Mese: Gennaio 2011

"La buccia del chinotto", di Massimo Gramellini

Un amico sorride amaro: «Non farti illusioni, potenzialmente siamo tutti come lui e la sua corte: trombare e fare soldi, interessati solo ai bisogni primari, ai chakra bassi, per dirla alla maniera di voi che meditate e fate yoga. Sì, qualche disturbato che sogna con un romanzo o va in estasi per una notte d’amore sotto le stelle esisterà pure, ma è la buccia del chinotto: scorza sottile, percentuale insignificante». Davvero? Davvero la maggioranza dei giovani assomiglia a quel tipo che incita sua sorella a infilarsi nel letto di un anziano miliardario, «così ci sistemiamo»? Davvero il mondo contemporaneo si divide fra padri padroni, disposti a uccidere le figlie che osano ribellarsi, e padri ruffiani che nelle intercettazioni le incitano a sgomitare perché «le altre ti sono passate davanti, svegliati!». Sarò un ingenuo, eppure vedo ancora in giro della dignità, anche in tanti poveri che una busta di 5000 euro l’hanno magari sognata, ma non la vorrebbero trovare nella borsa della figlia a quelle condizioni. Vedo donne e uomini pieni di vizi, ma che non …

"Il volto spietato del potere", di Giuseppe D'Avanzo

Il berlusconismo arriva al suo compimento. Ci dovevamo arrivare prima o poi e ora – ecco – ci siamo. Quel che si scorge è l´inizio di un lungo tormento. Sapevamo di vivere in un Paese dove al governo c´è un uomo solo – un grottesco Egoarca – che altrove sarebbe già stato allontanato per la sua evidente inadeguatezza politica e insufficienza etica. Sapevamo che quell´uomo solo, che stringe nelle sue mani il filo del potere economico, politico e mediatico, non può permettersi di allontanarsi dal governo perché è il governare, è il potere, sono i dispositivi di dominio che proteggono l´opacità della sua storia, l´irresponsabilità dei suoi comportamenti, il suo futuro. Buona parte dei disordini istituzionali che hanno accompagnato la vita pubblica degli ultimi quindici anni – lo sappiamo – è figlia di questa anomala e umiliante condizione in cui viviamo; una condizione che sollecita in tanti o la rassegnazione o una depressione cinica. Ci aspettavamo giorni difficili, ci attendono lacrime e sangue. Non bisogna nasconderselo perché, dopo il videomessaggio di Berlusconi, c´è una circostanza …

"Le parole e i fatti" di Marina Boscaino

Nell’anno scolastico 2008/9 – ultimi dati Miur rilevati – gli studenti che frequentavano la scuola dell’infanzia con cittadinanza non italiana erano 125.092; la primaria 234.206; l’istruzione secondaria di I grado 140.050; le superiori 13.012: più di mezzo milione di bambini e ragazzi che entrano nella nostra scuola, seguendo un percorso certamente difficoltoso, considerando le diverse provenienze, la difficoltà della nostra lingua, la loro origine sociale, quasi sempre svantaggiata. Un recente studio del Gruppo Abele in proposito ha evidenziato le difficoltà incontrate soprattutto da quei ragazzi che entrano nella scuola dopo aver frequentato nel proprio Paese: oltre a dover affrontare il trauma del cambiamento e le problematiche di cui si dicevano, hanno anche l’onere di inserirsi in una socialità già formata, non sempre disposta ad accoglierli adeguatamente. è questo di uno degli ambiti in cui gli insegnanti hanno dovuto fare da sé, bricoleurs dell’integrazione, senza specifiche competenze, basandosi su istinto, buon senso, buona volontà. infatti, non esistono – o sono pochissimo diffuse – nella scuola italiana “figure professionali di sistema” che, grazie a profili professionali specializzati, …

