Mese: Gennaio 2011

"Tutte le donnine del capo: così l’Italia è tornata a «Drive In»", di Luigi Manconi

«Loro tre e 28 ragazze. Tutte ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto e con solo le mutandine strette». Così Carlo Ferrigno ex prefetto di Napoli a proposito di una serata nella Villa di Arcore. Sociologicamente parlando. Chiunque abbia frequentato quell’autentico “romanzo di formazione”, che è stato per molti Drive In (1983-1988), con la sua estetica esuberante e scollacciata, procace e onanista, riconoscerà nella descrizione dell’ex prefetto un’autentica “scena madre”. O meglio: una vera e propria “scena primaria”, nell’accezione freudiana di evento psichico originario. Quelle ragazze “solo con le mutandine strette” sono la perfetta riproduzione della fantasia erotica offerta da Italia 1 (ci pensate: quasi trent’anni fa) agli italiani famelici di spensieratezza e di sesso. Per un verso, fa un po’ impressione che quella rappresentazione abbia richiesto quasi tre decenni per togliersi “il reggipetto” e diventare – pressoché inalterato nelle forme, più esile nelle misure: non più 90 60 90 – bene di consumo, certamente ancora elitario, e materia di chiacchiericcio telefonico; per altro verso, colpisce la capacità di Berlusconi di rispondere puntualmente ai …

Battisti, Pd: Gelmini e Bondi riferiscano alla Camera su boicottaggio libri

Ghizzoni e De Biasi: siamo a censura antidemocratica. “Vietare la lettura di un testo non servirà a sbloccare l’estradizione di Cesare Battisti. Si tratta di una scelta che conferma l’attitudine censoria di forze politiche per le quali il confronto di idee é temibile e pericoloso in sè. Ma i ministri Gelmini e Bondi nulla hanno da eccepire sulle intenzioni degli assessori Speranzon e Donazzan di epurare biblioteche civiche e scolastiche di libri scritti da autori non graditi?”. Se lo chiedono retoricamente le deputate De Biasi e Ghizzoni, che hanno presentato una interrogazione ai due ministri sulla proposta degli assessori veneti di mettere al bando i libri degli autori che nel 2004 sottoscrissero un appello in favore di Battisti. Nell’interrogazione, oltre a ribadire il giudizio fortemente negativo per la mancata estradizione dell’ex terrorista Battisti – come già espresso dalla mozione approvata dalla Camera dei Deputati – le due deputate PD esprimono forte preoccupazione per una iniziativa di vera e propria censura che in modo strisciante tenta di equiparare l’omicidio alle opinioni che, seppur criticabili, sono legittime …

"Disabili, il 30% delle scuole ha barriere architettoniche", di Paolo Ferrario

Migliora l’integrazione degli alunni disabili nelle scuole pubbliche italiane (statali e non statali), ma resta ancora tanto lavoro da fare, soprattutto sul versante dell’abbattimento delle barriere architettoniche. È questo il quadro che emerge dall’indagine presentata ieri dall’Istat, che ha preso in esame la situazione delle scuole elementari e medie inferiori nel biennio 2008/2009 e 2009/2010. In Italia, la scuola pubblica raccoglie circa il 97% degli alunni con disabilità che, in termini assoluti, alle elementari e medie inferiori sono poco più di 130mila: 73mila circa nella scuola primaria e 59mila circa in quella secondaria di primo grado. Nella scuola elementare la popolazione scolastica con disabilità ha un’età media intorno ai 9,7 anni e ben il 33% degli alunni frequentanti ha un’età superiore ai 10 anni. Nella scuola secondaria di primo grado l’età media della popolazione con disabilità è pari a 13,5 anni, con una percentuale di alunni con età superiore ai 15 anni pari al 20%. «Questi dati – osservano i ricercatori dell’Istat – evidenziano un elevato livello di ripetenza nella popolazione con disabilità, fenomeno negativo …

"Il mondo della cultura lotta insieme alla Fnsi contro i tagli del governo" di Luca Del Frà

