Mese: Gennaio 2011

"E se il Cavaliere uscisse di scena", di Ilvo Diamanti

E se domani Berlusconi uscisse di scena, travolto dagli scandali e dalle inchieste giudiziarie, più che dall´opposizione politica. Lasciato solo dagli alleati. Dalla Lega, che ha già annunciato l´intenzione di andare subito al voto, se il federalismo si arenasse in Parlamento. Da Umberto Bossi, sempre più infastidito dallo stile di vita del Premier (a cui consiglia di «darsi una calmata»). Criticato dagli industriali, che considerano l´azione economica del governo insufficiente contro la crisi. (Lo ha ribadito anche ieri Emma Marcegaglia.) Dalla stessa Chiesa vaticana, fino a ieri indulgente seppure imbarazzata. Danneggiato dall´immagine internazionale, a dir poco logora. Infine, elemento definitivo e determinante, sfiduciato dagli italiani, dai suoi stessi elettori. (Nonostante i sondaggi degli ultimi giorni non suggeriscano grandi spostamenti elettorali. Segno di un´assuefazione etica molto elevata). Anche in queste condizioni, Berlusconi, probabilmente, resisterebbe fino in fondo. («Non mi piego, non mi dimetto, reagirò», ha ripetuto due giorni fa.) D´altronde, ha sempre dato il meglio (o forse il peggio) di sé di fronte alle emergenze. Sull´orlo dell´abisso. Come il barone di Münchausen, che riesce a sollevare …

"CNR salvo a metà. La Gelmini non riesce a commissariarlo", di Pietro Greco

Il nuovo statuto del Consiglio votato dal CdA viene reso pubblico oggi. La sensazione è quella di scampato pericolo. Il nostro massimo Ente pubblico di ricerca, il Cnr, fondato da Vito Volterra nel 1923, non sarà commissariato e gestito da un burocrate scelto dal Ministro. Ma lo Statuto del Consiglio Nazionale delle Ricerche votato dal Consiglio di Amministrazione che sarà reso pubblico oggi è piuttosto deludente, non esalta l’autonomia dell’Ente e avrà difficoltà a rilanciare la ricerca. Tutto è iniziato con l’ennesimo decreto del Ministro, Mariastella Gelmini, di riordino degli Enti pubblici di ricerca. Nel corso di unaprassi piuttosto macchinosa, ha cercato di imporre per il Cnr uno Statuto in cui, tra l’altro, era prevista la presenza, accanto al Presidente scelto su indicazione della comunità dei ricercatori e di chiara fama scientifica (oggi è un fisico di assoluto valore, Luciano Maiani), di un Direttore Generale senza qualifiche scientifiche scelto dal Ministro. In pratica, un commissario politico. Inoltre lo Statuto ideale voluto da Mariastella Gelmini, in accordo con membri del CdA di nomina governativa, prevedeva un …

"La scienza riscopre poesie e tabelline", di Andrea Tarquini

Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. Ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti. Annotare a mano quel che si studia fa usare la logica molto più che la tastiera di un pc. “Nel mezzo del cammin di nostra vita…”, oppure “Sempre caro mi fu quest´ermo colle…”: chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante o L´Infinito di Leopardi? Negli ultimi decenni imparare a memoria, assimilare passivamente, ripetere e annotare, era andato fuori moda come metodo didattico: nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, ripetere, è spessissimo il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie. A questa conclusione, rilanciata dai media tedeschi, sono arrivati Jeffrey Karpicke e Janell Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa. Al loro studio la rivista “Science” ha dedicato un ampio resoconto. Il sogno degli studenti universitari, si dice qui scherzando, …

"Sul caso FIAT precari contro operai", di Bruno Ugolini

Nel grande dibattito aperto su giornali e Tv attorno al caso Fiat, c’è stato qualche precario che ha lamentato il troppo scalpore suscitato. Per denunciare la propria attesa di contratti ballerini, la mancanza di ferie, nessun diritto a stare malato ricevendo comunque un sostegno economico, nessun diritto a scioperare in caso di soprusi, nessuna possibilità di essere rappresentati da un sindacato. Noi, si aggiungeva, non possiamo nemmeno essere protagonisti di un referendum e votare per unSi o per un No. I nostri “contratti” sono indiscutibili e i nostri partner imprenditoriali sono tanti Marchionne che hanno già vinto senza troppi clamori. Un atteggiamento ben comprensibile. Qualche operaio delle Carrozzerie di Mirafiori potrebbe ribattere che nemmeno il suo futuro è assicurato e che comunque molto difficilmente i precari dei nostri giorni, presenti sì nel lavoro manifatturiero, ma soprattutto nei servizi pubblici e privati, o nel commercio e nei giornali, si adatterebbero a sostare anche dieci ore al giorno sulle future catene di montaggio di Mirafiori. Qualche intellettuale ha alimentato questa contrapposizione tra precari e operai di Mirafiori, …