"Dov´è finita la vergogna", di Guido Crainz

Ogni fase della vita di una nazione contiene in sé una rivelazione, nel bene come nel male, e i giorni che stiamo vivendo sembrano farci cogliere la progressiva “scomparsa della vergogna”.Dopo aver progressivamente smarrito la capacità di indignarci – che implica codici di riferimento e vincoli collettivi – stiamo forse per compiere un altro passo. “Stiamo sprofondando in una nuova era”, diceva negli anni Ottanta un personaggio di Altan, ed è forte la sensazione che stia accadendo anche oggi: ce lo suggeriscono non solo le intercettazioni pubblicate ma anche alcuni commenti ad esse. Quasi a giustificazione del premier e delle sue amiche, è stato scritto ad esempio (e non su un blog del Partito della Libertà) che in fondo “il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l´indulgenza all´esame o al capo ufficio per fare carriera”. è lecito chiedersi, mi sembra, che Paese siamo diventati. Si pensi poi alla privacy che viene strenuamente invocata a difesa del Cavaliere: dimenticando costantemente che essa è stata messa immediatamente fuori causa dalla telefonata …

"Effetto Fiat. Picconate sul contratto nazionale", di Luigina Venturelli

Eccolo, infine, il tanto annunciato e temuto «effetto valanga» scatenato da Marchionne sulle relazioni industriali italiane: un contratto aziendale alternativo a quello nazionale, che consenta alle imprese di qualsiasi settore di prescindere dalla normativa generale senza accollarsi la scocciatura di uscire, anche solo temporaneamente, da Confindustria. LA PROPOSTA DI SANTARELLI Gli osservatori più accorti l’avevano previsto mesi fa, alle prime battute della vertenza Pomigliano. Adesso la cancellazione del contratto nazionale di lavoro come cornice obbligatoria di diritti e doveri, valida dalle Alpi alla Sicilia, è stata messa nero su bianco, pensata da Federmeccanica e subito convalidata dalla presidente di Confindustria. L’idea allo studio è quella di riformare il modello contrattuale del 2009 prevedendo la possibilità che «il contratto aziendale sia sostitutivo di quello nazionale» e non più solo integrativo. Per le industrie meccaniche, ma non solo. Emma Marcegaglia l’ha definita «una «proposta immediata e tempestiva di modernizzazione», citando il solito modello Germania ed aprendo all’alternatività del contratto nazionale in tutti i settori produttivi: «È una possibilità». «Stiamo facendo un ulteriore passo avanti rispetto al sistema …

"Scuole, arriva la lista dei libri proibiti", di Carlo Brambilla

Il Veneto ai presidi: “Diseducativi” La Regione: no agli autori pro-Battisti. Censure a Saviano nelle biblioteche. «Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l´appello a favore di Cesare Battisti», dice l´assessore regionale all´istruzione Elena Donazzan, 39 anni di Bassano del Grappa, pidiellina fervente cattolica, con alle spalle una militanza nel Fronte della Gioventù e un passaggio in An. «Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l´impunità di un condannato per crimini aberranti», sbotta annunciando una lettera a tutti i presidi. La sua crociata arriva dopo la “sparata” dell´assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, che aveva detto: «Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche». Ora a chiederne ufficialmente la censura nelle scuole è l´assessore regionale. Al suo fianco il presidente della Regione Luca Zaia, che definisce la vicenda Battisti «abominevole». E tuona: «I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi». Intanto …

"Il suo destino non è quello del Paese", di Luigi La Spina

Il videomessaggio con il quale il presidente del Consiglio ha comunicato agli italiani la decisione di non presentarsi alla procura di Milano e la volontà di varare una legge per punire quei pm che lo accusano annuncia, purtroppo, una linea di difesa inquietante. Destinata ad aggravare sia lo stato di turbamento del Paese, sia l’immagine di discredito internazionale che, in questi giorni, si sta riversando sull’Italia. Berlusconi ha lanciato un appello drammatico alla maggioranza che lo ha eletto perché, in maniera compatta, unisca il destino della nazione al suo destino personale. Senza comprendere che l’istituzione che presiede, il governo della Repubblica, deve rappresentare non solo coloro che l’hanno votato, ma tutti gli italiani. Ecco perché la sua sfida alla magistratura, in nome del consenso popolare, rischia di aver gravi conseguenze sull’ordinamento e sull’equilibrio dei poteri dello Stato, fondamenti della nostra democrazia. Il presidente del Consiglio ha diritto, come tutti i cittadini, di veder rispettata la presunzione d’innocenza davanti alle infamanti accuse che la procura di Milano gli ha rivolto. Un principio costituzionale di elementare civiltà …