Presso la sede della Fnsi a Roma il mondo della cultura, minacciata dai tagli del governo, annuncia una settimana di mobilitazione tra teatro, musica, danza e informazione. A rischio 4000 persone tra le aziende dei media. «La Costituzione italiana non è afona a proposito di cultura e informazione: ne garantisce la libertà, l’esistenza e la pluralità. I politici e governi hanno certo la possibilità di scelta negli indirizzi ma, al contrario dei regimi totalitari, hanno degli obblighi e non possono disinteressarsene o fare come gli pare». Gaetano Azzariti, professore di Diritto costituzionale alla Sapienza, ha sintetizzato così le motivazioni ideali della protesta che ieri ha visto riunirsi associazioni e movimenti di tutto il mondo della cultura presso la sede della Fnsi. Un fatto unico in Europa e probabilmente nel mondo: giornalisti, attori, musicisti e danzatori, professori e ricercatori universitari, sceneggiatori e registi, poeti e scrittori per oltre 50 sigle diverse, dal 24 gennaio – quando il Parlamento discuterà il decreto mille proroghe – daranno vita a una settimana di manifestazioni organizzate e spontanee, «flash mob» …

"Il “metodo” Gelmini e la meritocrazia", di Luca Canali

Nel campo lessicale, e quindi anche nel più vasto territorio della lingua, è in atto una pericolosa svolta: dall’opacità di quello che i latini chiamavano sermo quotidianus (il linguaggio della vita quotidiana dello strato medio-basso della borghesia, superficialmente o per nulla acculturata), e dalla forte espressività del sermo vulgaris (sfociante nel dialetto e nel gergo dell’antica plebe o del moderno sottoproletariato), alla attuale omologante e bastarda lingua dei media (soprattutto quella della TV, apparentemente corretta, in realtà infarcita di vocaboli stranieri connessi alla tecnologia elettronica e a “modi di dire” – veri tòpoi linguistici – serializzati a tutti i livelli della società, e spesso devianti dal loro significato originario. Sezione importante di questa deriva linguistica, è quella del linguaggio, politico, scolastico e accademico, beffardamente definito “politichese”. È così che in anni recenti – e soprattutto in questi ultimi, coincidenti con la gestione Gelmini del Ministero dell’Istruzione –, è entrato nell’uso inflazionato il vocabolo “meritocrazia”, il quale correttamente inteso significherebbe “dominio del merito” e che artatamente viene inteso come “merito che deve essere premiato”. Poiché si …

"La linea del Pd è molto chiara: fare di tutto per salvare il Paese", di Alfredo D'Attorre

Dall’ultima Direzione sono emersi due fatti politici importanti: il primo è che il partito non è più una macchina “tritasegretari”; il secondo che la crisi viene prima di tutto. Anche delle alleanze Punto di riferimento. Oggi il Pd è l’unico soggetto che può rivolgersi credibilmente a tutti gli italiani che non si riconoscono in questo governo. Anche a quelli che ascoltano Casini o Vendola. Bisognerà forse iniziare a riflettere sull’effetto che un ciclo politico ventennale, fondato sullo svuotamento dei partiti democratici e sulla torsione in senso plebiscitario del sistema politico ha inevitabilmente prodotto anche sul rapporto fra informazione e politica. Da anni il sistema informativo è chiamato a descrivere la vita di soggetti politici che, nella grande maggioranza dei casi, hanno assunto una configurazione post-democratica. Si può davvero immaginare che tutto ciò non incida sul modo in cui viene compresa e rappresentata la vita interna dell’unica forza politica, il Pd, che prova a invertire la rotta rispetto a questa deriva leaderistica? Si può certo aggiungere che talora il Pd ci mette del suo per accentuare …

"A Mirafiori non basta il sì", di Cesare Damiano

Sull’accordo di Mirafiori i lavoratori si sono espressi. Il sì ha vinto a denti stretti prevalendo di poco tra gli operai (9 voti) e con un largo consenso tra gli impiegati ed i quadri. Per molti lavoratori – davanti al bivio della promessa di investimenti futuri o della minaccia di una chiusura immediata – più che di una scelta convinta si è trattato di una scelta obbligata, come ha riconosciuto lo stesso Marchionne. Credo sia un bene che, nonostante tutto, il sì abbia prevalso. Adesso, per le prospettive strategiche degli stabilimenti torinesi della Fiat e per il futuro dell’industria automobilistica italiana, si apre una pagina nuova che richiede alle parti in campo responsabilità e misura. Anche nel giudicare atteggiamenti e comportamenti dei protagonisti dello scontro. Ritengo sbagliato, come qualcuno anche nel Pd in questi giorni ha fatto, gridare acriticamente viva Marchionne: l’amministratore delegato della Fiat, con le sue scelte, non può certo essere preso a modello. (Non dimentichiamo, al riguardo, i viva Calearo che molti nel partito hanno intonato nel recente passato: pur trattandosi di …