Ultimi giorni per le iscrizioni al prossimo anno scolastico. I primi rilevamenti del Ministero raccontano il boom dello scientifico con indirizzo in scienze applicate. Chi ha un figlio in quinta elementare, terza media o all’ultimo anno della materna lo sa, è questo il momento di scegliere. C’è tempo fino al 12 febbraio per decidere ma, tra open-day e ricerche sui siti web degli istituti, i genitori sono in fibrillazione da tempo. Ai nastri di partenza sono quasi sette milioni di alunni in totale. Di questi poco più di mezzo milione sono alle prese con la scelta delle superiori e, a quanto sembra, si stanno orientando soprattutto verso i licei e soprattutto verso un particolare tipo di liceo: lo scientifico con indirizzo di scienze applicate. E’ un vero boom a giudicare almeno da quanto è stato comunicato dal ministero.
Mancano ancora più di tre settimane alla scadenza dei termini visto che di sicuro ci sarà una proroga di qualche giorno perché ancora non si è assestato del tutto il sistema di intese tra Regioni e istituti tecnici, al Ministero dell’Istruzione però si è tenuta venerdì scorso una prima riunione con i sindacati per analizzare i primi dati in vista della formazione degli organici dei prof per il prossimo anno. E il successo di questa particolare formula di scuola superiore è stata comunicata proprio durante quest’incontro.
Si tratta di un liceo scientifico privo del latino e con molto accento sull’informatica e le tecnologie: gli italiani alle prese con la difficile scelta delle superiori devono aver pensato che si trattava della formula migliore per garantire studio e uno sbocco sul mercato del lavoro. Nei prossimi incontri tra ministero e sindacati si cercherà di capire come trovare i professori adeguati per questa domanda superiore alle previsioni.
L’altro elemento che è già abbastanza chiaro, secondo quello che è emerso dall’appuntamento di venerdì, è la conferma della crisi dei tecnici. Nonostante la riforma, sembra che questo tipo di indirizzo non convinca gli italiani. «Già la scorso anno era in atto questa tendenza», avverte Gianni Manuzio, segretario nazionale della Cisl Scuola. «Lo scorso anno nel nostro dossier sulle iscrizioni rilevavamo che c’era stato un calo delle iscrizioni nel settore dell’istruzione tecnica del 2,3%, solo in piccola parte dovuto alla migrazione verso i licei dei corsi dell’opzione scientifico tecnologica. E il calo era ancora più marcato delle iscrizioni nei professionali (- 3,4%), dove invece sembrava incidere non poco (circa il 50% della complessiva riduzione di iscritti) il passaggio degli istituti d’arte al settore liceale».
In generale comunque a frequentare la scuola secondaria di secondo grado dovrebbero essere lo 0,17% di giovani in meno, poco più di 4 mila in cifra assoluta, per un totale di oltre due milioni e mezzo di studenti (circa 2.535.500). Un calo che sembra riferirsi a tutta l’Italia, con l’eccezione di alcune regioni del centro nord: Emilia Romagna (+1,94%), Liguria (+0,10%), Piemonte (+0,95%), Toscana (+0,97%) e Veneto (+0,92%). La Basilicata è la regione dove gli iscritti diminuiscono più che altrove, quasi il 3% in meno siederà nelle classi delle superiori.
In calo gli iscritti anche nella scuola primaria dove dovrebbero essere pari a circa 2.580.000 unità, con un calo dello 0,10%, circa 3 mila studenti in meno. A far diminuire le cifre il Sud dove ci sono regioni come la Basilicata (-3,14%), la Campania (-1,55%)e la Puglia (-1,87%) che registrano i cali maggiori. In aumento soltanto la scuola secondaria di primo grado dove si iscriveranno circa 1.696.500 studenti, con un incremento di oltre 12.000 giovani.
Nei prossimi incontri si discuteranno le questioni di organici ed è evidente che non sarà una discussione semplice. Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, avverte il ministero: «L’apertura del confronto sugli organici per il prossimo anno scolastico non può non prescindere da un dato: il taglio previsto di quasi 20mila docenti e 14500 Ata deciso dal governo Berlusconi. Da questo punto di vista la previsione degli alunni per l’anno scolastico 2011/2012 è già superiore di oltre 5mila unità rispetto agli alunni attualmente frequentanti. Questo vuol dire che ci sono più alunni ma i docenti sono diminuiti. Di questo si dovrà discutere per garantire la qualità della formazione degli studenti italiani. Anche sulla base di questi dati òa Flc-Cgil ha chiesto ufficialmente al Ministro di ritirare la terza tranche di tagli, perché la scuole non sono nelle condizioni di sopportare ulteriori decurtazioni di organico».
La Stampa 25.01.11