Mese: Gennaio 2011

"La necessità di una tregua", di Ferruccio de Bortoli

Nell’infinita notte della nostra Repubblica, cresce l’inquietudine di chi vorrebbe vivere in un Paese normale, di chi avverte l’urgenza di occuparsi di problemi veri: la famiglia, il lavoro, l’impresa. E soffre il degrado della vita pubblica, la grave perdita d’immagine internazionale. Vogliamo essere orgogliosi del nostro Paese e non avere motivi di imbarazzo se non di vergogna. Un’inchiesta della procura milanese a carico del premier scuote le coscienze. Diffidiamo dei tanti che pensano di avere la verità (e la sentenza) in tasca. Siamo garantisti, ma riteniamo che il premier debba andare dai magistrati competenti e chiarire. Ha tutto il diritto di difendersi, anche se sarebbe preferibile che non lo facesse attaccando ogni giorno la magistratura. Fondato e importante il tema delle libertà individuali, ma chi governa deve dare un buon esempio. In questi giorni si sta consumando un altro dramma: il crescere della conflittualità fra le istituzioni. Forse ci stiamo abituando a tutto, ma non possiamo assistere in silenzio a una catena di strappi senza precedenti. Capisco l’insofferenza per le forme, che è figlia di …

"Altolà allo sfascio istituzionale. Il Colle mette nel conto le urne", di Marcella Ciarnelli

Non può non aver pesato l’altolà del presidente della Repubblica nella decisione del Pdl di rinviare a data da destinarsi l’ipotizzata manifestazione a difesa di Silvio Berlusconi contro la magistratura. E forse anche Gianfranco Fini che questa volta non si è recato alle assise del Terzo Polo ne è stato“influenzato”. Il Capo dello Stato, irritato e allarmato, aveva fatto sapere in pubblico e in privato di non poter più assistere impotente allo scontro in atto. Puòinfatti il presidente della Repubblica rimanere indifferente quando i suoi richiami alla responsabilità, ma anche l’allarme e lo sconcerto di tanta parte del paese, rimangono senza risposte? E’ evidente che non può. E, quindi, al Quirinale si è cominciato a ragionare su come fermare la guerra di tutti contro tutti, mettendo nel conto l’ipotesi estrema dello scioglimento anticipato della legislatura e le elezioni, “l’arma totale” come l’ha definita il costituzionalista Michele Ainis, in osservanza del dettato costituzionale che affida questa esclusiva prerogativa al presidente, dopo aver consultato i vertici di Senato e Camera. E un giornale vicino (anche se a …

"Il paese rovesciato", di Nadia Urbinati

L´Italia è un paese surreale, per raccontare il quale non ci sono più parole. Un paese rovesciato, dove tutto funziona esattamente all´opposto di come le cose funzionano in un paese democratico. Non è necessario appellarsi agli ideali della democrazia. E´ sufficiente comparare il nostro paese con altri paesi reali per vedere la folle assurdità nella quale la nostra società è immersa. In quale altro paese del mondo occidentale succede che un capo di governo sta aggrappato al suo ruolo per poter sfuggire alla giustizia? In quale altro il presidente del Consiglio si fa latore di un messaggio distruttivo come quello di cercare di essere eletti per poter restare impuniti? In quale altro paese democratico l´intero staff di legulei, avvocati e mediatori del presidente del Consiglio siedono in Parlamento, non per rappresentare gli italiani (un oggetto di nessun interesse) ma per prendersi cura quotidianamente degli interessi del loro cliente, il quale é anche il loro padrone? In quale altro paese moderno un leader politico eletto, e che per questo dipende dalla legge come ciascuno di noi, …

"Mezzogiorno, la brutta fine dei fondi", di Gianfranco Viesti e Francesco Prota

Nulla di buono dalla riprogrammazione del Fondo per le aree sottoutilizzate. Le scelte del governo hanno cancellato, fino al 2015, l’importante contributo, qualitativo e quantitativo, che sarebbe potuto venire dalla politica di sviluppo territoriale. La principale manovra di politica economica realizzata in questa legislatura è stata la riprogrammazione e l’utilizzo delle risorse del FAS, Fondo per le Aree Sottoutilizzate, nazionale. Tali risorse erano state destinate dal Quadro Strategico Nazionale 2007-13 e dalla delibera CIPE 166/2007, alle politiche di sviluppo territoriale: cioè spesa in conto capitale, per l’85% nel Mezzogiorno e per il 15% nel CentroNord. Questa manovra ha avuto luogo, fra il maggio 2008 e fine 2010, attraverso un insieme straordinariamente complesso di disposizioni di legge e di delibere dello stesso CIPE, che ha modificato progressivamente, ma radicalmente, il FAS. Il quadro d’insieme non è stato poi mai ricostruito in forma organica e trasparente. Tutta la materia è divenuta oscura, quasi impenetrabile. La discussione pubblica e la valutazione di questa manovra è stata assai modesta, certamente di molto inferiore all’importanza che essa ha per l’economia …

""La misura è ormai colma" l´ira dei pg all´anno giudiziario", di Liana Milella

Alfano reagisce: corporazione che ostacola l´efficienza. Berlusconi vuole «punirli» per via del Rubygate. Loro, i giudici, nel giorno in cui aprono l´attività del 2011, protestano “istituzionalmente”. Poiché, come dice il procuratore di Torino Giancarlo Caselli, «la misura è colma», le toghe usano la Costituzione come scudo. Questo mette l´Anm nelle prime righe del documento letto ai rappresentanti del governo: «Gli attacchi ai giudici sono contro la Carta». Il presidente Luca Palamara, a Roma, appena il Guardasigilli Angelino Alfano ha finito di criticarli («Le vostre resistenze corporative impediscono l´efficienza del sistema giustizia»), replica: «Idealmente e moralmente oggi la magistratura italiana è a Milano. Insulti e denigrazioni al singolo collega sono insulti a tutti noi». Il vice presidente del Csm Michele Vietti, a Torino, per il secondo giorno insiste: «La magistratura non sottende disegni eversivi, ma svolge un´attività operosa e silente che merita stima». Contro l´ennesimo tentativo di Berlusconi di scansare anche questo processo giocando la carta del tribunale dei ministri, dopo i tre lodi che hanno rallentato i precedenti, Vietti mette un punto fermo: «Una sede …

"Il Cigno nero d'Egitto", di Lucia Annunziata

Il Cigno nero che proprio in questi giorni a Davos è stato appassionatamente cercato dai cervelloni della economia mondiale, si è materializzato – a sorpresa com’è nella sua natura – ed ha allargato le sue ali sul Nilo. Il Cigno nero, nel linguaggio di Davos, è una figura simbolica statistica, «un evento ad alto impatto, bassa probabilità, bassissima prevedibilità». Esattamente quello che possiamo dire di quello che è successo ieri al Cairo. Il faraone Mubarak dopo trent’anni di immobilità ha imboccato in poche ore il viale del tramonto. Ha nominato un vicepresidente, il primo nella sua lunga storia politica, mentre una piccola flotta di Lear Jet privati, come in tutti i fine regime, si levava in volo dall’aeroporto cairota con a bordo i suoi figli e i ricchi del Paese, in fuga con le loro famiglie, i loro capitali e le loro Vuitton. La fine formale del regno del Faraone non è stata dichiarata ma certo ce ne sono tutte le sembianze: le decisioni di ieri hanno comunque fatto giustizia di ogni ipotesi che Mubarak …