Confindustria stringe i tempi. "Nuove regole entro aprile", di Roberto Mania

Confindustria, ora, è costretta ad accelerare i tempi. Il contratto aziendale alla Fiat-Chrysler di Pomigliano e Mirafiori, non più associata a Viale dell´Astronomia, ha trasformato lo scenario e, con uno strappo senza precedenti, anche le regole del gioco. «Bisogna saper cavalcare il cambiamento», ha detto ieri la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. E il cammino sembra in parte già segnato: nuove regole entro aprile. Per riportare la Fiat all´interno di Confindustria, per aggiornare il sistema di contrattazione, per fissare i nuovi criteri della rappresentanza, per modernizzare la stessa struttura confederale. Un percorso che non richiede l´azione del governo mentre impone un difficile dialogo con Cgil, Cisl e Uil, divise come non mai sulle strategie e sulle proposte. Il confronto già avviato sulle politiche per la crescita, che coinvolge anche le altre organizzazioni imprenditoriali, è in stand by. Senza un chiarimento tra la Cgil e gli altri sindacati e tra la Cgil e la Confindustria rischia di finire in un binario morto a meno che non si voglia trascinare in un accordo separato tutti gli altri, …

" Niente funerali: B. è al party", di Tommaso Cerno e Emiliano Fittipaldi

Il 20 settembre, alle esequie del parà Alessandro Romani morto in Afghanistan, c’erano tutti tranne lui. Rimasto ad Arcore. Dove si era festeggiato con 24 ragazze fino alle 4 del mattino. E alla fine il Cav. «era distrutto». Silvio Berlusconi era atteso oggi ai funerali di Luca Sanna, 33 anni, il caporalmaggiore ucciso qualche giorno fa in Afghanistan. Non si è fatto vedere. Probabilmente ha preferito, dopo lo scandalo Ruby, evitare di presenziare a una cerimonia funebre mandando il sottosegretario Gianni Letta. Non è la prima volta che Berlusconi salta appuntamenti istituzionali così delicati: sembra incredibile, ma lo scorso 19 settembre, mentre la salma del paracadutista della Folgore Alessandro Romani, trentaseienne originario di Roma, veniva accolta con cordoglio a Ciampino, il presidente del Consiglio era al telefono con Nicole Minetti. Di scendere a Roma per salutare la famiglia del giovane militare ucciso da un cecchino non gli è passato, probabilmente, nemmeno per la testa: la sera, ad Arcore, erano infatti attese 24 ragazze, insieme ai suoi amici Emilio Fede e Carlo Rossella. Così l’unico intervento …

Al Lingotto il Pd ritrova l’unità «Così torneremo a vincere», di Maria Zegarelli

In un momento «drammatico per il Paese», dal Lingotto riparte un Pd «più unito», con proposte dei Modem che la maggioranza condivide. Con la voglia di parlare ad un vasto elettorato e diventare forza di governo. È il giorno del ritorno di Walter Veltroni, di nuovo qui al Lingotto di Torino dove tutto iniziò quel giugno del 2007, ma nulla è più come allora. Allora delineò il profilo del partito democratico e lanciò la sua candidatura alle primarie, oggi ri- lancia il progetto del Pd da leader della minoranza interna e l’appuntamento, che rischiava di essere un punto di rottura, diventa l’occasione di una ritrovata unità del partito nell’obiettivo di mandare a casa Silvio Berlusconi. Anche a costo di nuove elezioni che nel Pd nessuno vuole davvero. Concorde l’analisi di Veltroni e del segretario Pier Luigi Bersani sul punto: l’Italia è sull’orlo del precipizio, un momento «drammatico», lo definisce il leader Pd, per i colpi di coda di un premier che vede il suo tramonto e lo combatte con tutto il suo potere mediatico, economico …