File ai banchetti del Pd che raccoglie firme per le dimissioni. Oggi a Milano il primo appuntamento. Poi, il 5 febbraio, la grande iniziativa di Libertà e Giustizia con Eco, Saviano, Zagrebelsky, Ginsborg. Poi il 13 in contemporanea Santoro, le donne in molte città. E i sit-in ad Arcore. In piazza e sul web. Decine di iniziative, una protesta multiforme con al centro un solo messaggio: “Berlusconi, dimettiti”. Tanti settori della società civile sono in movimento. Associazioni, gruppi, comitati. Che da oggi, e per le prossime settimane, non lasceranno niente di intentato. Un fronte comune. Il cui spettro emotivo va dal disgusto all’indignazione. Che nasce dal vedere istituzioni e discorso pubblico degradati come mai nella storia della Repubblica. L’altra Italia. Quella che con Berlusconi e il Bunga Bunga, con gli abusi di potere e le menzogne, non ha, e non vuole avere, niente a che fare.
I banchetti del Pd. “File ai banchetti del pd Pn tutta Italia dove è entrata nel vivo la raccolta di dieci milioni di firme per le dimissioni del premier “In tutte le città italiane i circoli hanno organizzato banchetti, gazebo e altre iniziative. Moltissimi i cittadini che stanno aderendo”, riferisce il responsabile dell’organizzazione della Segreteria del Pd, Nico Stumpo, annunciando una mobilitazione straordinaria per i prossimi week end. A Milano, per esempio, sarà organizzata il 4 e 5 febbraio una raccolta straordinaria di firme con più di 200 punti di incontro nelle principali piazze della città. Il fine settimana successivo, il 12 e il 13 febbraio, i militanti del pd saranno in tutte le piazza d’italia per raccogliere le firme dei cittadini “contro Berlusconi e il governo della destra”.
In piazza. Si parte oggi. Alle 15 a Milano.
Dove in Piazza della Scala inizia la prima di una lunga serie di mobilitazioni che vede protagoniste le donne italiane. Saranno lette testimonianze e appelli. Simbolo: una sciarpa bianca, in “segno di lutto per lo stato in cui versa il Paese”. Poi il 5 febbraio. Di nuovo Milano. Dove Libertà e Giustizia 1, forte dell’appello per le dimissioni del premier firmato da più 80mila cittadini, darà vita a un pomeriggio per la Costituzione. Ospiti Umberto Eco, Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg e Roberto Saviano.
Una domenica ad Arcore. Il 6 febbraio ci si sposta in Brianza, nelle terre del Cavaliere. Ad Arcore il Popolo Viola sta mettendo in piedi una manifestazione nella “tana del Sultano”. L’intento è arrivare sotto casa di Berlusconi. E pretendere, pacificamente, che rassegni le dimissioni. I viola si faranno portatori di un messaggio: “Vada in Procura a discolparsi per i gravi reati di cui è indagato”. Il 12 febbraio cambia la location ma i protagonisti restano gli stessi. Ancora i viola. Che, con lo slogan “L’Italia non è una Repubblica fondata sulla prostituzione”, daranno vita a rumorosi sit-in a base di pentole, mestoli, padelle e coperchi. Le adesioni crescono di ora in ora. Da New York a Barcellona. Da Napoli a Trieste.
Il 13 febbraio. Tutto sembra convergere verso domenica 13 febbraio. E’ in quella data che si concentrerà la maggior parte delle manifestazioni. Roma, Milano. Non esiste ancora un coordinamento unico dei gruppi e delle associazioni. Ma gli appelli vanno in quella direzione. Articolo 21: “Il 13 febbraio Berlusconi prepara la piazza a Milano contro i pm. Perché non scendiamo lo stesso giorno in piazza, a Roma, per la Costituzione?”. Stesso tenore per il messaggio lanciato in rete dal Popolo Viola: “Manifestiamo insieme il 13 febbraio. Dimostriamo di volere la legalità costituzionale, la dignità delle donne e la difesa delle istituzioni democratiche”. Qualcosa in più si saprà il due febbraio, dopo una riunione, a Roma, dei gruppi protagonisti.
Donne. Il 13 è già confermata la mobilitazione delle donne in tante città italiane. Lo slogan: “Se non ora quando?”. Il manifesto: “Un modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni”. Tante le adesioni. Tra le altre: Francesca e Cristina Comencini, Silvia Avallone, Valeria Parrella, Giulia Bongiorno, Anna Finocchiaro, il segretario della Cgil Susanna Camusso, Inge Feltrinelli, Flavia Perina, Margherita Buy, Laura Morante, Licia Colò e Claudia Mori.
Solidarietà ai magistrati. Ancora il tredici. A Milano. Dove si prepara una manifestazione all’esterno del Tribunale di Milano. A lanciare l’iniziativa Barbara Spinelli, Marco Travaglio e Michele Santoro. Senza bandiere e simboli di partiti, in “difesa dell’indipendenza della magistratura, della libertà d’informazione e dei valori fondamentali della Costituzione”. Per i tre giornalisti, “la gravità della situazione è data dal fatto che chi cerca di fare il proprio mestiere, che sia quello del magistrato o del giornalista, viene subito identificato come nemico e posto sotto attacco per annientarne il lavoro”.
Sul web. In rete la protesta dilaga. Un censimento delle iniziative virtuali è impossibile. Ne nascono di continuo a ogni ora. Alcuni contenuti raggiungono migliaia di condivisioni. Come il video dell’Associazione Filomena. Un elenco dedicato alle tante donne per cui vale la pena restare in Italia e cercare di cambiare le cose. E poi centinaia di gruppi, raccolte di firme, appelli. Da “Adesso Basta, Berlusconi vattene”, fino a “Licenziamo Berlusconi, re di Bunga Bunga e del Granducato di Padania”. E l’ironia e il cinismo non risparmiano nessuno. Emilio Fede, Lele Mora, Alfonso Signorini, Augusto Minzolini, Nicole Minetti. La nazionale del Bunga Bunga, i megafoni del Sultano, Quelli del Postribolo, e chi più ne ha più ne metta. E in rete ci si informa. Una linea virtuale di resistenza al racconto, che rovescia e deforma fatti e verità, imposto e ostentato da Silvio Berlusconi.
29.01.11