuridico, abrogando leggi di vitale importanza. Se infatti si è rivelato un falso allarme quello dell’abrogazione del tribunale dei minori 1 (in effetti la norma di abrogazione c’era, ma è stata corretta in extremis prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), al momento sembra definitiva l’abrogazione della legge 263 del 1962, che puniva le adulterazioni alimentari. A denunciarla il pm di Torino Raffaele Guariniello, che si occupa abitualmente di questo tipo di reati, e che dalla seconda metà di dicembre si trova di fatto bloccato, non avendo più alcuna normativa alla quale fare riferimento. Tra i procedimenti bloccati c’è anche quello sulle “mozzarelle blu”. Ma come si è arrivati all’abrogazione di una legge così importante, che tutela la salute dei cittadini? Il provvedimento …

La crisi di CIVIT dimostra il fallimento di Brunetta

Giovanelli chiede le dimissioni di Brunetta da ministro: “Nomine clientelari e corruzione in aumento”. “Finalmente il velo dell’ipocrisia e della demagogia si è strappato. Noi abbiamo avuto forti dubbi sulla utilità e sulla efficacia della Commissione per la valutazione e la trasparenza della pubblica amministrazione”. Così l’on. Oriano Giovanelli, Presidente del Forum della Pa e innovazione del PD commenta la notizia di oggi su La Repubblica che tratta sulle dimissioni di Pietro Micheli dalla Civit per “troppa burocrazia e pressioni” all’interno dell’ente. “Si trattava di una specie di specchietto luccicante – continua il deputato del PD – sopra una riforma che riproponeva vecchie ricette dirigiste e centraliste. Ne abbiamo poi criticato la sostanziale dipendenza dal ministro e l’esorbitante costo. Questo è il risultato. Il manifesto più eloquente del disastro Brunetta. Prima l’esproprio sulle scelte per la Pa che Tremonti ha fatto ai suoi danni, poi le nomine clientelari, l’aumento della corruzione, poi ancora la sostanziale indifferenza del sistema alla sua tanto strombazzata riforma; ora anche il fallimento della Civit. Brunetta si dimetta – conclude Giovanelli …

«Rifugiati. L’Italia sempre più ostile», di Marco Pacciotti

Rari nantes in gurgite vasto” ovvero “sperduti naviganti nell’immenso gorgo”. Così Virgilio descriveva Enea e i suoi in vista dell’approdo sulle coste laziali. Enea e il suo manipolo di donne e uomini erano degli sconfitti in cerca di un luogo dove sopravvivere. Degli autentici profughi di guerra! L’epica letteraria offusca questo dato, ma è così. Proviamo a pensare se fossero esistiti allora i respingimenti in mare. Volendo credere al mito, probabilmente Roma non sarebbe mai esistita. Di uomini e donne rifugiati o sfollati, oggi nel mondo ce ne sono oltre 43 milioni. Migranti forzati, percepiti dal nostro opulento occidente come una minaccia per il nostro benessere. Una falsità. La giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che la Chiesa celebra il 16 gennaio, dovrebbe servire, fra l’altro, a dare una corretta informazione e a smuovere le nostre coscienze. Questo popolo in fuga rappresenta solo una minoranza “fortunata” rispetto alle centinaia di milioni che invece non riescono a fuggire da guerre, persecuzioni e carestie. Fondamentale quindi mobilitarsi a sostegno di quelle organizzazioni che sostengono “l’urto” e …